Ricomincia il gioco dei tagli delle tasse che non sono tali. Oppure se lo sono, vengono "compensati" dai governi - tecnici o finti progressisti - con tagli (questi sì reali) alle prestazioni in campo sanitario e sociale. Che si aggiungono
alla scure che i Comuni, bontà loro, si dicono "costretti" a usare per compensare i mancati trasferimenti dello Stato, Comuni che invece non sanno e non vogliono razionalizzare la loro macchina, prigionieri di piccole-grandi burocrazie locali ma soprattutto dei localismi che, ad esempio, li portano a non volersi fondere.
Per avere un'idea di come si vogliono tagliare le tasse senza un'dea precisa (oppure la si cela per bene) su dove recuperare le risorse senza colpire gli strati più deboli della popolazione e chi le tasse le paga davvero, date un'occhiata a questi due interventi di valenti economisti. Uno è di Massimo Bordignon, l'altro è di Sandro Brusco, differenti per impostazione ma entrambi molto precisi nello svelare i limiti e i punti d'ombra di un ennesimo gioco all'italiana. Del tipo "già visto".
alla scure che i Comuni, bontà loro, si dicono "costretti" a usare per compensare i mancati trasferimenti dello Stato, Comuni che invece non sanno e non vogliono razionalizzare la loro macchina, prigionieri di piccole-grandi burocrazie locali ma soprattutto dei localismi che, ad esempio, li portano a non volersi fondere.
Per avere un'idea di come si vogliono tagliare le tasse senza un'dea precisa (oppure la si cela per bene) su dove recuperare le risorse senza colpire gli strati più deboli della popolazione e chi le tasse le paga davvero, date un'occhiata a questi due interventi di valenti economisti. Uno è di Massimo Bordignon, l'altro è di Sandro Brusco, differenti per impostazione ma entrambi molto precisi nello svelare i limiti e i punti d'ombra di un ennesimo gioco all'italiana. Del tipo "già visto".
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