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Visualizzazione dei post da aprile, 2017

Trump e il mestiere usurante

"Non pensavo che fosse così difficile". Che cosa? Fare il presidente degli Stati Uniti. Parola di Donald Trump. E il Washington Post , caustico, sottolinea che ora è in sintonia con la maggioranza degli americani.

Il sabato del villaggio (globale) - 29 aprile 2017

Leggere per capire un po' meglio il villaggio del mondo e quello vicino a noi. Questa settimana i primi cento giorni di Trump e il ballottaggio francese e un po' di lavoro, Millennials e i loro genitori baby boomers

Vooolare... su!

Alitalia si avvia al suo mesto destino, ben sospinta da una politica che fino a ieri l'ha spolpata e ora non vede l'ora di liberarsene. Ma nel mondo del trasporto aereo c'è anche chi va bene  e addirittura si preoccupa di alzare lo stipendio

France 2017, allarme Macron

Uomo politico di lungo corso Hollande ha avvertito il leader di En Marche!: "Attento non hai ancora vinto" ha detto qualche giorno fa al suo giovane possibile successore. Non ha tutti i torti visti i precedenti di Trump e di Brexit, anche se in questo caso sarebbe ancora più clamorosa la svolta. Una rivoluzione, ma si sa in Francia sono abituati.

Vooolare... giù!

Alitalia, quel piano non andava . E lo si sapeva. Come i precedenti. Tanto che i dipendenti, pur coscienti del rischio, hanno detto no a un'intesa che non avrebbe avuto altro effetto che spostare più in là l'agonia di un corpo che non ha più speranze. Piaccia o no la situazione è quella descritta qui da Oscar Giannino tre mesi fa e qui oggi. Ma la sostanza è che Alitalia è una compagnia ex statale che ha conservato la più retriva anima statale italiana, quel mix d'inefficienza, interessi personali e politici, incapacità di management e condizionamenti, talvolta in molti casi ben oltre il codice penale, che ha sempre affossato le iniziative guidate dal "pubblico" compromettendo la dignità e la fiducia in quest'ultimo a differenza di quanto accade in altri paesi, Francia in primis. Oggi l'ala liberista e affaristica del governo Gentiloni attacca la scelta dei lavoratori. Ma sono veramente questi i soli colpevoli o non si tratta purtroppo delle ultim

Quando i ricchi ridono

Ha bisogno urgente di risultati. Veri o sulla carta purché si possano definire risultati o promesse mantenute. Messi da parte a causa dei pasticci i vari Muslims Ban, la riforma dell'Obamacare (che seppure in modo controverso e accidentato oltre che costoso ha esteso una certa copertura sanitaria a 14 milioni di americani che sono sempre un possibile bacino di voti locali per i vari candidati repubblicani), il Muro

Tum Post Global News 26 aprile 2017

The Umberto Montin ®Post  Aggiornarsi sul mondo, sull'Italia e sui territori, cogliere le idee, le innovazioni, le genti, i popoli felici e quelli no, i conflitti, le economie, interpretare le ricerche e gli studi, leggere le opinioni più accreditate. Questo ed altro sulle news de The Umberto Montin Post

Day's Hot Case: France and Trump

Fari concentrati sulla Francia e sulla svolta, vera o presunta che sia. Vediamo cosa ne pensa il Washington Post  che constata come il vantaggio di Macron faccia ben sperare i candidati e quanti temevano che il tramonto dell'Europa fosse dietro l'angolo.

Tum Post Global News 25 aprile 2017

The Umberto Montin ®Post  Aggiornarsi sul mondo, sull'Italia e sui territori, cogliere le idee, le innovazioni, le genti, i popoli felici e quelli no, i conflitti, le economie, interpretare le ricerche e gli studi, leggere le opinioni più accreditate. Questo ed altro sulle news de The Umberto Montin Post

France 2017, tutti gli illusi del presidente

Tutti macroniani in Italia, adesso. Con l'ex premier che si sente il padre putativo del neoliberalismo sociale, tardo esempio di laburismo blairiano, sbandierando a dopo propaganda interna dati elettorali vecchi di due anni e ormai consegnati all'alba dei sogni.

France 2017, il vecchio più vecchio

Ragionamenti a urne appena chiuse e a spoglio in corso. Emmanuel Macron con una freddezza che supera la glacialità parla già da presidente, Marine le Pen nell'ansia di pescare voti al di là del suo elettorato si appella al paese, a chi è stufo, a chi vuole cambiare comunque e lo dice con passione e consumata oratoria.

Tum Post Global News 24 aprile 2017

The Umberto Montin ®Post  Aggiornarsi sul mondo, sull'Italia e sui territori, cogliere le idee, le innovazioni, le genti, i popoli felici e quelli no, i conflitti, le economie, interpretare le ricerche e gli studi, leggere le opinioni più accreditate. Questo ed altro sulle news de The Umberto Montin Post

Del Grande, libertà nonostante Ankara e Roma

Il ministro degli Esteri Alfano ha annunciato che il giornalista Michele Del Grande è libero e sarà presto in Italia.

France 2017, dai sondaggi ai voti veri

AGGIORNAMENTO alle 22:  Le proiezioni collocano Macron al 23,7%, la Le Pen al 21,9, Fillon al 19,7, Melenchon al 19,2 e Hamon al 6,2. Il voto reale però dà in testa la leader dell'estrema destra al 25,6  contro il 21,6 di Macron: qui siamo oltre l'80% dei comuni scrutinati, ma siamo molto indietro sul numero degli elettori in quanto sono arrivati i voti della provincia mentre mancano quelli delle grandi città, Parigi soprattutto, che sono più lontane dalla Le Pen.

Francia 2017: sarà una rossa primavera?

Dimenticare il terrore: impossibile in Francia in questo momento con Marine le Pen e Francois  Fillon all'assalto cercando di strumentalizzare l'assassinio del poliziotto di giovedì sera e di capitalizzare la paura dei francesi per gli attacchi del radicalismo islamico di questi ultimi due anni. Tuttavia come spiega Bernard Guetta su La Stampa  questo attentato non dovrebbe cambiare l'atteggiamento, tantomeno quello elettorale, dei francesi. I sondaggi recenti segnano qualche ritocco all'alto per la destra, ma gli altri non demordono. Ecco qui le ultime rilevazioni Ma quello che risalta di più nei sondaggi, con tutta la delicatezza con cui vanno presi in questi anni di elettorato disperato e arrabbiato (vedasi Stati Uniti) è che la nuova sinistra di Jean-Luc Melenchon non perde terreno, anzi forse ne guadagna ancora rispetto alle stupidaggini della Le Pen che invoca la chiusura delle frontiere quando i terroristi sono francesi in tutto e per tutto o al massimo

Il sabato del villaggio (globale) - 22 aprile 2017

Leggere per capire un po' meglio il villaggio del mondo e quello vicino a noi. Questa settimana largo alla Francia  e al suo voto fondamentale per l'Europa, per l'Italia e anche per buona parte del mondo occidentale. Poi ragionamenti sul 25 aprile, sulla tendenza dei giovani ad abbandonare le città per le campagne e, non potevano mancare, le novità su Trump e le sue politiche. E un poi di sogni dalla California e... dalla Summer of Love!

A Parigi si vota anche con il kalashnikov

Il voto francese si macchia di sangue. Del sangue di un poliziotto mentre altri due sono in gravi condizioni. Tutto si è compiuto  attorno alle 20,53 di giovedì 20 aprile: un uomo arriva in auto - forse con un complice - sui Champs Elysees all'altezza della brasserie Fouquet's e davanti ai magazzini Marks&Spencer e spara con un kalashnikov contro un furgone pieno di poliziotti: tre cadono, gli altri reagiscono e colpiscono a morte l'uomo. La zona è sigillata in mezzo al panico delle persone che escono dai locali pubblici: centinaia di poliziotti, gendarmi e i dei corpi speciali Raid piombano nel quartiere più famosa della capitale francese. Chiuse le stazioni della metropolitana della zona. L'uomo sarebbe stato identificato e si tratterebbe di un elemento conosciuto in quanto vicino all'islam radicale. La sua abitazione nell'est della capitale, nel dipartimento della Seine-et-Marne, è stata sottoposta a perquisizione e si cerca un altro uomo che  potre

Parigi val bene un'alleanza (mancata)

AGGIORNAMENTO: Giovedì sera, alle 20,53,  un attentatore islamico ha sparato con un kalashnikov nella zona degli Champs Elysees contro una pattuglia di polizia: un agente morto, due gravi, assalitore ucciso Chi vincerà in Francia. La partita è aperta e per nulla facile da decifrare. Anche i sondaggi, in tempi in cui queste ricerche di mercato e i metodi usati seppur raffinati e affinati  dopo il disastro del voto Usa, non aiutano. Perché? La risposta è semplice, l'alto numero degli indecisi e di quanti proclamano la loro intenzione di astenersi mentre potrebbero cambiare idea all'ultimo momento. Sul voto tra l'altro, potrebbe avere un'influenza importante anche l'attentato delle ultime ore e secondo quasi tutti gli analisti, a beneficiarne potrebbe essere Marine Le Pen e la sua piattaforma di "legge e ordine" soprattutto verso l'Islam e i migranti. Leggere anche  qui Per ora si profila ancora il duello fra Macron e la Le Pen, con Fillon e Mel

Tum Post Global News 21 aprile 2017

The Umberto Montin ®Post   Aggiornarsi sul mondo, sull'Italia e sui territori, cogliere le idee, le innovazioni, le genti, i popoli felici e quelli no, i conflitti, le economie, interpretare le ricerche e gli studi, leggere le opinioni più accreditate. Questo ed altro sulle news de The Umberto Montin Post

Sultanocratura e il caso Del Grande

#iostocongabriele Basterebbe una domanda semplice semplice: in quale democrazia, occidentale o no, un giornalista di un altro Paese è arrestato il 10 aprile in una zona vicina al confine con la Siria, tenuto in isolamento fino al 18 quando gli è concessa una telefonata a casa, sul suo capo pendono accuse misteriose e indistinte e il suo governo ci mette una settimana abbondante prima di pretendere con forza e pubblicamente la sua liberazione o almeno in trasferimento nella nazionale natale? La risposta è anche questa semplice semplice: in nessuna democrazia anche perché se così fosse non la si potrebbe definire tale. E non solo perché ci si dovrebbe porre qualche interrogativo sulla capacità di governo e sul grado di democrazia stesso della nazione dell'arrestato. Così fra domande e risposte si riassume la vicenda di Gabriele Del Grande , il giornalista e documentarista italiano che dal 10 aprile è nelle celle della Turchia che si è appena affidata in pieno alla sultanocratu

Uomini forti, popoli deboli

Uomini forti crescono. I popoli deboli pure. E le democrazie finiscono in un angolo con poteri sempre più centralizzati e controllati, condizioni che vedono il potere diffuso, di base come i veri nemici. Da reprimere in vari modi per essere in grado di perpetuare la prevaricazione sulle forme di organizzazione autonoma delle periferie. Recep Tayyp Erdogan in Turchia con un referendum farsa o comunque gravemente influenzato da brogli si  è assicurato un potere pressoché assoluto fino al 2029, Orban in Ungheria oltre ad avere sigillato i confini con un muro di acciaio e polizia armata, riduce gli organismi in grado di fare da contraltare al suo potere, arriva a chiudere le università. Putin è il leader da anni di questa scuola di questa democrazia assolutista e adesso anche negli Stati Uniti Grump tradisce la sua voglia di "mani libere" con il controllo della Corte Suprema, di attacco alla stampa. Di coltivazione ossessiva delle fake news. Così oggi non stupiscono le congr

Tum Post Global News 19 aprile 2017

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Francia indomita

La sinistra radicale avanza in Francia e i mercati hanno paura . Jean Luc Melenchon, il terzomondista, trotzkista, no euro e no Ue, euroscettico e favorevole alla nazionalizzazioni, ormai  in più di un sondaggio ha superato il post gollista, repubblicano, ultraliberale Francois Fillon e addirittura insidia l'ex socialista, libdem Emmanuel Macron che, al pari di Marine Le Pen, vede il  suo vantaggio ridursi e oscillare attorno al 22-24%. ( qui gli ultimi sondaggi) . Melenchon con il suo messaggio conquista e i giovani con accenti molti simili a quelli di Bernie Sanders negli Usa, ha forme e metodi di comunicazione innovativi e modernissimi (è colui che usa meglio i social) come gli ologrammi, dai dibattiti è uscito benissimo  - molto meglio dei favoriti Le Pen e Macron - è capace di riassorbire in parte la rabbia che da sinistra (Benoit Hamon, sinistra del Psf è praticamente abbandonato dal suo partito e si aggira attorno all'8-9% con una parte della vecchia base che stava a

Porta in faccia agli americani

Da sempre la porta principale della Casa Bianca è stata aperta agli americani: non proprio una casa di vetro, ma comunque la possibilità per il cittadino di vedere dove e come vive chi ha nelle sue mani i destini di una nazionale, dalle nazione più potente delle Terra, in grado di influenzare le vite di miliardi di persone.

Tum Post Global News 18 aprile 2017

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I calcoli (sbagliati) di Trump

Il presidente Trump scalda i motori dei jet e sembra in questo modo voler far dimenticare i suoi flop, i fallimenti sui migranti e l'Obamacare oltre alle ombre sul ruolo russo nella sua campagna elettorale. Ma se il mondo è distratto dai venti di guerra e dai generali, l'America dei cittadini guarda a temi concreti come il lavoro e quindi al guadagno. E qui si entra dritti nella riforma fiscale che Trump vorrebbe introdurre per liberare dal peso delle tasse soprattutto chi guadagna tanto scimiottando la vecchia politica di Reagan. Per liberare risorse tali da consentirgli questa operazione la via privilegiata, diretta a voler creare più posti di lavoro, Trump chiede al Congresso di aiutarlo a intervenire su importazioni ed export. Ma i risultati potrebbero non essere quelli voluti. Leggete questo studio Intanto, in vista di un riassetto fiscale, sempre più repubblicani vorrebbero sapere quante tasse ha pagato lo stesso Trump, ma lui rifiuta di rendere nota la sua dichiaraz

Tum Post Global News 17 aprile 2017

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Il sabato del villaggio (globale) - 15 aprile 2017

Leggere per capire un po' meglio il villaggio del mondo e quello vicino a noi. Si parte come ormai accade da temo dalle voglie di "menare le mani" di Trump e i rischi che crescono sui vari scenari. Ma si parla anche dell'Europa e dove va il Vecchio Continente, le prospettive dell'Iran e quelle della Turchia. Poi le tristi prospettive per le pensioni, Uber e i metodi antichi, l'Italia, la sicurezza dei pc, i Millennial Buona lettura Il presidente dottor Jekyll e mister Hyde La guerra fra Obama e Trump Lo strike in Afghanistan Se i mercati cominciano ad avere paura Il secondo anno dell'Europa Il declino della democrazia turca Il prossimo leader supremo dell'Iran Anche Uber ricorre ai vecchi sistemi per battere la concorrenza Un mondo senza pensioni Chi torna a produrre in Italia e perché Come gestire le minacce alla sicurezza dei pc I tesori dei Millennial

Tum Post Global News 16 aprile 2017

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Lo spaccone

Adesso dice che " sulla Siria con la Russia si finirà per mettersi d'accordo" . Trump ora sembra rendersi conto che dopo il raid gli erano rimaste poche possibilità, al di là degli insulti più rivolti al suo elettorato che altro, per costringere Assad ad andarsene. Soprattutto se la Russia non ci sta a perdere il caposaldo ripreso nella zona. Il presidente Usa ha rapidamente ripiegato sulle minacce alla Corea del Nord ma anche qui le sue mosse, a meno di una reazione imprevedibile o pazza di Kim Jong-un, sono vincolate alla presenza del terzo incomodo: la Cina, senza la quale anche quel dittatore difficilmente sarà rimosso a colpi di insulti o avvertimenti. La partita si fa dunque più complicata e comincia a trapelare la sensazione che sia il blitz in Siria che la "campagna" nordcoreana sia servite soprattutto a distrarre l'opinione pubblica dalle scelte controverse o dai flop della presidenza. Leggere qui E anche qui In questo quadro s&#

Tum Post Global News 14 aprile 2017

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Tum Post Global News 13 aprile 2017

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Tum Post Global News 12 aprile 2017

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L'erba dell'alleato non è più verde

Erbicidi, piante resistenti ai disinfestanti, piante geneticamente modificate, la partita si gioca sul piano dei milioni, anche miliardi di dollari .

Tum Post Global News 11 aprile 2017

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Pasticcio all'americana

L'America torna in guerra come ai tempi di Reagan e soprattutto di GeorgeW. Bush, senza dimenticare però gli strike "democratici" di Clinton&Clinton. Grandi affari dunque in vista per l'industria pesante Usa che aveva dovuto ripiegare dopo le due guerre in Iraq e la campagna afghana e alla quale Trump aveva promesso forti investimenti. Investimenti poi confermati con il budget 2017 ,  +10% e 54 miliardi già sul bilancio di quest'anno, con forti riduzione sulle spese per l'ambiente, a sostegno delle istituzioni internazionali, sulla sanità e l'agricoltura. Ma non sempre le spese militari vanno a buon fine e sono oculate. Ne è un esempio, o meglio uno scandalo, il famoso supercacciabombardiere d'attacco F-35 che anche l'Italia si è impegnata ad acquistare oltre a far parte del team di Paesi che ne producono alcune parti. A spiegare la vicenda - senza dimenticare che lo stesso Trump in campagna elettorale  aveva attaccato il progetto, sal

Il sabato del villaggio (globale) - 8 aprile 2017

Leggere per capire un po' meglio il villaggio del mondo e quello vicino a noi. Si parte con un bel po'di domande dopo l'attacco di Trump alla Siria per poi esaminare i vari intrecci Usa-Russia. Poi si parla di Brexit e del movimento Nuit Debout un anno dopo in Francia. Poi si parla di disuguaglianze e di lavori che spariscono o spariranno per lasciare spazio ai robot, di droni al posto dei poliziotti per finire con i bimbi piagnoni e la scoperta della nuova frontiera: la provincia. Buona lettura Le 13 domande sull'attacco alla Siria Lo strike consegna definitivamente la Siria ad Assad La saga Trump-Russia personaggio per personaggio La Casa Bianca adesso attira i più originali apprendisti La sterlina paga il conto della Brexit Nuit Debout un anno dopo I Paesi ricchi esportano inquinamento e morte e importano merci "sane" Ecco come in cinque anni un algoritmo sostituirà il vostro lavoro Ed ecco i lavori più a rischio  La polizia am

Atto di guerra - Syrian Gambling

Piani consegnati, i generali ordinano e Trump esegue, non il contrario. Nella notte, 8,40 ora dì Washington, 59 Tomahawk sono stati lanciati dalle portaerei americane nel Mediterraneo su basi siriane come risposta all'attacco con gas nervino su Idblid martedì scorso.