"Non pensavo che fosse così difficile". Che cosa? Fare il presidente degli Stati Uniti. Parola di Donald Trump. E il Washington Post, caustico, sottolinea che ora è in sintonia con la maggioranza degli americani.
Fare il presidente degli Stati Uniti, del resto, per un miliardario può risultare un lavoro strano. Intanto si hanno sulle spalle i trecento milioni di americani e indirettamente i destini di qualche miliardo di abitanti della Terra. E soprattutto gli affari non sono privati, ma riguardano le tasche e le esistenze dei suddetti miliardi. E non basta disegnare un audace piano fiscale per essere certi di aver messo definitivamente alle spalle la Grande Recessione. Così lavorare per la crescita ( qui i consigli di un liberal come James K. Galbraith) diventa una fatica di Sisifo per qualsiasi, di più per un tycoon abituato a impartire ordini ai suoi consigli d' amministrazione, aggirare le leggi se necessario, non farsi troppi scrupoli nel guidare un'impresa.
Ma intanto il Pil dei primi tre mesi frena, 0,7 contro 1,2 atteso e 2,1 di fine 2016 (ma la performance di Wall Street è la seconda migliore nei primi cento giorno dopo Kennedy) , la Corea reagisce (a parole) all'aggressività del presidente il quale si rende conto che basta un incidente per far esplodere un ordigno nucleare nelle penisola coreana, con tutto quanto un evento del genere potrebbe provocare e non solo negli alleati di Seul, la riforma dell'Obamacare è rinviata, il Muro pure, la riforma fiscale solleva mille dubbi , i bandi contro i musulmani sono stati bloccati dalla loro complessità, inapplicabilità e dai giudici.
E' davvero difficile fare il presidente degli Stati Uniti!
Fare il presidente degli Stati Uniti, del resto, per un miliardario può risultare un lavoro strano. Intanto si hanno sulle spalle i trecento milioni di americani e indirettamente i destini di qualche miliardo di abitanti della Terra. E soprattutto gli affari non sono privati, ma riguardano le tasche e le esistenze dei suddetti miliardi. E non basta disegnare un audace piano fiscale per essere certi di aver messo definitivamente alle spalle la Grande Recessione. Così lavorare per la crescita ( qui i consigli di un liberal come James K. Galbraith) diventa una fatica di Sisifo per qualsiasi, di più per un tycoon abituato a impartire ordini ai suoi consigli d' amministrazione, aggirare le leggi se necessario, non farsi troppi scrupoli nel guidare un'impresa.
Ma intanto il Pil dei primi tre mesi frena, 0,7 contro 1,2 atteso e 2,1 di fine 2016 (ma la performance di Wall Street è la seconda migliore nei primi cento giorno dopo Kennedy) , la Corea reagisce (a parole) all'aggressività del presidente il quale si rende conto che basta un incidente per far esplodere un ordigno nucleare nelle penisola coreana, con tutto quanto un evento del genere potrebbe provocare e non solo negli alleati di Seul, la riforma dell'Obamacare è rinviata, il Muro pure, la riforma fiscale solleva mille dubbi , i bandi contro i musulmani sono stati bloccati dalla loro complessità, inapplicabilità e dai giudici.
E' davvero difficile fare il presidente degli Stati Uniti!
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