Portano ricchezza, intellettuale e umana, reale (domani). No, portano disordini e instabilità, portano via il posto ai nostri figli, introducono crimine e religioni dell'odio. L'Europa ormai è sulla soglia - o forse l'ha già sorpassata - della schizofrenia.
Accoglie, non accoglie più, apre le frontiere, le chiude, alza i muri, poi li apre e ora li richiude. Schiera poliziotti alle frontiere, sfruttando le pieghe di Schenghen e nel frattempo non vuole quote, non vuole profughi, siano essi i colti e talvolta ricchi siriani e tantomeno i "brutti, sporchi e cattivi" neri dell'Africa subsahariana.
Ma dove è finita l'Europa che parla(va) di uguaglianza, diritti e aperture (proprio ieri i presidenti dei Parlamenti in uno scenario irreale, hanno rilanciato le vuote parole di unione politica)? Eppure è ormai un dato acquisito che le migrazioni stanno nella storia dell'uomo e che arricchiscono il mondo globale sostenuto - in uno schema economico ben definito - anche dai conservatori di ogni angolo del globo. Eppure l'Europa ha fatto cortocircuito.
E' tanto difficile accoglierli, seguirli e integrarli, consci che non sono i barbari che aiutarono la caduta dell'Impero romano (utile leggere Edoardo Gibbon) ma uomini, donne e bambini, intelligenze, cuori e braccia che ci possono arricchire comunque pur nelle difficoltà di coniugare storie ed educazioni diverse.
“Vogliamo l’uguaglianza senza che ciò significhi identità; ma vogliamo anche la differenza senza che ciò degeneri in superiorità/inferiorità. Vivere la differenza nell’eguaglianza: è cosa più facile a dirsi che a farsi”. (Cvetan Todorov)E poco è servito fino ad ora l'impegno propugnato da Juncker e dal Parlamento europeo. Anche perché di fronte a questi impegni, venduti come una svolta, non mancano i nodi e le perplessità di una politica inventata sul momento, raffazzonata, abbozzata e inconcludente che vede gli immigrati talvolta come risorsa, poi come peso, quindi come pacchi da assegnare in quote e magari contro il loro volere, a Paesi che non li vogliono e addirittura a bassissimo tasso democratico come l'Ungheria.
E' tanto difficile accoglierli, seguirli e integrarli, consci che non sono i barbari che aiutarono la caduta dell'Impero romano (utile leggere Edoardo Gibbon) ma uomini, donne e bambini, intelligenze, cuori e braccia che ci possono arricchire comunque pur nelle difficoltà di coniugare storie ed educazioni diverse.
"Cercavamo braccia, sono arrivati uomini" (Max Frisch)
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