Passa ai contenuti principali

Un grande, grosso affare greco

Aiutare, dimostrarsi altruisti e solidali, alla fine paga. E non poco. Anche 1,3 miliardi. Come si fa? Chiedete alla Grecia. Crediti e acquisti di bond della Grecia hanno fruttato alla Germania finora 1,34 miliardi di euro. Il dato emerge  dalla risposta ad un'interrogazione parlamentare dei Verdi al ministero delle Finanze tedesco.
In particolare da quanto emerge per i prestiti della Banca statale KFW, il guadagno tedesco è stato di 393 milioni di euro. Invece per l'acquisto di bond da parte della Bce, dal 2015, i profitti della Germania ammontano a 952 milioni.
Caustico il commento dei parlamentari Verdi: "Sarà anche legale che la Germania guadagni sulla crisi della Grecia, ma legittimo, nel senso morale della solidarietà, non è", ha sottolineato Sven-Christian Kindler.
Ma il vantaggio della Germania non si ferma qui. Questi sono i guadagni finanziari, ma la Germania nel suo complesso ha avuto ben altro utile dalla crisi greca: come gli aeroporti, ad esempio, finiti tutti in mano tedesca (cfr http://www.ilsole24ore.com/.../la-germania-si-compra... ), la Deutsche Telecom che è salita dal 40 al 60 per cento nella compagnia di stato telefonica greca, l'export è cresciuto a quasi 5 mld in due anni (300 mln in più), Berlino inoltre  ha fatto grosse acquisizioni nel turismo e nell'eolico e aumentato le vendite, grazie a nuovi accordi strategici guarda caso in questi ultimi anni e dopo gli accordi sul debito, per l'aumento di vendite degli armamenti. Se può bastare...
E la Grecia? Veleggia verso la chiusura del procedimento d'infrazione della Ue per deficit eccessivo. Il deficit è passato dal 15,1 per cento del 2009 all'avanzo di 0,7 punti di Pil l'anno scorso. Ora è il momento della ripartenza, di crescere e assumere. Secondo l'Europa che ha parlato così:

Il commissario agli Affari economici, Pierre Moscovici, punta l'accento "sul momento simbolico: dopo tanti anni di sacrifici accettati dal popolo greco, il paese raccoglie i frutti dei propri sforzi. A seguito del pagamento da 7,7 miliardi avvenuto lunedì scorso" come tranche del programma di aiuti ad Atene, "oggi si riconosce la riduzione massiccia del deficit di bilancio, che si trova al di sotto della media della zona euro". Per Moscovici, "ora è il momento di voltare la pagina dell'austerità e aprire un nuovo capitolo fatto di crescita, investimenti e occupazione". (La Repubblica 12 luglio 2017)

Così Atene ha chiesto in questi giorni 1,6 mld di euro all'Fmi nell'ambito del piano di salvataggio da 86 mld proponendo in cambio riforme come la limitazione del diritto di sciopero e la liberalizzazione di alcune professioni, secondo i modelli di scambio "alla pari"  e "non-ideologico" che le istituzioni finanziarie mondiali applicano per convincere anche i paesi più riottosi verso il liberismo selvaggio e il capitalismo senza troppi controlli ad arrendersi. Con il senno di poi si capiscono molte cose (leggi qui ad esempio ). E Yanis Varoufakis aveva molte ragioni al suo arco quando parlava dei piani tedeschi

Commenti

Post popolari in questo blog

WEF Davos 2019 - Giorno 1

Al via Il World Economic Forum di Davos, senza gli Stati Uniti e con l'ombra sovranista che incombe in particolare sul Vecchio Continente mentre nel contempo sembra attenuarsi la concezione globalista che è il topic dello stesso Wef.

Quale pace?

Bisogna intendersi sulle parole e sulla propaganda. Troppa quest'ultima nei due anni di guerra a Gaza. In ogni caso il piano Trump è approssimativo, aperto a mille interpretazioni. E arriva tardi

Il declino trumpiano

  Photo by  Abhinav Bhardwaj  on  Unsplash Rieccomi… felice di rivedervi. Grazie per aver letto Umberto’s Substack! Iscriviti gratuitamente per ricevere nuovi post e supportare il mio lavoro. Iscritto Dove eravamo rimasti? (Per usare una famosa frase conseguente a un enorme errore giudiziario consumato in Italia negli anni 80). Eravamo rimasti alla rielezione di Donald Trump alla Casa Bianca, E alle previsioni sui ciò che sarebbe succo. Ebbene, abbiamo sbagliato tutti. Sbagliato a pensare che sarebbe stata una presidenza simile al Trump 1, magari temperata dalla esperienza e dall’età del soggetto. Sbagliato a pensare che, grazie al suffragio pesante conseguito, sarebbe stata un’America più salda, un po’ più chiusa in se stessa, impegnata a ripartire dai suoi valori, più conservatrice anche rispetto alle ere Bush e perfino Reagan- Sbagliato a pensare che, con una presidenza annunciata come energica e meno “ideologica” (così sarebbe parso opportuno convergere visto che...