Ci voleva la Corte dei Conti per sfondare la porta del silenzio dei giornali italiani su quello che potrebbe essere il più grande fallimento dell'industria militare occidentale negli ultimi decenni. Non sarà un crack che deflagherà,
se non altro per il livello degli interessi oltre che militari, politici che sono in ballo e di credibilità degli allegati delle alleanze chiamati in causa, ma di certo la questione prima o poi dovrà essere affrontata a livello governativo, soprattutto in Italia.
Alcuni numeri, prima di tutto, secondo la Corte: dovrebbero essere prodotte almeno 3.000 unità del velivolo, delle quali 2.450 circa per gli Stati Uniti e 600 circa per i Paesi che stanno partecipando al programma di sviluppo. A questi sono da aggiungere almeno 100 ulteriori velivoli, destinati ai paesi che hanno deciso di acquistare il sistema d’arma in regime di Foreign Military Sales (FMS). Si tratta del più costoso e ambizioso programma militare degli Usa, gli aggiornamenti dovrebbero arrivare fino al 2038, la produzione addirittura fino al 2070.
Il punto di crisi ha un nome, anzi una sigla: F-35, anche se la denominazione più completa è Lockheed Martin F-35 Lightning II o Joint Strike Fighter-F35. Si tratta, come avverte Wikipedia,
Parole fin troppo chiare che tradotte in cifre, come afferma il Corriere, significa che
I dubbi non sono di oggi e fin dalla scorsa campagna elettorale. A cominciare dall'impennarsi dei costi: "Nel 2001 il costo medio di acquisizione era stimato a 69 milioni di dollari; oggi è di 130,6 milioni - si legge nella relazione -. Si segnala tuttavia una tendenza alla riduzione (-4,67%) in raffronto alle analoghe stime del 2012, che riportavano un costo medio di acquisizione di 137 milioni di dollari. Tale riduzione viene collegata al maggiore grado di maturità, e quindi di efficienza, dei processi produttivi“.
Un altro dei motivi di incremento dei costi sarebbe legato al fatto che gli Usa hanno deciso di ridurre gli acquisti dalle 80 unità previste per anno a 60. Questo incremento dei costi ricade sugli americani e non sulle parti di produzioni terze (come l'Italia), ma i Paesi dovranno acquistare i velivoli allo stesso prezzo del lotto comprato dagli Usa.
Inoltre emerge - anzi si consolidano dubbi precedenti - un altro particolare: l'aere non sarebbe così affidabile come previsto e i tempi di riparazione sono più lunghi del previsto: sempre secondo lo scoop di Bloomberg "il 20% dei F-35 sono bloccati nei depositi di manutenzione perché i fornitori non possono tenere il passo con l'espansione della produzione mentre devono rimpiazzare anche le parti restituite. La disponibilità di pezzi di ricambio per più di 200 F-35 già assegnati alle basi starebbe peggiorando, influenzando i parametri di volo e dei programmi di formazione dei piloti".
Approfondimenti
Il report della Corte dei Conti
se non altro per il livello degli interessi oltre che militari, politici che sono in ballo e di credibilità degli allegati delle alleanze chiamati in causa, ma di certo la questione prima o poi dovrà essere affrontata a livello governativo, soprattutto in Italia.
Alcuni numeri, prima di tutto, secondo la Corte: dovrebbero essere prodotte almeno 3.000 unità del velivolo, delle quali 2.450 circa per gli Stati Uniti e 600 circa per i Paesi che stanno partecipando al programma di sviluppo. A questi sono da aggiungere almeno 100 ulteriori velivoli, destinati ai paesi che hanno deciso di acquistare il sistema d’arma in regime di Foreign Military Sales (FMS). Si tratta del più costoso e ambizioso programma militare degli Usa, gli aggiornamenti dovrebbero arrivare fino al 2038, la produzione addirittura fino al 2070.
Il punto di crisi ha un nome, anzi una sigla: F-35, anche se la denominazione più completa è Lockheed Martin F-35 Lightning II o Joint Strike Fighter-F35. Si tratta, come avverte Wikipedia,
"di un caccia multiruolo di 5ª generazione monoposto, a singolo propulsore, con ala trapezoidale a caratteristiche stealth e capacità multiruolo, utilizzabile per ruoli di supporto aereo ravvicinato, bombardamento tattico e missioni di superiorità aerea."Cosa ha detto la Corte dei Conti? Semplicemente nel rapporto si dice che «è in ritardo di almeno 5 anni» per le «molteplici problematiche tecniche» che hanno fatto anche si che i costi del super-caccia multiruolo di ultima generazione siano «praticamente raddoppiati». Non solo: le prospettive occupazionali in Italia per la costruzione degli aerei «non si sono ancora concretizzate nella misura sperata».
Parole fin troppo chiare che tradotte in cifre, come afferma il Corriere, significa che
... «gli ingenti investimenti effettuati dall’Italia nel programma F-35 sono stati pari a 3,5 miliardi di euro fino a fine 2016, più 600 milioni previsti nel 2017»
I dubbi non sono di oggi e fin dalla scorsa campagna elettorale. A cominciare dall'impennarsi dei costi: "Nel 2001 il costo medio di acquisizione era stimato a 69 milioni di dollari; oggi è di 130,6 milioni - si legge nella relazione -. Si segnala tuttavia una tendenza alla riduzione (-4,67%) in raffronto alle analoghe stime del 2012, che riportavano un costo medio di acquisizione di 137 milioni di dollari. Tale riduzione viene collegata al maggiore grado di maturità, e quindi di efficienza, dei processi produttivi“.
Durante la fase di sviluppo (System Development and Demonstration), si sono manifestati svariati ostacoli tecnici al raggiungimento del livello di capacità atteso, in particolare per quanto riguarda la versione STOVL. Tali difficoltà hanno fortemente rallentato lo svolgimento di tale fase (il cui completamento, previsto per il 2012, è stato ufficialmente spostato a ottobre 2017, ma potrebbe slittare ancora a marzo-maggio 2018) e hanno prodotto sensibili incrementi dei costi che hanno superato di oltre il 50% la cifra inizialmente prevista (il totale dei costi dello sviluppo è oggi calcolato in 55,3 miliardi di dollari, a fronte dei 33,1 miliardi stimati in origine). Report Corte dei ContiLo studio della Corte dei Conti arriva circa un mese dopo che il sito finanziario Bloomberg aveva scoperto che i costi globali del progetto erano aumentati del 7% salendo a 406,5 miliardi in base a quanto riferito dal Selected Acquisition Report rispetto alla previsione precedente di 379 mld. Un incremento che si è sviluppato dopo che la previsione di spesa era scesa, da numerosi anni a questa parte, da 398,5 mld a 379. Nel frattempo il costo per ciascun caccia è salito a 164,6 milioni dai precedenti 154,3 mln. Uno dei motivi del balzo sarebbero da imputare a marines (soprattutto) , marina e aviazione che avrebbero chiesto più versioni del velivolo. Dal canto suo la Lockheed, attraverso il portavoce Mark Johnson - dice ancora Bloombeg - ha ribattuto "che i costi continuano a scendere. Il costo unitario è di 95 mln di dollari per la versione dell'Air Force con una riduzione del 62% rispetto al 2010". Una dichiarazione riferita agli Stati Uniti, ma che cozza - e in modo molto forte - con quanto sostiene la Corte dei Conti per le forniture all'Italia secondo cui il costo medio è di 130,6 mln. I modelli per l'Italia sono più sofisticati rispetto a quelli forniti all' Us Air Force?
Un altro dei motivi di incremento dei costi sarebbe legato al fatto che gli Usa hanno deciso di ridurre gli acquisti dalle 80 unità previste per anno a 60. Questo incremento dei costi ricade sugli americani e non sulle parti di produzioni terze (come l'Italia), ma i Paesi dovranno acquistare i velivoli allo stesso prezzo del lotto comprato dagli Usa.
Inoltre emerge - anzi si consolidano dubbi precedenti - un altro particolare: l'aere non sarebbe così affidabile come previsto e i tempi di riparazione sono più lunghi del previsto: sempre secondo lo scoop di Bloomberg "il 20% dei F-35 sono bloccati nei depositi di manutenzione perché i fornitori non possono tenere il passo con l'espansione della produzione mentre devono rimpiazzare anche le parti restituite. La disponibilità di pezzi di ricambio per più di 200 F-35 già assegnati alle basi starebbe peggiorando, influenzando i parametri di volo e dei programmi di formazione dei piloti".
Approfondimenti
Il report della Corte dei Conti
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