"Siamo realisti, chiediamo l'impossibile". E l'impossibile dalle parti di Londra è diventato realtà, quando perfino i bookmaker davano la possibilità di realizzazione con un 200 a 1. Jeremy Corbyn, ultrasessantenne, ala sinistra radicale del Labour Party è diventato leader del partito che fu di Blair. Con quest'ultimo che, qualche settimana fa, di fronte al crescente successo di folla che Corbyn raccoglieva nelle piazze, che paventava disastri.
Contro le guerre, propugnatore della difesa dei diritti sociali e del welfare, del riscatto sociale per chi ha meno, difensore dell'istruzione pubblica e della democrazia dei cittadini, Corbyn è un altro tassello che si aggiunge alla torre d'assalto all'Europa dell'austerità e del liberismo sfrenato, dopo Tsipras (prima di cedere alla Trojka) o meglio Yanis Varoufakis o Pablo Iglesias di Podemos.
Le destre e le simildestre già urlano al pericolo, le destre socialdemocratiche sono terrorizzate e annunciano che con un Labour di sinistra addio scalata al potere. Ebbene, ma l'ideale delle simildestre o similsinistre che le si voglia chiamare, è governare per governare o governare per cambiare il destino dei più deboli, per garantire uguali diritti, salari e lavoro dignitosi, istruzione e sanità ad alti livelli per tutti (soprattutto per chi non può), raggiungere una sempre maggiore giustizia sociale ed eliminare le disuguaglianze o no?
Il successo di Corbyn sta tutto qui e anche di più: l'uomo non più giovanissimo è apparso per ciò che è, uno che ha sempre lottato per i i principi delle sinistra reale, quella di base, quella della giustizia sociale, un vegetariano che va in bici, compra abiti ai mercatini, vegetariano, separato perché la moglie voleva mandare i figli alle scuole d'elite. Lo ha fatto non solo con le parole ma con gli atti a cominciare dai piccoli atti quotidiani, dalla sua vita di tutti i giorni, presentando un solo rimborso spese di poche sterline negli anni alla Camera di Comuni (l'inchiostro della stampante) contro i tesoretti invocati dai suoi colleghi del Labour (con trucchi degni degli italiani perfino).
Contro le guerre, propugnatore della difesa dei diritti sociali e del welfare, del riscatto sociale per chi ha meno, difensore dell'istruzione pubblica e della democrazia dei cittadini, Corbyn è un altro tassello che si aggiunge alla torre d'assalto all'Europa dell'austerità e del liberismo sfrenato, dopo Tsipras (prima di cedere alla Trojka) o meglio Yanis Varoufakis o Pablo Iglesias di Podemos.
Le destre e le simildestre già urlano al pericolo, le destre socialdemocratiche sono terrorizzate e annunciano che con un Labour di sinistra addio scalata al potere. Ebbene, ma l'ideale delle simildestre o similsinistre che le si voglia chiamare, è governare per governare o governare per cambiare il destino dei più deboli, per garantire uguali diritti, salari e lavoro dignitosi, istruzione e sanità ad alti livelli per tutti (soprattutto per chi non può), raggiungere una sempre maggiore giustizia sociale ed eliminare le disuguaglianze o no?
"Occorre dare a tutti un'opportunità decente e la speranza alla gente comune, piena fino all'orlo di ingiustizie e disuguaglianza: la povertà non è inevitabile" (Jeremy Corbyn)Oppure il governare alla Blair vuol dire scimmiottare le ricette delle destre e del capitalismo sfrenato moderandole un po' in superficie e senza alterare i rapporti di potere? Se così fosse cosa se ne possono fare i popoli e i più deboli di governanti di questo genere, ammantati di progressismo solo nei comizi e nelle interviste.
Il successo di Corbyn sta tutto qui e anche di più: l'uomo non più giovanissimo è apparso per ciò che è, uno che ha sempre lottato per i i principi delle sinistra reale, quella di base, quella della giustizia sociale, un vegetariano che va in bici, compra abiti ai mercatini, vegetariano, separato perché la moglie voleva mandare i figli alle scuole d'elite. Lo ha fatto non solo con le parole ma con gli atti a cominciare dai piccoli atti quotidiani, dalla sua vita di tutti i giorni, presentando un solo rimborso spese di poche sterline negli anni alla Camera di Comuni (l'inchiostro della stampante) contro i tesoretti invocati dai suoi colleghi del Labour (con trucchi degni degli italiani perfino).
“La mia casa continuerà a viaggiare su due gambe e i miei sogni non avranno frontiere.” (Che Guevara)Questo la gente, non solo di sinistra, ha apprezzato ed è corsa prima ad affollare all'inverosimile i comizi e poi ad iscriversi al partito per votare Corbyn aggirando clientele e apparati. Così ha vinto e adesso un altro "spettro" si aggira per l'Europa come sosteneva il vecchio Karl nel 1848... Con buona pace di chi evoca disastri da un'Europa diversa e rovinata da questi leader, ma non statisti. Basti pensare a quanti di questi pensatori di "sinistra" sostenevano la guerra in Iraq e chi la propugnava (guarda caso Blair e ora Corbyn probabilmente chiederà scusa) salvo poi far finta di non aver mai sostenuto questa posizione (i loro nomi sono anche quelli di molti editorialisti dei maggiori quotidiani italiani)
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