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La sinistra del futuro di ieri

Dove va la sinistra? C'è vita a sinistra, come si chiede Il Manifesto?
Quale sinistra, aggiungo io? Anche perché bisogna mettersi d'accordo sul significato di sinistra, se è dotata di vita a se stante oppure rischia di apparire solo come l'altra faccia, esattamente speculare, rispetto alla destra.
La Gauche n’est jamais promptela sinistra non è mai pronta! (Jean Paul Sartre)
Sinistra traballante, vittima del liberismo che è penetrato nelle sue stesse fila, contrapposto alla libertà cui aspira, stretta nella dimensione di una democrazia limitata che rifiuta mediazioni a tutto vantaggio del leaderismo e delle parole d'ordine più semplici ed efficaci.
Ecco perché le parole usate da James Corbyn, neo capo dei labouristi, nel suo primo discorso davanti al partito, se da un lato delimitano il campo dell'agire e delle idee originarie, dall'altro si aprono verso le praterie delle vittime dell'austerità, del mondo del lavoro defraudato di diritti e speranze nel futuro, dell'universo di precarietà e vissuto in un sistema che risponde solo alle logiche del profitto e confina nella memoria perduta cultura, sentimenti ed etica.

«Dall' alba della storia in tutte le società ci sono alcuni individui ai quali è dato tanto e molti di più ai quali è dato poco e nulla. Pochi hanno la proprietà, il potere, lo status e il capitale che sono negati alla maggioranza. Ai molti con poco o nulla viene ripetuto che essi vivono in una economia globale il cui corso è immodificabile. Il partito laburista è nato per combattere questo modo di pensare. I laburisti sono la voce che dice: tu non sei obbligato ad accettare ciò che ti viene dato, tu sei nato povero ma non devi restare povero, tu non devi vivere senza speranza, il tuo talento e le tue ambizioni non devono avere limiti».
Parole che vengono dall'altro ieri e squillano nel futuro immediato capaci di essere colte anche in quelle classi un tempo lontane dalla sinistra e chiuse in un moderatismo artificioso e lobbista che sul ceto medio e il mondo delle professioni più manuali e specialistiche aveva costruito un consenso verso politiche di sottogoverno, clientelari e repressive. Può essere questa la strada della nuova sinistra, la sinistra 2.0, quella di Corbyn, Tsipras, Iglesias e oltre?

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