Piccoli leader e per di più incapaci. E fosse solo questo. Mai nella sua storia l'Europa è stata così vicina alla rottura, alla sua separazione fra "buoni" e cattivi", a seconda della prospettiva, è ovvio. Mai è mancata come oggi ogni prospettiva comune, cosa del resto ben più che sospettata in questi anni di austerità cieca - ma al servizio di un solo Stato, il più forte economicamente -, mai sono stati così forte l'individualismo, il cinismo, la mancanza di solidarietà
, la capacità di mettere l'interesse comune davanti a quello nazionale, primo passo per una vera unione o integrazione.
La Merkel probabilmente insieme al suo sodale Wolfang Schauble avrà fatto i conti di quanto le costerebbe la Grexit e ha concluso che le ricadute saranno maggiori per gli altri. Ma insieme alla pletora degli Stati dell'Est che dipendono dalle esportazioni tedesche - è questo il vero mercato interno della Germania- non ha calcolato il danno politico a livello di opinioni pubbliche già sballottate dalle tesi populiste. Se l'idea europea già scricchiolava abbastanza nelle coscienze, adesso sta subendo il colpo fatale. E a poco serviranno discorsi, conferenze, summit per far cambiare idee.
L'immagine che resterà - anche se nessuno l'ha fissata in un file o in una vecchia pellicola - è quella plasticamente esposta dal Guardian su waterboarding mentale a cui sarebbe stato sottoposto Tsipras nel suo incontro con la Merkel e Hollande. Ecco la resa dei conti politica -perché come abbiamo già detto su questo blog la la partita è sempre stata più politica che economica - attuata con una brutalità che in altri tempi sarebbe stata considerata un atto di guerra contro Tsipras "colpevole "di aver messo in discussione il modello renano a favore di un'Europa dei popoli invece di quella delle banche, della finanza, delle oligarchie. Non solo lo aveva affermato quando ha portato Syriza alla vittoria, ma lo ha dimostrato con il referendum. Un affronto che a Berlino non hanno potuto sopportare, pena il timore di vedere il potere sgretolarsi e con esso un quadro di certezze e dominio economico difficilmente condivisibili se visti dal lato dei lavoratori, di chi ha meno, dei giovani che cercano lavoro, che studiano e scoprono un mondo di diseguaglianze.
Così ora il re (Ue, Germania e compagnia) è nudo e nella sua lucida "follia" economicistica e tecnocratica Il Fmi si è assunto il potere di ribadirlo per iscritto quando ha sostenuto che in Grecia, per accettare le ultime, impossibili, umilianti disposizioni, "è necessario un governo tecnico". Passati i tempi dei colonnelli, ora - alla faccia del voto - s'invoca un cambio di esecutivo deciso nella sede dell'istituzione internazionale o nelle cancellerie. Hanno sempre voluto la Grecia fuori dall'euro. Ora sono passati all'azione.
Resisterà Tsipras? Non ha molte altre scelte per non trasformarsi in poche ore in uno zombie politico. Può diventare, con un no secco, il nuove eroe della Grecia e affrontare con sicurezza il nuovo voto. E se come dicono i sondaggi potrebbe addirittura prendere ancora più voti (e maggioranza) cosa diranno il Fmi e gli altri?
, la capacità di mettere l'interesse comune davanti a quello nazionale, primo passo per una vera unione o integrazione.
La Merkel probabilmente insieme al suo sodale Wolfang Schauble avrà fatto i conti di quanto le costerebbe la Grexit e ha concluso che le ricadute saranno maggiori per gli altri. Ma insieme alla pletora degli Stati dell'Est che dipendono dalle esportazioni tedesche - è questo il vero mercato interno della Germania- non ha calcolato il danno politico a livello di opinioni pubbliche già sballottate dalle tesi populiste. Se l'idea europea già scricchiolava abbastanza nelle coscienze, adesso sta subendo il colpo fatale. E a poco serviranno discorsi, conferenze, summit per far cambiare idee.
L'immagine che resterà - anche se nessuno l'ha fissata in un file o in una vecchia pellicola - è quella plasticamente esposta dal Guardian su waterboarding mentale a cui sarebbe stato sottoposto Tsipras nel suo incontro con la Merkel e Hollande. Ecco la resa dei conti politica -perché come abbiamo già detto su questo blog la la partita è sempre stata più politica che economica - attuata con una brutalità che in altri tempi sarebbe stata considerata un atto di guerra contro Tsipras "colpevole "di aver messo in discussione il modello renano a favore di un'Europa dei popoli invece di quella delle banche, della finanza, delle oligarchie. Non solo lo aveva affermato quando ha portato Syriza alla vittoria, ma lo ha dimostrato con il referendum. Un affronto che a Berlino non hanno potuto sopportare, pena il timore di vedere il potere sgretolarsi e con esso un quadro di certezze e dominio economico difficilmente condivisibili se visti dal lato dei lavoratori, di chi ha meno, dei giovani che cercano lavoro, che studiano e scoprono un mondo di diseguaglianze.
Così ora il re (Ue, Germania e compagnia) è nudo e nella sua lucida "follia" economicistica e tecnocratica Il Fmi si è assunto il potere di ribadirlo per iscritto quando ha sostenuto che in Grecia, per accettare le ultime, impossibili, umilianti disposizioni, "è necessario un governo tecnico". Passati i tempi dei colonnelli, ora - alla faccia del voto - s'invoca un cambio di esecutivo deciso nella sede dell'istituzione internazionale o nelle cancellerie. Hanno sempre voluto la Grecia fuori dall'euro. Ora sono passati all'azione.
Resisterà Tsipras? Non ha molte altre scelte per non trasformarsi in poche ore in uno zombie politico. Può diventare, con un no secco, il nuove eroe della Grecia e affrontare con sicurezza il nuovo voto. E se come dicono i sondaggi potrebbe addirittura prendere ancora più voti (e maggioranza) cosa diranno il Fmi e gli altri?
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