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Visualizzazione dei post da 2015

Smog o no smog, questa è l'ipocrisia

Bravi sindaci, bravi e coraggiosi!. In senso ironico, ovviamente. E visto che ci siamo anche qualche commissario straordinario. Adesso che il Pm10 è costantemente, da settimane, ben oltre i 50 microgrammi per metro cubo, arrivando a doppiare un limite che dovrebbe addirittura essere , secondo molti studi medici,

Non sento, non vedo, ma pago

C'è un aspetto che la vicenda delle quattro banche che hanno fatto crac non è stato detto. O messo in evidenza. E non riguarda solo le banche anche se per parlarne partiamo da queste ultime. Il punto di partenza sono i risparmiatori male informati, raggirati o convinti in buona(mala) fede a comperare le obbligazioni secondarie in questi giorni il massimo del peggio fra i prodotti bancari offerti, almeno secondo il comune sentire.

Marine da guerra

C'è una vignetta che pervade il web: una testa rasata con svastica al braccio stringe le mani a un terrorista dell'Isis e gli dice grazie. Non sarà vero del tutto che gli attentati del 13 novembre hanno dato la spinta decisiva al successo di Marine le Pen  e del Fn, ma certo un aiuto l'hanno dato.

Avanti adagio, quasi indietro

Cominciamo dai conti di casa Renzi. E già lì qualcosa non torna: gli iscritti al partito sono 300-350 mila al massimo contro gli 800 mila del congresso 2012 e le sezioni entro l'anno prossimo 3.500 - "razionalizzate" dice il vicesegretario Guerini - contro le oltre 7 mila di tre anni fa. Certo molti iscritti erano fantasmi e alcune sezioni esistevano sulla carta o erano chiuse da anni. Ma il dato di fondo non cambia.

Se l'Isis è una tigre di carta

Dibattiti, parlamentari e non, scontri verbali nelle piazze - reali e mediatiche - ma alla fine la ricetta nessuno è riuscito a cacciarla fuori. O quasi nessuno: Vladimir Putin lo sa come fermare l'Isis o come va di moda chiamare adesso quella comunità terroristico-estremista musulmana, ovvero Daesh. Putin sa che bisogna sbaragliare le truppe nere, con quali mezzi è facile intuirlo, la Cecenia insegna.

Nulla di nuovo sul fronte occidentale. Per ora

Vertici, riunioni d'emergenza di servizi segreti, capi militari, ambasciatori e compagnia cantante. Ma la realtà è che la prima risposta della Francia, prevedibile ma cieca, è stata quella di calcare la mano con i raid aerei nella parte di Siria occupata dall'Isis. Bombe su bombe, missili a devastare Raqqa, la roccaforte del nascente califfato, dove con tutta probabilità i capi dell'Isis nonc'erano già più. Sarebbe incredibile che se ne fossero stati lì dopo quanto accaduto.

Parigi brucia ancora - Prime riflessioni

Ore 23. Parigi brucia, come in gennaio, come per Charlie Hebdo. 60, senza dubbio ancora più vittime. Cento ostaggi nella sala concerti di Bataclan. E i terroristi che hanno colpito in quattro punti, ma forse anche in sei, gridavano Allah è grande mentre sparavano. Solo nei pressi di un bar colpito in rue de Charonne

Ma, arriva Natale?

Sembra inevitabile di questi tempi e i segnali ci sono tutti, come al solito: Natale è qui, cominciate a pensare ai regali. La tendenza degli ultimi anni, anche sulla spinta della crisi, è di cominciare a promuovere le festività già... a ottobre. Pochi segnali, molti indizi che nel giro di qualche settimana, appena varcate le colonne d'Ercole di novembre, si trasformano i interi reparti dei supermercati in autentiche fiere di colori e musiche zuccherose C'è chi protesta  ma le possibilità di sottrarsi al rito sono poche, scarse. Molto. Il meccanismo commercial-religioso si è messo in moto: come si fa a non pensare a un regalino sotto l'albero, volete per caso negare un giocattolo a un bimbo e magari a uno scialle etnico delle botteghe equo-solidali (così ci si mette in pace la coscienza)? Assolutamente no e i poche reprobi sono quasi esclusi dal consesso umano. E' inutile, la battaglia sembra già persa sotto le ondate multicolori delle città. Ma, da laico, una domanda

La generazione delle occasioni perdute

La Rottama-generazione si è persa per strada e il suo leader pure. Forse. Il dubitativo ci vuole perché l'uomo sembra perseguire un suo disegno di potere e di destrutturazione della sinistra che è preso di peso dal bagaglio malconcio della destra.

Le retorica del successo

L'Expo è stato un successo: il mantra ormai corre per giornali e tv e sembra quasi che lo si ripeta all’infinito solo per convincersi che ciò è stato.Una cosa però tutti o quasi i commentatori  dimenticano si sottolineare nella chiosa che riporta quanto il presidente del Consiglio in primis e tutti gli altri vanno ripetendo, guarda caso, fin dal giorno dopo l’apertura: qual è il metro di giudizio per valutare se l’Expo è stato o meno un successo. Vediamoli alcuni dei punti.

Rosso carne

Fra tante sciocchezze on line o via tv, vi sono alcuni siti e testate che hanno fatto e fanno informazione seria e ponderata come Il Post , senza allarmismi ma anche senza soggiacere agli interessi di chi sostiene determinati alimenti e mode alimentari.

L'orgia del presenzialismo

E dopo il cibo, o l'idea dello stesso, venne la vacuità. Non importa sapere, nemmeno vedere, è sufficiente e importante solo esserci. Le cronache la dicono lunga sulle code di questi giorni e anche la satira di Crozza non risparmia il final countdown della kermesse milanese.

L'orgia del cibo

Parlando di Expo 2015, si può dire che è come lo yogurt: sta scadendo. La seconda visita da privato cittadino - quindi non da professionista dell'informazione - conferma il primo approccio, a fine maggio: una grande Disneyland. E io preferisco l'originale.

Casa mia, per piccina che tu sia...

...tu vali sempre qualche bugia. Come quella che è il bene più prezioso per gli italiani, proprietari all'80% (ma con ampie differenziazioni al suo interno), che rendendola esente da qualsiasi tassa restituirebbe loro reddito da spendere subito, che liberandola dal gravame la si renderebbe più appetibile per un mercato affamato

Svolta a sinistra

Una delle indicazioni più lucide e concrete, e rivoluzionarie verrebbe da dire rispetto al ragionamento della sinistra italiana e della radicale soprattutto, arriva da Mariana Mazzucato (vedi qui  e anche qui ) new entry del gruppo di economisti

Il Paese delle favole

L'Italia va bene, anzi meglio. Non ancora da brindare - premier e governo a parte- ma i segni più si aggiungono mese dopo mese. L'ultimo dato arriva dal Fondo monetario internazionale (Fmi).

La sinistra del futuro di ieri

Dove va la sinistra? C'è vita a sinistra, come si chiede Il Manifesto? Quale sinistra, aggiungo io? Anche perché bisogna mettersi d'accordo sul significato di sinistra, se è dotata di vita a se stante oppure rischia di apparire solo come l'altra faccia, esattamente speculare, rispetto alla destra. La Gauche n’est jamais prompte ,  la sinistra non è mai pronta! (Jean Paul Sartre) Sinistra traballante, vittima del liberismo che è penetrato nelle sue stesse fila, contrapposto alla libertà cui aspira, stretta nella dimensione di una democrazia limitata che rifiuta mediazioni a tutto vantaggio del leaderismo e delle parole d'ordine più semplici ed efficaci. Ecco perché le parole usate da James Corbyn, neo capo dei labouristi, nel suo primo discorso davanti al partito, se da un lato delimitano il campo dell'agire e delle idee originarie, dall'altro si aprono verso le praterie delle vittime dell'austerità, del mondo del lavoro defraudato di diritti e speranz

L'America della salute (parte seconda)

L'America della salute, capitolo 2. In un post precedente abbiamo avanzato l'ipotesi che il modello sociale verso cui punta questo governo di finto-centrosinistra sia molto simile e quello adottato oltre oceano.

La caduta dell'Angela

La caduta dell'Angela rischia di fare male, molto male a tutti, noi compresi che ci culliamo nella speranze revansciste e illusorie di mister #sonoilpiubravo Matteo Renzi.

L'America della salute (parte prima)

Alla fine, come previsto, sarà una partita di giro: forse, forse pagheremo qualche tassa di meno - la Tasi e in parte l'Imu - e un domani, forse forse, un po' di Irpef. Ma per raggiungere questo risultato il governo Renzi colpirà il cittadino nel suo bene più prezioso: la salute. 

Sceneggiata renziana

Siamo alle prese (forse) con un po' di ripresa, la recessione e i rischi di esplosione di bolle speculative magari ad Est sembrano scordate o messe in un angolo almeno in Italia, ma non da Fed, Fmi e Ocse -,  l'avvenire è roseo - solo in Italia - eppure da qualche giorno la Penisola è percorsa da un'isteria collettiva:

Uomini o pacchi?

Portano ricchezza, intellettuale e umana, reale (domani). No, portano disordini e instabilità, portano via il posto ai nostri figli, introducono crimine e religioni dell'odio. L'Europa ormai è sulla soglia - o forse l'ha già sorpassata  - della schizofrenia.

Vedo rosso

"Siamo realisti, chiediamo l'impossibile". E l'impossibile dalle parti di Londra è diventato realtà, quando  perfino i bookmaker davano la possibilità di realizzazione con un 200 a 1. Jeremy Corbyn , ultrasessantenne, ala sinistra radicale del Labour Party è diventato leader del partito che fu di Blair. Con quest'ultimo che, qualche settimana fa, di fronte al crescente successo di folla che Corbyn raccoglieva nelle piazze, che paventava disastri.

Il potere forte dei sindaci futuri

D'accordo: la classe politica italiana è così malridotta da anni e anni, anzi ormai da decenni - o forse non è mai stata presentabile - che quando i cittadini vanno a votare spesso e volentieri sono presi da conati (più o meno reali) e sovente scappano via. Su questo terreno di coltura ha proliferato e cresce Beppe Grillo e il suo M5S. 

Un immigrato a te, un immigrato a me

Ahi ahi, ora gli immigrati vanno bene a questa Europa senza anima. Anzi, diciamolo, ora piacciono. Vanno bene alla signora Angela Merkel, attualmente impegnata a reggere ancora dopo 10 anni la cancelleria della Germania, ergo devono cominciare ad andare bene anche al resto del Vecchio Continente.

La Cancelliera dal cuore profugo

Perché la Merkel apre le porte della Germania ai migranti siriani? Alla confusa opinione pubblica europea in questi ultimi giorni si è parata davanti questa immagine: quella della Cancelliera dal cuore umano, la potente leader continentale che ammette come il suo Paese ricco sia chiamato a dare una mano a chi non ha nulla e scappa da guerre e stragi. Così qualcuno ha cominciato ma chiedersi il perché di questo atteggiamento,

Numeri... Expo-nenziali

Comunicare oggi non è solo importante. E' fondamentale. Per chiunque e in particolare ancora di più per chi fa politica. Comunicare è (dovrebbe essere) sinonimo di trasparenza per chi governa uno Stato. E pretendere una comunicazione corretta  è in imperativo per qualsiasi opinione pubblica. Purtroppo in Italia abbiamo scarsa dimestichezza con tutto questo, da tanti anni, forse da sempre, perlomeno in epoca contemporanea:

Il salotto sul lago

Da venerdì 4 a domenica 6 settembre torna il tradizionale appuntamento di fine estate sul lago di Como: il forum Ambrosetti. Quest'anno premier Matteo Renzi dovrebbe farsi vedere nelle felpate sale del Villa d'Este di Cernobbio,

Sono un pirata sono un signore

Premessa: Renzi non mi piace, troppo fasullo, troppo sbruffone, troppo imbonitore. E, last but non least, troppo incapace. Politico senza storia e formazione, se non quella che possono vantare decine di migliaia di amministratori locali. Eppure pur con molti sforzi, cerco di capire chi vede in lui l'uomo del possibile riscatto dell'Italia, del politico capace di spaccare le consorterie mummificate negli anni, nel dare la spinta all'ottimismo del Paese.

Ombre cinesi

La Cina continua a dissanguarsi in Borsa, la mini svalutazione dello yuan non è servita e adesso il mondo s'interroga se non siamo sulla soglia di  una nuova stagione di Lehman Brother  con l'America costretta a rinviare il rialzo dei tassi e i Paesi emergenti che non trovano più a Pechino lo sbocco adeguato per le loro materie prime.

L'eroe che ha perso l'Europa (e un po' di popoli)

Tsipras ha salvato il suo popolo o l'ha perso? Il premier greco si rimette in gioco per la seconda volta dopo il referendum vinto e dimenticato, sfida centrata ed annullata dal memorandum contratto a condizioni peggiori di quelle precedenti avanzate da Ue, Bce e Fmi sulla spinta della disperazione di vedere la Grecia scivolare magari fuori dell'euro.

Giornali da compagnia

A volte si resta stupiti di fronte alla vera o presunta ingenuità degli italiani. Sempre che sia tale. Ma ad ascoltare i maggiori e i minori quotidiani c'è da chiedersi se gli stessi ritengono gli italiani creduloni o direttamente scemi. Da addetti ai lavori c'era da vergognarsi a leggere le cronache della visita di Angela Merkel all'Expo e il suo incontro con il premier Renzi.

Un pessimo futuro dietro le spalle

Lasciamo stare i distinguo e i tatticismi della minor(anza) dem sul Senato se deve restare o andarsene, se restare e mettersi in un angolo per farsi notare o se deve essere elettivo un po', a metà o tutto, in modo diretto o indiretto.

Razzismo de noantri

In Germania e nel resto d'Euroa sta facendo molto discutere un editoriale trasmesso dalla prima rete pubblica Ard, in cui la giornalista Anja Reschke ha invitato i tedeschi a ribellarsi apertamente all'ondata di razzismo che sta contagiando il Paese. Sui social network vera free area per considerazioni sempre più esplicitamente xenofobe, l' appello ha catalizzato una serie di commenti sprezzanti, ma anche centinaia di migliaia di apprezzamenti.

Tu chiamali, se vuoi, tagli

Due miliardi e 300 milioni quest'anno, altrettanti l'anno prossimo. Non li vogliono chiamare tagli ma si preferisce l'ipocrisia della "razionalizzazione". Fatto sta che dopo l'intervista a Repubblica del nuovo commissario alla spending review Yoram Gultgeld in cui annunciava l'intenzione di risparmiare 10 miliardi,

Grexit secrets

Volete sapere i retroscena delle trattative infinite con Merkel & C e i piani di Atene nel caso di Grexit? Li ha raccontati l'ex ministro Yanis Varoufakis al Financial Times. Eccoli E' molto illuminante per capire come procede l'Europa, i rapporti tra i Paesi, il ruolo dela Bce e degli organismi internazionali.

Il gioco dei tagli e delle tasse

Ricomincia il gioco dei tagli delle tasse che non sono tali. Oppure se lo sono, vengono "compensati" dai governi - tecnici o finti progressisti - con tagli (questi sì reali) alle prestazioni in campo sanitario e sociale. Che si aggiungono

I razzisti sono sempre gli altri

Il 14 novembre del 1960 Ruby Bridges entro a sei anni nella sua scuola di New Orleans scortata dai marshall federali, Fu la prima bimba afroamericana a entrare, tra gli insulti e i ritiri, in u an scuola solo per bianchi.

Il tax game

Via la tassa sulla casa dal 2016, parola di Matteo Renzi. Dirlo si fa presto (Berlusconi docet), il realizzarlo è un'altra cosa . Il governo e il premier in prima persona contano su un alleggerimento delle condizioni poste da Bruxelles di fronte alla riforma costituzionale, a quella del lavoro e a quella della scuola. Ma come hanno fatto

Matteo il fenomeno

Era un po' in ribasso, per colpa della solita minoranza dem, del voto regionale e soprattutto del profilo etereo assunto nella gestione della crisi greca. Però il premier Matteo Renzi se fatica a far politica all'estero e a ottenere risultati in Italia, è uno che sa sempre il fatto suo (indipendentemente che sia giusta o sbagliata l'analisi e ancora di più la terapia),

Canea

Caldo, caldissimo, anzi bollente. Il clima certo, quello atmosferico. Ma anche quello che sta salendo, ben oltre i livelli di guardia, in alcune periferie e in alcuni paesi del Nord Est, verso gli immigrati. Anzi, per essere più precisi verso i profughi. Una protesta tutt'altro che spontanea.

Troppo tardi

Mentre Tsipras cerca i voti per far passare il pacchetto di sacrifici in cambio di aiuti sottoscritto nella drammatica trattativa di domenica, proprio fra i creditori cominciano i dubbi. Anzi vengono alla luce perché anche questa terza tranche di sostentamento alla Grecia in coma l'hanno sempre saputo tutti che non sarebbe stata sufficiente. Così adesso bel bello e lemme lemme, il Fondo monetario - anche per trarsi d'impaccio e non dover entrare un'altra volta in una partita spinosa...,

Eroi, traditori e ingenui

Più passano le ore e in attesa delle reazioni della piazza e dei dissidenti del proprio partito e più Alexis Tsipras passa da traditore, ad eroe, a salvatore della dignità greca per ripiombare negli inferi degli sconfitti e umiliati. Magari ridotto come punching ball, o crocifissi o ancora sottoposti a waterboarding mentale (queste sono state tutte dichiarazioni di funzionari europei e riferiti alla situazione in cui si è trovato  il premier ellenico). Al di là del fatto che possa aver "contenuto"

La lezione

Più passano le ore, e il dettaglio dell'accordo di Bruxelles per "salvare" la Grecia non è ancora noto dei particolari, e più appare la disfatta di Tsipras . La sola sua "vittoria" è stata quella di aver dato - forse - un po' di ossigeno momentaneo al suo Paese,

Lo scalpo

Accordo nella notte, annuncia Bruxelles. Tsipras si trova con un accordo ben peggiore di quello già bocciato al referendum. Lui sa già che per farlo passare dovrà contare sull'opposizione e ciò significa che per lui è finita, nonostante tenti di venderlo con una ristrutturazione del debito che vede solo lui, con i soldi per la crescita

Waterboarding mentale

Piccoli leader e per di più incapaci. E fosse solo questo. Mai nella sua storia l'Europa è stata così vicina alla rottura, alla sua separazione fra "buoni" e cattivi", a seconda della prospettiva, è ovvio. Mai è  mancata come oggi ogni prospettiva comune, cosa del resto ben più che sospettata in questi anni di austerità cieca - ma al servizio di un solo Stato, il più forte economicamente -, mai sono stati così forte l'individualismo, il cinismo, la mancanza di solidarietà

Con la pistola alla nuca

Accordo o no? Forse. Ma certo la Grecia e Tsipras in particolare non potrà dire di aver potuto decidere con libertà sulle sorti del suo popolo. Date un'occhiata a questo pezzo su Repubblica in cui un funzionario spiega retroscena di come l'Europa dei "falchi" (ma esistono veramente le colombe a Bruxelles, quelle "colombe" che in anni di lento strangolamento di Atene non hanno mai neppure alzato un dito, "colombe" di destra - ovvio - ma anche della socialdemocrazia) voleva ridurre i greci al livello di "schiavi" dell'Unione.

Due pesi e due misure

Atene chiede 30 miliardi per i prossimi tre anni per poter ripartire e la trattativa sembra impantanarsi. Ma la Ue nei mesi scorsi ha garantito un pacchetto di 11 miliardi all'Ucraina, nell'ambito di un piano di sostegno, per evitare la bancarotta del Paese dell'Est,

La verità fa male

L'Italia resta esposta notevolmente agli sviluppi negativi delle crisi greca. Parola del Fondo monetario internazionale (Fmi) rapporto annuale pubblicato oggi, a due giorni dalla vittoria del no ellenico. Una doccia gelata sulle rassicurazioni del governo, sulla corsa a dire che "comunque noi non siamo coinvolti, non siamo più il malato d'Europa". L'Fmi  conferma nel suo

Il declino dell'ex sinistra

Stanno soffrendo, soffriranno ancora ma hanno avuto il coraggio di dire di no. Con orgoglio e dignità. Orgoglio e dignità che i greci oppongono all'ennesima offesa che arriva ancora dall'Europa schiaffeggiata: il presidente  socialista e tedesco del Parlamento Ue Martin Schultz dopo avere di fatto fatto campagna per il sì, ha proposto "aiuti umanitari" per i greci,

La solidarietà europea

"Gli europei hanno pagato per salvare i greci e questi ancora si lamentano". Il refrain di populisti e destre varie è questo. Ma qual è la realtà del bail out con il quale la Troika ha "dato una mano" ad Atene? La risposta in questo pezzo de The Guardian , non certo un foglio leninista. Interessante per capire cosa intendono alcuni Paesi per Europa, solidarietà e quanto sono lontani dal vero sogno europeo che fu di Altiero Spinelli e molti altri

Il vincitore lascia... e ritorna

Altro che stare sulle scatole ai "falchi" di Bruxelles, altro che dilettante della politica: Yanis Varoufakis ha piazzato un colpo che i suo avversari non si aspettavano. Se ne va, ma da vincitore. Ufficialmente per fare una mano a un possibile negoziato, in realtà per mettere ancora più in imbarazzo e difficoltà i suoi nemici (anche interni),

Grexit, Eurexit. Che fare?

Tsipras ha vinto, la Grecia un po' meno, l'Europa ha perso, l'Italia... non pervenuta.  Il socialista Schultz parla di "aiuti umanitari" e ciò la dice lunga sulla volontà di aiutare Atene ma anche di salvare l'Europa, ma anche sul livello di comprensione che le oligarchie di Bruxelles hanno della situazione del Vecchio Continente

La socialdemocrazia è...

Cosa resta della socialdemocrazia in Europa, in gran parte all'opposizione se si escludono (per ora) Francia e Italia fra i Paesi maggiori? Resta poco, resta l'unica prospettiva di grandi coalizioni per cogestire una crisi che è guidata solo dalle parole del liberismo e non più da quelle del socialismo o comunque capaci di proporre un modello diverso di sviluppo e crescita laddove proprio le teorie tardo reaganiane e post thatcheriane hanno mostrato i loro limiti, segnando il fallimento in particolare laddove sono state imposte. Basta pensare a cosa è stato capace di dire il presidente del parlamento europeo  Martin Schultz sul caso Grecia . Curzio Maltese ben riassume cosa è oggi la socialdemocrazia europea  e che fine hanno fatto le proposte di un passato neppure lontano. Oggi la parola socialdemocrazia la pronunciano in pochi, fa ancora un cattivo effetto dopo che per anni sembrava il mantra delle sinistre europee. Non è che ora se ne vergognano? E così tornano in men

Ah l'Europa! Ah l'Italia!

Difficile pensare che da lunedì 6 luglio 2015 tutto rimanga come prima: non sarà così la Grecia, che si ritroverà con i problemi e le povertà indotte come prima, non sarà così l'Europa che si riunirà con leader (nella foto il presidente del parlamento europeo  Martin Schultz ) ma non statisti, il suo sogno di solidarietà e unione sempre più infranto, con le sue incapacità di gestire crisi profonde e di dialogare con i suoi cittadini. Non sarà così l'Italia che scoprirà il suo primo ministro ormai prono davanti alla Merkel e agli altri Stati come Berlusconi lo fu con Bush, con le sue rassicurazioni sempre meno credibili, con i suoi richiami vacui a una crescita e a un lavoro che ancora non ci sono, con le sue "riforme" che sono piuttosto "controriforme" dettate da lobby e concepite da burocrazie sempre più incomprensibili, davanti a un Paese che vorrebbe vivere di privilegi, raccomandazioni, bilanci nazionali e locali presi dagli anni della allegra Dc e de

I giovani di ieri e quelli di oggi

Guardare la"Storia siamo noi"  sul secolo dei giovani, i figli del boom e sentirsi parte di tutto questo. Ricordare l'era felice della spensieratezza, del mondo uscito dalla guerra e voglioso di crescere libero e potente, delle opportunità offerte a piene mani e - dopo le lotte - senza discriminazioni. E interrogarsi sul perché qualcuno ha deciso che quel mondo andava "terminato", forse per la volontà di controllare tutto e tutti con l'arma finale più insidiosa: la precarietà, la crisi, l'egoismo, lo scambio denaro-merce, denaro-denaro.

Alex, il nuovo mito (che non fa più male)

E ora tutti a riscoprire, a vent'anni dalla morte, Alex Langer, Cattolico d'accordo, ma anche e soprattutto ambientalista, pacifista, anima vivace e innovativa di una sinistra perduta e volutamente dimenticata, libertaria, molto libertaria, troppo per questa Italia.

Le ali (tarpate) della libertà

L'attacco alla libertà di stampa e di critica,  contro i politici e contro gli oscurantismi, non trova sulla sua strada solo i mitra dell'Isis. Nelle democrazie cosiddette liberali è più semplice: magari s'invoca il profitto, i costi, ma alla fine il, risultato è lo stesso: le voci libere e in particolare quelle irriverenti e critiche finiscono per essere silenziate.