Passa ai contenuti principali

Lo scalpo

Accordo nella notte, annuncia Bruxelles. Tsipras si trova con un accordo ben peggiore di quello già bocciato al referendum. Lui sa già che per farlo passare dovrà contare sull'opposizione e ciò significa che per lui è finita, nonostante tenti di venderlo con una ristrutturazione del debito che vede solo lui, con i soldi per la crescita



 (cosa vuol dire? Apertura agli investimenti stranieri, tedeschi e francesi) ma solo un quarto rispetto al resto che servirà a salvare (e privatizzare) le solite banche e a rifondere i creditori (Paesi, Fmi e Bce). E i soldi al popolo di cui lo stesso Tsipras lamentava l'assenza nei precedenti piani di salvataggio?
Il premier greco dice di aver salvato il suo Paese: può darsi per ora, con i pochi soldi nei conti correnti messi un po' al riparo fin quando non svaniranno in una Grecia che diventerà il paradiso delle privatizzazioni selvagge. Il vero cuore è infatti quel fondo da 50 miliardi (che sia in Grecia sorvegliato dalla post Troika o in Lussemburgo non cambia la sostanza) che serve a mettere sul mercato quel poco che restava alla Grecia: banche (ancora), le società pubbliche (quella elettrica soprattutto, sul quale Syriza aveva eretta un barricata, le ferrovie) e i porti (molto ambiti dai cinesi ma che ora, chissà perché, finiranno magari in mano tedesche o dintorni).
A questo punto Tsipras, pur confermatosi leader di solida pasta, pragmatico all'estremo, potrà vedersi costretto a lasciare, magari per ritornare dopo un voto anticipato, a capo di un partito di sinistra un po' più moderato. Ma la delusione potrebbe aprire le porte ad Alba Dorata. In un  primo tempo l'Europa avrà l'illusione di aver disinnescato la mina delle sinistre alternative e radicali, fiere oppositrici delle dottrine liberiste, (un avvertimento a Podemos per il voto di novembre), ma in seguito ci si accorgerà che ormai il tappo è stato tolto e che la perdita di fiducia e credibilità in questa Europa a trazione germanica ha segnato i popoli e le loro scelte. Che potranno essere anche e purtroppo molto irrazionali, certo non quelle spinte ma con un'idea politica ben precisa propugnate da Syriza e raccolte nelle analisi di Varoufakis. E visto che la ripresa sarà lenta, lentissima le ricadute saranno ben peggiori di oggi. Con queste leaderini europei a guardarsi smarriti sopra ilo cumulo di macerie ideali ed economico-politiche. Allora la Grexit, ma forse anche un'Italexit s'imporranno nei fatti, senza gli interminabili e inconcludenti summit. E sarà un guaio per tutti noi.

Commenti

Post popolari in questo blog

WEF Davos 2019 - Giorno 1

Al via Il World Economic Forum di Davos, senza gli Stati Uniti e con l'ombra sovranista che incombe in particolare sul Vecchio Continente mentre nel contempo sembra attenuarsi la concezione globalista che è il topic dello stesso Wef.

Il Sabato Del Villaggio Globale - 3 giugno 2023

  🌍Clima & Ambiente🌴 👉  INC2 Parigi. La guerra della plastica.  UN lays out blueprint to reduce plastic waste 80% by 2040 | Reuters Plastic recycling in focus as treaty talks get underway in Paris | Reuters Paris to ban single-use plastic at 2024 Games | Reuters 👉 Energie rinnovabili .  The world is finally spending more on solar than oil production | MIT Technology Review 👉 Acciaio verde.   How green steel made with electricity could clean up a dirty industry | MIT Technology Review

C'era una volta l'America

C'era una volta l'America. Quella del Nuovo Mondo, della guerra d'indipendenza, del progresso economico e tecnologico e anche sociale, l'America sbarcata in Europa per aiutarla e dare il colpo finale al nazismo - in sostanza a salvarla -, venuta fin qui anche a fare affari, a gettare le basi del secolo americano e dell'impero americano, della Guerra fredda, della grande rivoluzione culturale del '68, dei figli dei fiori e della vita on the road, della lotta al razzismo, delle marce di Martin Luther King, del mito e della tragedia dei Kennedy, del Vietnam