...tu vali sempre qualche bugia. Come quella che è il bene più prezioso per gli italiani, proprietari all'80% (ma con ampie differenziazioni al suo interno), che rendendola esente da qualsiasi tassa restituirebbe loro reddito da spendere subito, che liberandola dal gravame la si renderebbe più appetibile per un mercato affamato
di acquisti complici i mutui ai livelli minimi da anni.
L'ultima barzelletta del governo è dunque questa: non si paga più la Tasi, la casa è libera dalle tasse. Intanto una piccola premessa: ma la Tasi che si abolisce non doveva, dal suo nome, finanziare i servizi locali dei Comuni? Se sì, cosa faranno ora gli enti locali, dovranno ancora bussare alle porte romane chiedendo l'elemosina e di fatto mettendosi nelle mani dell'esecutivo di turno perdendo quella autonomia impositiva che non hanno peraltro mai avuto? Se no si tratta dell'ennesimo imbroglio di politici che non hanno avuto nemmeno il coraggio di chiamare una tassazione degli immobili con il loro nome.
Eppure per fare contenti gli italiani non si bada a spese. Soprattutto a quelle che dovremo pagare, per altre strade, per coprire il gettito che mancherà, circa 3,5-4 miliardi che saliranno a 5 con l'abolizione dell'Imu su terreni agricoli e imbullonati. A spiegare bene perché non far pagare una tassa, minima o massima, sugli immobili è più che un errore, bensì una buffonata, sono qui gli economisti liberali di NoisefromAmerika ben consci che questa posizione finisce per andare contro il comune sentire e la naturale risposta a una scelta che ti taglia le tasse.
Ma non sono questi i tributi statali da eliminare, quanto quelli che premono sul lavoro senza i quali le buste paga sarebbero più pesanti, favorirebbero l'occupazione.
Renzi ora, forse conscio del pasticcio, comincia a fare la classica mossa del gambero, nella quale è specializzato: dopo aver diffuso urbi et orbi il verbo del "basta tasse sulla casa", spaccando ancora il partito, ora fatti due conti comincia dire che ville e castelli pagheranno (ma solo se seconde case, così vedremo un fiorire di neocastellani), che anche una parte di inquilini di affitto saranno ancora sottoposti a tassazione. Fatti suoi il rispondere a quanti di questi ultimi si erano illusi. Intanto in contemporanea emerge che i Comuni potranno alzare l'aliquota sulla seconda casa. Dunque il premier riconosce che la sua demagogia lo stava portando verso l'iniquità e il rafforzamento della disuguaglianza, tanto più grave per un leader che ancora vuole guardare anche a sinistra. Tuttavia il passo è compiuto e tornare sui propri passi per ora impossibile. Almeno fino al prossimo voto. Dopo, quando il sistema finanziario farà ancora acqua, toccherà al solito tecnico fare la parte del cattivo. Se avremo il tempo di provvedere visto che già ora in Italia (solite mosche cocchiere a parte) e soprattutto all'estero si mette l'accento sull'errore di Renzi.
di acquisti complici i mutui ai livelli minimi da anni.
L'ultima barzelletta del governo è dunque questa: non si paga più la Tasi, la casa è libera dalle tasse. Intanto una piccola premessa: ma la Tasi che si abolisce non doveva, dal suo nome, finanziare i servizi locali dei Comuni? Se sì, cosa faranno ora gli enti locali, dovranno ancora bussare alle porte romane chiedendo l'elemosina e di fatto mettendosi nelle mani dell'esecutivo di turno perdendo quella autonomia impositiva che non hanno peraltro mai avuto? Se no si tratta dell'ennesimo imbroglio di politici che non hanno avuto nemmeno il coraggio di chiamare una tassazione degli immobili con il loro nome.
Eppure per fare contenti gli italiani non si bada a spese. Soprattutto a quelle che dovremo pagare, per altre strade, per coprire il gettito che mancherà, circa 3,5-4 miliardi che saliranno a 5 con l'abolizione dell'Imu su terreni agricoli e imbullonati. A spiegare bene perché non far pagare una tassa, minima o massima, sugli immobili è più che un errore, bensì una buffonata, sono qui gli economisti liberali di NoisefromAmerika ben consci che questa posizione finisce per andare contro il comune sentire e la naturale risposta a una scelta che ti taglia le tasse.
Ma non sono questi i tributi statali da eliminare, quanto quelli che premono sul lavoro senza i quali le buste paga sarebbero più pesanti, favorirebbero l'occupazione.
Renzi ora, forse conscio del pasticcio, comincia a fare la classica mossa del gambero, nella quale è specializzato: dopo aver diffuso urbi et orbi il verbo del "basta tasse sulla casa", spaccando ancora il partito, ora fatti due conti comincia dire che ville e castelli pagheranno (ma solo se seconde case, così vedremo un fiorire di neocastellani), che anche una parte di inquilini di affitto saranno ancora sottoposti a tassazione. Fatti suoi il rispondere a quanti di questi ultimi si erano illusi. Intanto in contemporanea emerge che i Comuni potranno alzare l'aliquota sulla seconda casa. Dunque il premier riconosce che la sua demagogia lo stava portando verso l'iniquità e il rafforzamento della disuguaglianza, tanto più grave per un leader che ancora vuole guardare anche a sinistra. Tuttavia il passo è compiuto e tornare sui propri passi per ora impossibile. Almeno fino al prossimo voto. Dopo, quando il sistema finanziario farà ancora acqua, toccherà al solito tecnico fare la parte del cattivo. Se avremo il tempo di provvedere visto che già ora in Italia (solite mosche cocchiere a parte) e soprattutto all'estero si mette l'accento sull'errore di Renzi.
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