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Il salotto sul lago

Da venerdì 4 a domenica 6 settembre torna il tradizionale appuntamento di fine estate sul lago di Como: il forum Ambrosetti. Quest'anno premier Matteo Renzi dovrebbe farsi vedere nelle felpate sale del Villa d'Este di Cernobbio,

ormai storica location della reunion di economisti, politici, banchieri, manager e capitani d'industria. Nel 2014 volle dare uno schiaffo ai salotti che lo guardano con scetticismo (e criticavano i suoi approcci easy all'economia) e se ne andò a inaugurare una fabbrica di rubinetti dalle parti di Brescia.
«L’establishment che storce il naso è lo stesso che ha rovinato il Paese»
Stavolta vedremo se rispetterà la promessa e verrà "a Canossa" magari rivendicando che lui questa Italia la sta cambiando sul serio e non per finta, come invece sottolineano molti degli stessi protagonisti del forum.
Date un'occhiata qui al parterre annunciato quest'anno. Stavolta in agenda ci saranno la Cina, l'Europa che non cresce (e gli Usa sì), il Medio Oriente fra terrorismo, guerre e Iran e naturalmente l'Italia, la Grecia alla vigila delle elezioni e la Spagna idem. Ma anche molto altro. Da visitare il sito dell'Ambrosetti.
Che sia un salotto di poteri forti non c'è dubbio. Ma l'Ambrosetti, dietro l'apparenza di un think tank paludato e formale, nasconde un'anima un po' pop, differente dagli altri  organismi che promuovono verbosi convegni economico-politici. Intanto si è conquistato il primo posto in Italia tra i think tank, il quarto in Europa e il 18esimo nel mondo per la sua capacità di approfondire e produrre ricerche e documenti sui temo dell'innovazione, dello sviluppo e dell'analisi delle questione globali. Ma  l'Ambrosetti, pur tra le porte chiuse delle sue sessioni, sa far parlare i suoi protagonisti, è un punto di convergenza e stanza di compensazione dei nuclei di crisi mondiali. Qui Arafat e Shimon Peres s'incontravano in segreto, Gianni Agnelli con le sue frasi
"La trattative non si fanno a cazzotti"
segnava i passaggi fondamentali della politica e dell'economia italiane, qui Antonio Di Pietro, ancora magistrato, indicò - inascoltato - la via d'uscita da Mani Pulite, qui Marvhionne un anno fa liquidò in diretta Luca Cordero Montezemolo dalla guida della Ferrari. Qui si è formato il club - informale - del team europeo che va da Mario Monti (tra i primi sostenitori dell'Ambrosetti e per anni punto di raccordo nell'organizzazione e gestione) a Enrico Letta, i "Cernobbio boys" che hanno sempre ragionato per un'Italia europea nella sua crescita economica e sociale. Ma a Cernobbio si è visto anche ciò che non entra nelle altre sede austere dei pensatoi mondiali: qui ha parlato Gianroberto Casaleggio e la scorsa primavera il "rivoluzionario" ministro delle Finanze greco (allora) Yanis Varoufakis ha raccolto, con la sua lettura di ciò che occorre per superare l'austerità di marca germanica, un imprevisto e inatteso applauso del parterre.
"Immagino una forma alternativa al Qe della Bce, in cui sia la Bei (Banca europea degli investimenti, ndr) che chiede ai Governi di guidare un programma per la ripresa degli investimenti. E mi piacerebbe chiamarlo 'piano Merkel'"
Insomma l'Ambrosetti  discute e costruisce lavori ad altissimo livello, ma sa anche far parlare di se e riuscire a parlare anche ai non esperti. E per un think tank internazionale non è poco.

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