Infatti la notizia, che per gli italiani illusi e ignoranti sul vero asseto della democrazia americana potrebbe risultare ferale: dietro l'annuncio che gli Usa hanno deciso di confermare le sanzioni contro la Russia - un annuncio che contava sul fattore sorpresa
visti i rapporti fra Trump e i vertici del Cremlino e forse diffuso proprio contando sul fatto che l'osservatore distratto arrivasse alla conclusione che alla fine lo staff del neopresidente e forse lui stesso non sono collusi - che la vera notizia che stavolta Trump è stato di fatto commissariato dal Congresso. In termini molto semplici Democratici e Repubblicani si sono accordati proprio per confermare le sanzioni contro Mosca. Anzi il disegno di legge che sarà votato il 25 prevede che l'eventuale attenuazione dev'essere motivata al Congresso che ha trenta giorni per accettare o rispedire la decisione alla Casa Bianca. Vero, che come ha detto la portavoce Sarah Huckabee Sanders, Trump ha sempre respinto l'allargamento delle possibilità del Congresso d'interferire o limitare le scelte presidenziali, però è altrettanto vero che se seguisse questo suo convincimento - tipico di un tycoon esterno alla politica ed abituato al mondo degli affari - Trump dovrebbe rifiutarsi di firmare il disegno di legge del Congresso mettendosi in questo modo contro il voto e le indicazioni del suo stesso partito. Oltretutto se esercitasse il diritto di voto, il Congresso unito - il Senato ha già votato il disegno di legge rivisto un paio di volte con 97 voti a favore e solo 2 contrari - potrebbe superare il no della Casa Bianca. In ogni caso, Huckabee ha affermato con, facendo buon viso a cattivo gioco, il, presidente ha detto che "è soddisfatto per gli aggiustamenti tra la prima e la seconda versione della legge".
Le sanzioni fanno riferimento a tutto il cahier de doleances dell'America a guida Obama: la guerra nell'Ucraina dell' Est, il sostegno a Bashar al Assad, la Crimea di fatto invasa e annessa, e naturalmente i cyberattacchi ai Democratici durante la campagna elettorale.
Un segnale pesante insomma per Trump già alle prese con il calo drastico del consenso in patria, un Trump il quale non trova di meglio che prendersela con i senatori che vanno contro il loro presidente:
“It's very sad that Republicans, even some that were carried over the line on my back, do very little to protect their President,"
Del resto il Gop è in piena crisi, indotta dalla mancanza-assenza di guide di statura in grado di affermare una forte leadership e alle prese con una presidenza anomala che si circonda da un personale "politico" di nessuna esperienza e scelto fra gli affaristi e il cerchio di amicizie personali del presidente. Così si arrova al paradosso che pur controllando Casa Bianca e Congresso il Gop si trova di fatto bloccato e molto poco in sintonia con il Paese, nonostante i successi (scontati peraltro) nelle elezioni suppletive locali e senza alcun provvedimento di successo dopo sei mesi di conquista della West Wing.
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