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Con la pistola alla nuca

Accordo o no? Forse. Ma certo la Grecia e Tsipras in particolare non potrà dire di aver potuto decidere con libertà sulle sorti del suo popolo. Date un'occhiata a questo pezzo su Repubblica in cui un funzionario spiega retroscena di come l'Europa dei "falchi" (ma esistono veramente le colombe a Bruxelles, quelle "colombe" che in anni di lento strangolamento di Atene non hanno mai neppure alzato un dito, "colombe" di destra - ovvio - ma anche della socialdemocrazia) voleva ridurre i greci al livello di "schiavi" dell'Unione.

Qualche giorno prima del referendum, - scrive Repubblica - un importante funzionario del governo greco ha ricevuto alcuni giornalisti francesi, tra i quali Christian Salmon di Mediapart, per raccontare loro quello che era successo negli ultimi mesi di trattative fra il governo di Syriza e Bruxelles. Ecco alcuni stralci di quanto ha riferito il funzionario ai giornalisti:


"Da marzo in poi, abbiamo cominciato a economizzare tutto quello che potevamo nelle spese dello Stato. Abbiamo accorpato tutte le riserve di denaro delle varie ramificazioni dello Stato, degli enti pubblici, degli enti locali, per pagare il Fmi. Questo ha portato a una riduzione interna della liquidità in contanti. Le banche, le imprese esportatrici, le imprese manifatturiere non potevano più prendere soldi in prestito. Le persone non potevano più pagare i loro debiti. Il sistema del credito ha cominciato a disintegrarsi".
Il funzionario poi entra nel dettaglio degli aiuti concessi con il bailout:

"Tutti i prestiti che abbiamo ricevuto - 240-250 miliardi - sono andati a pagare gli interessi sul debito, e dunque sono tornati ai creditori. Il primo piano di salvataggio è stato un salvataggio delle banche e un trasferimento in favore dello Stato. Non potevamo prendere nessuna misura per migliorare la liquidità dell' economia: la Bce ha imposto restrizioni, una dopo l' altra. Fin dall' inizio questo l' ho chiamato strangolamento attraverso il credito."
Esemplare la descrizione del meccanismo attraverso il quale le istruzioni di Bruxelles arrivano a stringere i Paesi ad adottare le prescrizioni indicate, senza alcuna libertà di scegliere. E lo strumento usato è il credito usato come un guinzaglio.
A metà marzo qualcuno a Bruxelles ha detto: «Sì, le istituzioni (Bce, Fmi, Commissione europea) usano il credito per costringere il Governo a sottomettersi e accettare le riforme. Fatele in fretta». Per quanto mi riguarda, equivaleva ad ammettere che usavano il peggiore degli strumenti di ricatto economico contro il Paese.  Il ministro dell' Economia Yanis Varoufakis ha parlato di waterboarding finanziario". 
Il funzionario ha spiegato, sempre nel pezzo di Repubblica che riporta il colloquio con il giornalista di Mediapart, facendo riferimento all'ex ministro delle Finanze, come i Paesi forti dell'Unione hanno anche usato senza scrupoli l'arma mediatica pur di mettere all'angolo la Grecia

" È una questione di egemonia politica e ideologica. All' inizio Varoufakis da solo ha cercato di far cambiare verso all' opinione pubblica in Europa e perfino in Germania. I responsabili dell' Eurogruppo hanno risposto a modo loro. All' inizio di febbraio Dijsselbloem ha detto a Varoufakis: «O firmate il memorandum o la vostra economia colerà a picco. Come? Faremo crollare le vostre banche». C' era una volontà di umiliazione. Varoufakis ha chiesto: «Chi lo ha deciso?». Dijsselbloem gli ha risposto: «Io l' ho deciso». Non avrebbe dovuto esserci un voto? Quella decisione non avrebbe dovuto essere presa all' unanimità? In un funzionamento normale, sicuramente. Ma all' eurogruppo non è necessario, perché non c' è nessun rendiconto scritto. E dunque, non c' è niente di formale". 


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