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Razzismo de noantri

In Germania e nel resto d'Euroa sta facendo molto discutere un editoriale trasmesso dalla prima rete pubblica Ard, in cui la giornalista Anja Reschke ha invitato i tedeschi a ribellarsi apertamente all'ondata di razzismo che sta contagiando il Paese. Sui social network vera free area per considerazioni sempre più esplicitamente xenofobe, l' appello ha catalizzato una serie di commenti sprezzanti, ma anche centinaia di migliaia di apprezzamenti.

 ''Cosa succederebbe se dicessi che la Germania deve accogliere anche i migranti in fuga per ragioni economiche?'', si è chiesta Reschke. ''Subito sarei subissata da commenti rabbiosi'', ha considerato, stigmatizzando poi il fatto che ora non ci si vergogna più di mostrarsi razzisti contro i rifugiati con il proprio nome e cognome. E che anzi si raccolgono consensi. Un atteggiamento che ha spianato la strada agli attentati rivolti contro i centri di accoglienza e alle manifestazioni contro i rifugiati: ''Sono già realtà. Non può andare avanti così''.
Anche la legge secondo la giornalista arriva fino a un certo punto.  ''Ma non basta: chi sparge odio deve capire che questo Paese non lo tollera'' e chi non è d'accordo lo deve dire chiaramente. Serve una ''coalizione degli onesti'', ha detto Reschke richiamando un concetto di 15 anni fa, espresso dall'allora cancelliere Gerhard Schroeder in difesa degli ebrei.
E' importante stabilire che noi siamo la maggioranza, ha aggiunto la Reschke nei giorni successivi, mentre i razzisti in questo Paese sono la minoranza.
Un paio di considerazioni: chi oggi in Italia, tra i giornalisti ma anche tra gli altri, ha il coraggio di levare una voce così alta? Pochi, il resto è conformismo e paura. E perché in Italia non si applicano fino in fondo le norme contro il razzismo?

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