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Trappola per il Qatar

La posizione del Qatar verso l'Iran ma anche nel quadro mediorientale in cui si assiste a un riassetto dei regimi sunniti con un riallineamento verso gli Stati Uniti trumpiani e sulla linea di Riad e Il Cairo, sarebbe stata al centro di una sofisticata operazione ideata dai "vicini di casa" degli Emirati Arabi Uniti proprio contro Doha e la casa regnante, "rei" appunto di non essere - grazie anche alla potenza finanziaria nell'area e soprattutto nel mondo occidentale - parte delle nuove alleanze, stabilite soprattutto in chiave anti Teheran e soprattutto accusati di finanziare il terrorismo dell'Isis e sostenere i Fratelli Musulmani.

A ricostruire la trappola orchestrata dall'asse sunnita contro il Qatar, trappola basata su hackeraggi  delle fonti governative e dei social media e sulla costruzione di false notizie e prese di posizione da parte dello stesso Sheikh Tamim Bin Hamad al-Thani sono stati fonti dell'intelligence americana di cui dà conto il Washington Post

Fonti della Uae hanno smentito la ricostruzione del Wp, ma il quadro dei rapporti che hanno portato alla chiusura di tutti i canali, anche quelli fisici, tra il Qatar e gli altri Stati arabi (Arabia Saudita, UAE, Kuwait, Bahrain, Omanresta confermato con le accuse rivolte a Doha di voler destabilizzare le monarchie vicine nonostante lo sforzo di Washington di costituire un unico fronte anti Isis (e anti Teheran). Sebbene negli Usa vi siano differenze tra la linea del Segretario di Stato Rex Tillerson più morbido sul Qatar (anche Washington sospetta i finanziamenti e i sostegni all'Islam radicale, ma gli stessi dubbi le amministrazioni americane, anche quelle repubblicane, da decenni li hanno ad esempio verso Riad) e quella del presidente Donald Trump molto più interessato all'appoggio dei sauditi e degli egiziani. Su questa linea vanno collocati i pre-accordi  per 130 mld di dollari in acquisti di armi da parte dell'Arabia.



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