C'era una volta l'America. Quella del Nuovo Mondo, della guerra d'indipendenza, del progresso economico e tecnologico e anche sociale, l'America sbarcata in Europa per aiutarla e dare il colpo finale al nazismo - in sostanza a salvarla -, venuta fin qui anche a fare affari, a gettare le basi del secolo americano e dell'impero americano, della Guerra fredda, della grande rivoluzione culturale del '68, dei figli dei fiori e della vita on the road, della lotta al razzismo, delle marce di Martin Luther King, del mito e della tragedia dei Kennedy, del Vietnam
e della contestazione oltre che dello choc post bellico di milioni di reduci, dello sbarco sulla Luna, del rock e della migliore musica del secolo, del cinema, delle star di radio e schermo grande e piccolo, della letteratura della frontiera e dei grandi scrittori del presente e delle pulsioni più o meno nobili, della letteratura crime più vera, l'America dell'esportazione delle democrazia attraverso le guerre, dell'incubo dell'11 settembre, della crisi finanziaria del 2008, del declino del suo impero, del Trump 1 e della riscossa Dem.Bene. Questa America non c'è più. Via, cancellata. Dimenticatela e riponetela sullo scaffale dei ricordi, belli o brutti che siano stati.
👉 Trump’s Win Ends a Post-World War II Era of U.S. Leadership - The New York Times
La vittoria bis di Donald Trump, magari non a valanga come si dice con una delle tante frasi fatte, ma significativa per i segmenti di popolo che ha coinvolto, mobilitato, interessato. Comunque grande vittoria. Soprattutto completa, sul piano istituzionale (ora i rep hanno Senato, forse la Camera e Corte Suprema con loro) ma ancora di più sul piano sociale e della narrazione, questa sì, globale. Un esempio ha detto o scritto qualcuno in queste ore. Ecco sì, un esempio. Per il resto del mondo.
👉 The real winners of the US election: Europe’s populist right-wing wreckers – POLITICO
Ecco il "valore" di questa affermazione che, complici il ruolo di alcuni social media, l'AI arrembante, i soldi e la tecnocrazia delle Big Tech della Silicon Valley ormai fredde con la sinistra se non passate armi e bagagli al campo populista, potrebbe essere il fattore decisivo per ridisegnare il mondo intero, o piuttosto ampie fette della porzione occidentale, secondo i peggiori scenari disegnati da Trump e in particolare dai teorici stile Steve Bannon o dai teorici del Progetto 2025 ( Project 2025 | Presidential Transition Project).
E' bello pensare che la democrazia americana sia più forte di tutto, ma mai nel passato recente ha subito un attacco come quello attuale sostenuto da armi di convincimento di massa mai neppure immaginate.
Non serve neppure basarsi sul Trump 1 perché nel 2016 il tycoon era nuovo e inesperto della politica, il suo movimento agli albori, forse lui stesso non si aspettava di vincere con la corazzata Hillary Clinton. Così all'epoca dovette circondarsi di figure istituzionali nate dalla pancia del GOP, maturate nell'alveo neocon di Bush figlio, consiglieri e funzionari comunque formatisi dentro un sistema costituzionale al quale riconoscevano preminenza e rispetto. Proprio ciò che i trumpiani e il loro capo in modo palese hanno dimostrato di non condividere con l'assalto al Congresso del 6 gennaio del 2021.
Oggi no, dal Project 2025 e dalla "maturazione" di Trump in anni per lui duri (in particolare sul versante giudiziario che ha cercato di scavare negli oscuri meandri del suo potere finanziario), uscirà una presidenza del tutto nuova, che vuole rimodellare l'America di cui si diceva all'inizio (probabilmente riscrivendone perfino la storia recente) adattandola a uno schema del capo, di una moderna tecnocrazia in cui pesi-contrappesi e rappresentanze sociali, le figure intermedie e gli istituti indipendenti e autonomi non siano più tali. O annullandoli di colpi, azzerandoli con blitz legislativi, oppure all'italiana, svuotandoli di compiti e significati un po' alla volta, privandoli di poteri d'intervento e parola. Il tutto motivato con il concetto plebiscitario, guarda caso mutuato da tutti i governi di destra populista: l'ha scelto il popolo.
👉 Democracy Derailed: Trump’s Triumph Signals a Dark New Era
Tuttavia ciò che farà lo diranno i fatti, in particolare quelli che terrà nascosti o segreti.
Per il resto la vera domanda che angoscia metà America e la ancora (forse) maggioranza dei paesi del globo occidentale e che è riassunta sul perché 70 mln di statunitensi abbiano messo il bastone di un comando così potente nelle mani di un ricco, inaffidabile, sguaiato, con tutta probabilità dall'umore e dagli istinti prevaricatori e instabili, con rara o nulla statura morale, che più politicamente scorretto non si potrebbe, pluripregiudicato e imputato per reati gravi?
Le risposte sono molte e complesse ma certo non si possono ridurre all'interno delle classica e sconfitta obiezione della sinistra sull'inferiorità culturale e forse morale di chi l'ha votato.
E' l'errore maggiore fatto dalla Harris e dal cotè obamiano-clintoniano che l'ha spinta spingendo da parte, neppure tanto con le buone, un Joe Biden ormai a fine corsa e in preda alla testardaggine di moltissimi anziani che non si rassegnano a vedere il mondo, il loro mondo, che cambia e affidarne i destini a qualcuno più giovane e magari più dotato.
Per capire un p' il mondo trumpiano, il suo popolo, leggete questa analisi di POLITICO 👉QUI
Come Kamala Harris è il progressismo mondiale a doversi interrogare - e per una volta tanto decidersi a capire e a elaborare risposte chiare, semplici efficaci e non eterni libelli illeggibili - sul perché l'America l'ha bocciato e parte dell'Europa lo farà o lo ha appena fatto (vedi Italia).
Quei 70 e passa mln che hanno votato Trump hanno dalla loro motivazioni semplici e comprensibili: il sogno Usa non c'è più da tempo, il libero mercato e la nazione delle occasioni sono mondi diversi e contrapposti con il primo che si è evoluto nella sua dimensione atroce e devastante e il secondo che si è contratto dentro uno specchio deformante. I poveri o meglio gli impoveriti della ex classe media non riescono più a salire sulla scala sociale, stanno peggio dei loro padri, hanno paura e sono assaliti da criminali di strada, il loro lavoro già non più ben pagato come un tempo è reso gravoso e demoralizzante da deregulation, impatto delle nuove tecnologie digitali con spinte all'organizzazione selvaggia, oltretutto insidiato da chi è più povero e arriva da lontano disposto a un'occupazione a regole al ribasso. Il futuro dei loro figli non sarà migliore, in America come in Europa e negli States il benessere tradizionale ereditato da decenni attraverso le generazioni, non è più tale o traballa con nuove sfide dietro l'angolo, insidiose come non mai: l'AI per tutte, magari altre guerre, chi lo sa possibili altre pandemie, il domani da anziani - e saranno sempre di più - con meno mezzi di sostentamento e assistenze (peraltro negli Usa appannaggio di chi ha avuto una vita di lavoro ben retribuito).
Il fronte progressista, davanti a tutto ciò, che fa, negli Usa e in Europa (anche in Italia)? Risponde incerto cercando da uscire dalle ubriacature social-liberiste di Clinton e Blair, promettendo a metà più aiuti sul welfare, sulle assistenze, ritocchi dei salari comunque sempre insufficienti, parlando più di aziende e lavori piuttosto che di lavoratori e sottoccupati, difendendo più le burocrazie che le vittime di queste ultime.
Trump says Elon Musk would head a commission he pitched if he's re-elected
Rifugiandosi piuttosto nei diritti globali, giustissimi e sacrosanti ma anche appartenenti a categorie ristrette seppure influenti e abbienti, nel politicamente corretto all'eccesso (la cultura woke), in una lettura dell'immigrazione che fa prevalere le doverose e necessarie accoglienza e integrazione sui motivi di disparità rispetto a chi immigrato non è o addirittura è ormai assimilato. Senza interrogarsi, con la necessaria fermezza, sui conflitti che ogni immigrato si porta dietro e dentro, con la cultura da cui proviene, persino dell'impatto che la sua religione - soprattutto quelle integraliste - può avere in contesti diversi.
La destra ultra, trumpiana o sovranista che si voglia, ha risposte banali, è capace di portare il bar in piazza e lì di offrire le soluzioni dirette. Che siano applicabili o no, quali i costi anche umani che possono avere, quali ricadute possano comportare non importa: Donald & C risponde, assicura, rassicura, ti dà una pacca sulle spalle, una battuta salace, simpatica, scorretta e oscena non importa (in quale bar del mondo non si è mai scherzato sulle minoranze e sui loro diritti?), forse ti allunga sotto il tavolo una banconota, ti spiega che il fisco è cattivo e ti insegna come fregarlo, che qualsiasi terzo - sia esso un giudice, un impiegato statale che ti blocca una licenza, un atto, addirittura un arbitro di calcio - in fondo ha solo lo scopo di limitare la tua libertà di cittadino, che ogni diverso che trovi per strada è potenzialmente un criminale che la polizia deve sbattere in cella e se serve ammazzare pure. O, ancora, che se non riesci a comperarti la macchina è perché ti vogliono rifilare quelle green più costose (peccato che nel frattempo siano rincarate tutte) e che se un uragano ti distrugge la casa è una fatalità e il clima non c'entra (QUI) ("senti che freddino c'è stasera qui eppure parlano di riscaldamento climatico" ha detto Trump in uno dei suoi ultimi comizi e ragionamenti simili li trovi nella stampa spazzatura) e che se hai quella tosse fastidiosa è senz'altro a causa di quell'intruglio che ti hanno iniettato come vaccino (mentre invece il virus non c'entra).
Un amico del bar di questo genere come si fa a non ascoltarlo, a non seguirlo? Come si fa a dargli torto? Che poi lui sia ricco e tu il solito disgraziato, che lui aiuti i suoi amici ancora più ricchi e a te invece non resti che fregare il tuo ex compagno di banco e anche il parente, che tu abbia un figlio omosessuale o una moglie vittima di abusi casalinghi, che il tuo datore di lavoro non ti aumenti lo stipendio e pretenda sempre di più, che tu venga bullizzato, che tu assista solo a show finto-giornalistici dove le uniche notizie via tv o via social siano crimini e crimini, al punto che tu ti convinca che là fuori ci sono solo cattivi e violenti, oppure che la news del giorno sia quello dello sportivo stra-ricco che si separa, tradisce e scappa con la nuova compagna o piuttosto del matrimonio reale, tutto questo poco importa. Non è un problema del tuo amico del bar, che ti ha dato la pacca sulle spella e ti ha convinto a votarlo. Lui fa, si circonda di fedeli, ma se le cose non vanno, tu non esci dalla tua condizione, non possa andare tutti i giorni al Mc Donalds come un tempo, se non hai l'ultimo modello di iPhone... beh è colpa dei cinesi, dello straniero brutto, sporco e cattivo, degli europei, di chi non ti lascia libero.
E la giostra riprende a girare. Chissà se i progressisti torneranno a frequentare i bar!
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