Passa ai contenuti principali

Eroi, traditori e ingenui

Più passano le ore e in attesa delle reazioni della piazza e dei dissidenti del proprio partito e più Alexis Tsipras passa da traditore, ad eroe, a salvatore della dignità greca per ripiombare negli inferi degli sconfitti e umiliati. Magari ridotto come punching ball, o crocifissi o ancora sottoposti a waterboarding mentale (queste sono state tutte dichiarazioni di funzionari europei e riferiti alla situazione in cui si è trovato  il premier ellenico).
Al di là del fatto che possa aver "contenuto"

le scelte calate sulla testa del suo popolo, che non avesse via d'uscita, che si sia trovato drammaticamente da solo, che la Grexit sarebbe stata ben peggiore, resta un fatto incontrovertibile: ha sfidato l'Europa a trazione tedesca contro le linee d'austerità imposte fino ad ora, ha aperto una prospettiva diversa ai popoli del Vecchio Continente, soprattutto nella parte più debole, ha ridato speranza a chi pensa che la strada giusta e utile, dopo anni di ricette fallimentari (fuorché per Berlino), ha fatto tutto questo. Ma ha perso. DRammaticamente, stoicamente, ma ha perso. E con lui se ne sono andate speranze, convinzioni, forse illusioni. E perfino lo spirito di un'Europa che non sia solo di banchieri e affaristi, che non sia solo numeri e conti, ma anche valori e solidarietà.
L'Europa, questa Europa (nelle sue componenti conservatrici e in quelle socialdemocratiche) non poteva permettersi un simile eretico, non poteva accettare che una nuova dottrina facesse anche solo capolino: questo sì sarebbe stato il contagio devastante. Così tutti, anche la finta sinistra tedesca, francese, italiana hanno giustiziato Syriza e il suo leader salvo adesso, con somma ipocrisia, pretendere che guidi un governo di unità nazionale e che seppellisca il futuro del suo partito.
Una partita politica, come avevamo già scritto  qui , per vincere la quale si è giunti al punto da sacrificare perfino l'idea di Unione Europea (vedi Krugman), mostrare solo il volto feroce delle oligarchie e gettare al vento perfino ogni opzione democratica (dal rispetto del valore di un referendum popolare fino all'imposizione di un protettorato da parte di un gruppo di Paesi a un terzo).
Tsipras dunque non traditore, ma neppure eroe. Forse ingenuo, troppo. Si farà, imparerà. O salterà sul carro della socialdemocrazia morente con la scusa di salvarla.

Commenti

Post popolari in questo blog

Il Sabato Del Villaggio Globale - 3 giugno 2023

  🌍Clima & Ambiente🌴 👉  INC2 Parigi. La guerra della plastica.  UN lays out blueprint to reduce plastic waste 80% by 2040 | Reuters Plastic recycling in focus as treaty talks get underway in Paris | Reuters Paris to ban single-use plastic at 2024 Games | Reuters 👉 Energie rinnovabili .  The world is finally spending more on solar than oil production | MIT Technology Review 👉 Acciaio verde.   How green steel made with electricity could clean up a dirty industry | MIT Technology Review

Il Sabato Del Villaggio Globale - 5 giugno 2021

  In Bielorussia la democrazia ha il volto di donna - VoxEurop Front Page Il mondo ha finito le scorte  Global Shortages During Coronavirus Reveal Failings of Just in Time Manufacturing - The New York Times Economy & Pandemic  Cosa manca al super budget di Biden: la forte espansione della crescita  Here's One Thing Missing from President Biden's Budget: Booming Growth - The New York Times Il futuro dell'ufficio? Ibrido. Forse  How Employers Can Build a Successful Hybrid Workplace Il lavoro da casa resterà  Working from home is here to stay, reports NBER | World Economic Forum Come risolvere il paradosso disoccupati e posti di lavoro scoperti  7 chief economists: how to solve the labour market paradox | World Economic Forum Pandemic & Pandemic I primi giorni della pandemia nelle mail di Fauci  Tony Fauci’s emails from April 2020 released under FOIA - Washington Post Se la fuga del virus dal laboratorio cinese fosse vera, si prepara un terremoto politico If the Wuhan

Il Sabato Del Villaggio Globale - 10 giugno 2023

  💣Guerra & dintorni 👉   Senza limiti. La distruzione parziale o meno, della diga di Kakhovka con il suo strascico di morti, devastazione e crimine anche ambientale, segna l'ennesimo salto di qualità, in negativo, nella disgraziata guerra d'invasione scatenata dalla Russia contro l'Ucraina. Una riprova, seppure ve ne fosse bisogno, che Putin pare intenzionato a non fermarsi davanti a nulla soprattutto ora che, lo si avverte anche da quest'ultimo evento, è messo all'angolo dalle sconfitte, dall'isolamento internazionale - dal mondo che conta comunque, perché sul piano numerico fra Cina, India, in parte Brasile che fanno la parte del leone, metà della popolazione terrestre è arruolata dai governi al suo fianco - e dalle montanti critiche nonché attacchi partigiani al proprio interno.