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Trump, la realtà è fantasia. Molto fake


La foto pubblicata su Washington Post che sta facendo il giro del mondo: Kellyanne Conway, consulente di Trump inginocchiata sul divano della Casa Bianca durante un incontro ufficiale con i rappresetanti neri dei migliori college. Secondo i liberal la Convay non ha alcun rispetto della situazione ufficiale e del fatto di essere nella Sala Ovale

Il budget è l'ultimo esempio. Ma non sempre ciò che annuncia il neo presidente americano è vero. Anzi quasi mai. E questo è già ora un problema.

L'ultimo esempio è il bilancio che annuncia, tra l'altro, un 10% in più di spese militari. Il budget per ora non è vero, lo sarà quando lo approva il Congresso, che però lo cambierà. (Leggete qui )
Tuttavia ora Donald Trump ha una potente arma in mano: il suo primo discorso sullo Stato dell'Unione. Su cosa dirà, alcuni funzionari hanno fatto trapelare che insisterà su quanto ha rispettato delle sue promesse e sul fatto che rivendicherà la giustezza delle sue scelte. Non è un caso, al proposito, che alla vigilia ha fatto sapere che il secondo ordine presidenziale sull'immigrazione conterrà una diversità basilare rispetto al primo, il disastroso Muslim Ban:  stavolta non toccherà i permessi già concessi e in vigore e neppure saranno interessati i cittadini che provengono dai sette Paesi nel mirino ma che siano residenti negli States stabilmente e abbiano la green card.
Trump insisterà sul concetto di First America, sull'orgoglio nazionale e la possibilità di tornare grandi. Ma temi forti saranno presumibilmente le riforme fiscali e la ripresa economica, la lotta al terrorismo e la sicurezza nazionale, ma con tutta probabilità riprenderà in mano il tema del bilancio puntando sui tagli alla spesa per l'ambiente e alle agenzie all'estero e quelle soprattutto umanitarie e predisposte alla tutela dei diritti.
Ma ecco come si svolgerà il primo discorso dell'Unione, chi vi prenderà parte come ospite, i tempi e i modi e la curiosità del sopravvissuto (Leggete qui )

Discorso sullo Stato dell'Unione a parte l'azione dell'Amministrazione è sempre più controversa e non solo per i rapporti con i media. Trump e il suo staff più stretto (Bannon soprattutto)  vogliono sfruttare la forza di una presidenza Usa per ridisegnare i contorni del politically correct sotto le diverse angolature e su scale globale. Per questo c'è un'attenzione così alta verso la comunicazione che influenza la pubblica opinione, seppure meno d'un tempo almeno per ciò che riguarda la stampa tradizionale: se s'interrompe il livello di fiducia e d'influenza il potere si rafforza e rischia sempre meno, in una democrazia in particolare, che i suoi lati oscuri vengano rivelati.
Ma fin quando non verrà messo un bavaglio, la stampa sta verificando con un continuo Fact Check l'andamento del governo Trump: e finora in 41 giorni sono state accertate 162 affermazioni false o fuorvianti del presidente (vedere qui). E migliaia di dati, studi, sono stati rimossi dal sito della Casa Bianca mentre c'è un continuo richiamo alle agenzie a non dare informazioni o risultati delle ricerche.

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