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The Supremacist House


Quest'uomo ha bisogno di aiuto. E presto. Per il bene suo ma soprattutto del mondo intero oltre che, naturalmente dell'America, il suo Paese.
Più che una cronaca politica in questi ultimi due-tre giorni è  parso di dover assistere all'ennesimo Trump Show se non stessimo parlando di questioni dannatamente serie e gravi, addirittura sanguinose.

Tutto parte dai fatti di Charlottesville (Virginia) con la marcia dei duemila suprematisti e nazisti di mezza America con la scusa di voler impedire lo spostamento delle statua del generale sudista Lee e gli scontri scoppiati per la controprotesta dei democratici cittadini e della zona chiamati a raccolta da varie associazioni tra cui anche sigle della sinistra "antifa". La giornata si è poi trasformata in tragedia quanto un estremista bianco dell'alt-right si è gettato con la sua auto contro i manifestanti opposti uccidendo una donna e ferendo alcune decine di persone, cinque delle quali in ancora grave.
Lo "show" comincia con il presidente Trump che si produce, dopo un bel po' di silenzio - anche dei suoi tweet di solito molto tempestivi e "cinquettanti"- in una generica affermazione contro la violenza in genere:


Le reazioni non si fanno attendere, anche il Partito Repubblicano è imbarazzato e in molti al suo interno prendono le distanze dal "loro" presidente. Clamorosa quanto indicativa dello stato d'animo e delle frattura provocata da Trump è l'uscita netta del leader della maggioranza in Senato Mitch McConnell il quale ha affermato netto: "Non ci sono buoni neonazisti" in evidente replica all'uscita del suo presidente. Infatti una cosa sono le posizioni più conservatrici, altro è non condannare o addirittura tollerare razzismo, affermazione della supremazia bianca e nazismo. Anche perché a nessuno sfuggono gli appoggi che la destra alternativa (alt-right) ha dato per l'elezioni di Trump. E il suo consigliere strategico Stephen Bannon, fondatore del sito estremista Breitbart News, è noto per le sue posizioni razziste e antisemite .
Morale, dopo poco meno di 48 ore, Trump si corregge (sarebbe intervenuta la figlia Ivanka che ormai si caratterizza come la vera mente equilibrata della Casa Bianca) e se la prende con il Ku Klus Klan, i suprematisti bianchi e i nazisti. Altre 24 ore e il presidente offre l'ennesima giravolta, motivandola con la scelta di voler accertare bene i fatti. 
Così Trump dice che le violenze sono di tutte e due le parti, che in entrambi gli schieramenti ci sono persone cattive e persone buone, insomma equipara nazisti e gli altri per di più difendendo Steve Bannon e affermando che si tratta di una persona perbene. "Ricucendo" così i rapporti con gli esponenti dell' Alt-Right che si erano sentiti traditi. 
Come non bastasse Donald Trump starebbe considerando il perdono dell'ex sceriffo dell'Arizona Joe Arpaio condannato per disprezzo penale in ordine a comportamenti razzisti nell'esercizio delle sue funzioni. 


Insomma quest'uomo ha bisogno di aiuto. Presto. Anche perché la sua America è attonita di fronte a un presidente del genere e un Paese già troppo diviso rischia di sprofondare in una situazione interna e internazionale drammatica e difficilmente gestibili. Vedere qui la reazione del mondo degli affari dopo l'uscita polemica di Kenneth Frazier e il successivo polemico commento dello stesso presidente.



Purtroppo siamo già ben oltre a una semplice provocazione/parodia in stile Blues Brothers: "Io li odio i nazisti della Virginia".
Leggere qui quanto avevamo scritto l'11 novembre scorso, poche ore dopo l'elezione di Trump.

Intanto crescono anche le critiche dei ceo delle più grosse e strategiche industria americane. Al punto che lo stesso Trump ha deciso di sciogliere il consiglio che raccoglieva il gotha del capitalismo e della finanza Usa, decisione maturata come reazione alle critiche ricevute. Ma il gesto, clamoroso, resta e il suo peso è tutt'altro che indifferente.



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