Ma non sempre le spese militari vanno a buon fine e sono oculate. Ne è un esempio, o meglio uno scandalo, il famoso supercacciabombardiere d'attacco F-35 che anche l'Italia si è impegnata ad acquistare oltre a far parte del team di Paesi che ne producono alcune parti.
A spiegare la vicenda - senza dimenticare che lo stesso Trump in campagna elettorale aveva attaccato il progetto, salvo cambiare drasticamente idea 10 giorni dopo essere diventato presidente quando aveva parlato di un grande aereo - non sono le voci pacifiste, il sito economico Bloomberg secondo il quale oltre al prezzo astronomico (ridotto dopo le critiche di Trump), non mancano le perplessità perché sarebbe facilmente hackerabile e non offrirebbe la necessaria copertura alle truppe. Dubbi che sono venuti da molti Paesi e soprattutto da Israele, quindi particolarmente "pesanti", ma anche da Londra de perfino da Roma. Dubbi e critiche che non sono mancati certo negli Usa.
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Ma il business is business (e in questo caso molto forte su scala mondiale) e così con molti aggiornamenti, correzioni, ritocchi, qualche incidente e stop sulle piste, alla fine il progetto è andato a avanti e la consegna sta avvenendo, proseguendo con versioni sempre rivedute e aggiornate e loro volta nei prossimi anni.
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