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Visualizzazione dei post da 2024

Il Sabato Del Villaggio Globale - 6 aprile 2024

  Parte il secondo trimestre dell’economia mondiale e le incognite che già gravavano sui mesi precedenti non sono svanite. Tutt’altro. Non sono peggiorate, se vogliamo essere ottimisti, ma i fattori d’incertezza del quadro mondiale e anche di quello più locale, Europe e Italia per intenderci, non offrono molto spunti di positività. Non immediata, almeno. Il mondo visto da Cernobbio Puntuale per dare il là alla primavera finanziaria/economica arriva il 35° Workshop Teha Ambrosetti sul lago di Como. Se nel mondo globalizzato e in transito verso comunicazioni diverse e in prospettiva costruite, il faccia a faccia, il convegno classico e il dibattito hanno un po’ perso la loro centralità rispetto al passato anche recente. Forse il Workshop di Cernobbio e il Forum di settembre risentono un po’ di questa transizione, ma per ora tengono. E il valore del dibattito e del contributo non si discutono. Grazie per aver letto Umberto’s Substack! Iscriviti gratuitamente per ricevere nuovi post e per

La sorpresa di Biden e lo sprofondo di Gaza

Sull’orlo della demenza, campione di gaffe, incapace di distinguere una capo di Stato da un altro, problemi di deambulazione e chi più ha più ne metta. Sul presidente americano Joe Biden nei mesi scorsi sono piovute accuse, insinuazioni e invenzioni di ogni tipo, molto - forse troppe - apparentemente indipendenti, in realtà frutto di una strategia filo repubblicana per delegittimare il presidente in carica ed esaltare il suo avversario, Donald Trump. ma dietro vi potrebbe essere molto altro, di ben peggiore. Qualcosa che guarda a Est e non serve molta fantasia per capire.

Il Sabato Del Villaggio Globale - 17 febbraio 2024

E’ morto in un gulag moderno ma neppure troppo. Morto per esilio, condanna in condizioni estreme, isolato, ammazzato prima dentro e ora fuori. Distinguo della destra italiana a parte, ha ragione l’ex consigliera di Bush jr, Obama e Trump, Fiona Hill quando afferma che la morte di Aleksej Navalny, lo storico oppositore di Putin, conferma che quest’ultimo “ormai non teme nessuno e sta dicendo al mondo che Navalny l’ha fatto fuori lui” . Il neozar, infatti, al contrario di alcune attese o analsi sbagliate, si dimostra più saldo e sicuro di un paio d’anni fa, al momento dell’invasione dell’Ucraina. Le sanzioni hanno prodotto effetti pesanti sulla economia russa, ma non così fatali, anche perché il regime riesce a nascondere gli effetti, limitarli e in parte aggira i provvedimenti occidentali con le triangolazioni attraverso gli “amici” Cina e India, ma anche con l’apporto di molti Paesi mediorientali e asiatici, nonché africani e sudamericani che gli forniscono la sponda giusta. QUI Ma s

Il Sabato Del Villaggio Globale - 10 febbraio 2024

Cosa si muove nel mondo, di cosa si discute nei piani alti del potere che conta e nei piani bassi (purtroppo) della gente comune, con la constatazione che spesso i due livelli di discorso e ragionamento non s'incontrano? Si parla di guerre e si subiscono gli effetti delle stesse: negativi, ovviamente, in termini di umanità, di vittime, di abusi, di distruzioni, di disuguaglianze, di ferocia. Senza che nessuno sia in grado di andare oltre i propri interessi contingenti - spesso, come ad esempio e non solo di Netanyahu, elettorali, -  come la prode Ursula von der Leyen che in nome di qualche voto in più per restare in sella manda a quel paese la salute di milioni di europei dando il via libera alle lobby dei pesticidi. Altro che visione del Green Deal!

Il Sabato Del Villaggio Globale - 3 febbraio 2024

  👉  Un trattore vi travolgerà Mezza Europa assediata dai farmer esasperati da contributi che non sono più quelli generosi di un tempo ( Common agricultural policy - Consilium   Fonte Ispi)  - e tagliati spesso dagli Stati piuttosto che da Bruxelles -, da pratiche burocratiche sempre più asfissianti - e qui hanno ragione appieno, ma un po' tutti i settori della vita lavorativa e della vita civile potrebbe lamentare lo stesso -, da concorrenze brutali dei colossi dell'agroindustria, dalla multinazionali spesso ubicate oltre oceano e in Sudamerica, da una filiera che penalizza i produttori a tutto vantaggio dei distributori, e da una transizione ecologica costosa anche se necessaria soprattutto di fronte ai cataclismi che, sempre più di frequente, danneggiano appunto l'agricoltura. Ispi ricorda che se l'agricoltura contribuisca appena per l'11% alle emissioni dannose, è il primo settore in quanto a prezzi da pagare per i cambiamenti climatici ( Floods, droughts and

Nostalgia di Trump, nostalgia canaglia

Inutile girarci intorno o volerlo negare in base ai pregiudizi. O anche riferendosi al semplice buon senso o della storia del dopoguerra, fra il Novecento e gli anni Duemila. Tra l’altro, per quanto possa pesare - ma quanto a sentiment il peso ce l’ha - a Davos è argomento di discussione se non in modo chiaro, ma nei salotti, nei briefing e nei party l’argomento tiene banco. Insomma l’ipotesi non è tanto campata per aria:

Davos, l'illusione di contare ancora

Torna Davos, con la sua neve, la sua irrangiungibilità alle contestazioni vecchio stile - quelle di piazza, dei figli di Seattle e del G8 di Genova per capirci -, i suoi cecchini. E soprattutto con le sue élite filo-occidentali, dei Paesi più ricchi ed esclusivi che nei salotti riscaldati discutevano di scenari affascinanti, ovviamente capitalisti, ma aperti al futuro, alle sue innovazioni “buone”, all’evoluzione pulita e molto upper class.