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Troppo tardi

Mentre Tsipras cerca i voti per far passare il pacchetto di sacrifici in cambio di aiuti sottoscritto nella drammatica trattativa di domenica, proprio fra i creditori cominciano i dubbi. Anzi vengono alla luce perché anche questa terza tranche di sostentamento alla Grecia in coma l'hanno sempre saputo tutti che non sarebbe stata sufficiente.
Così adesso bel bello e lemme lemme, il Fondo monetario - anche per trarsi d'impaccio e non dover entrare un'altra volta in una partita spinosa...,
proprio mentre la presidente Lagarde ha bisogno dell'appoggio di Oriente e dei piccoli stati africani per non essere scalzata da qui a breve - in sostanza dice che senza ristrutturazione del pauroso debito di 320  miliardi, qualsiasi tipo di aiuto non servirà mai. Praticamente ciò che l'"antipatico" Yanis Varoufakis ha detto fin dal primo momento. Anche con le riforme-schermo che Tsipras e il suo o un altro governo stanno per approvare. L'Fmi si tira fuori e ciò significa che la quantità di aiuti scende in proporzione e in proporzione la quota mancante dovrà essere ricoperta dagli altri Paesi contributori.  Non solo, il famigerato report "segreto" scivolato via dalle pieghe dell'organizzazione di madame Lagarde, sostiene anche che la crisi greca - quella attuale, ma ancora di più la futura, possibile e quasi scontata per molte cancellerie e per la quasi totalità di autorevoli economisti  - finirà per mettere in discussione i refoli di ripresa in Germania. Molti economisti e fra i migliori lo dicono da mesi, settimane, giorni, basta rileggersi i Krugman e  Stiglitz per comprendere che si fa uscire ora un documento già abbondantemente ponderato . Insomma i dubbi escono allo scoperto ora e le macerie restano.

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