Theresa May ha tentato l'azzardo: andare al voto per capitalizzare l'orgoglio della parte di britannici che sono convinti che lasciare l'Europa sia la scelta migliore per preservare tradizioni ed economia. Partita con 20 punti di vantaggio sul Labour dell'"estremista" Corbyn,
ora il distacco si è ridotto a soli cinque punti e i conservatori, seppure vincenti potrebbero avere una maggioranza di pochi seggi. Troppo pochi per gestire una Brexit potenzialmente distruttiva, forse appena sufficienti per finire ancora di più nelle braccia dell'America di Trump sempre più distante dalla Ue e dai Paesi forti della stessa, Germania e Francia.Ma il problema principale in questa campagna elettorale sembra ignorato... dalla stessa campagna elettorale, con una certa eccezione del Labour che proprio per questo starebbe recuperando soprattutto tra i giovani: la questione dell'impoverimento di una parte sempre più consistente della popolazione, i redditi che restano fermi anche per chi sta bene ma non è ricco e la prospettiva di ulteriori tagli di servizi e prestazioni da parte dei conservatori con trasferimento ai privati di altri pezzi di Stato sulla linea della politica di thacheriana memoria. Ma i politici - e molti economisti - parlano d'altro, della Brexit, che pure avrà un peso su questo aumento delle diseguaglianze, e del terrorismo. Ma la gente andrà a votare con la busta paga in tasca come avverte in questo pezzo illuminante Laura Gardiner su The Guardian:
This is clearly a very different sort of general election campaign. Conducted in advance of a Brexit process that will profoundly reshape Britain, the focus is on the nature of the deal and the leadership qualities of those vying to negotiate it. The tragic and horrific events in Manchester last week have understandably shifted the debate to terrorism and security.
Naturally, these issues are central, but there’s a risk we will miss out on serious discussion of the economic challenges facing voters and the country. The key themes are noticeable only by their absence. In 2010 and 2015, a leadership hopeful scarcely breathed without mentioning living standards or the deficit. Few voters will be feeling nostalgic for such over-trodden ground, but it’s high time we went back over it. (...)
E parlando di impoverimento ecco un paio di grafici significativi :
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