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The Revenant

Ci riproverà. Sta pensando di riprovarci. Non vuole ammettere di dover rinunciare, l'avventura - pur faticosa e dolorosa - vale la pena di essere ripetuta. Se no altro per soddisfare il proprio io. E magari tutelare i propri interessi, direttamente o indirettamente, e quelli dell'elite di cui ritiene di far parte.
Donald Trump, assicurano fonti  a lui vicine di Washington, vuole ripresentarsi per la corsa del 2020. Per rivincere.

A rivelare come e perché il presidente vuole ritentare è Mike Allen di Axios. L'idea che Trump accarezza è venuta alla luce da alcune discussioni a Mar -a-Lago durante le festività di fine anno e nei weekend autunnali. Trump cerca chi gli possa dare una mano e alcuni amici stanno fissando i paletti dai quali ripartire per una seconda volata vincente.
Intanto Trump vuole sfruttare i vantaggi immediati della riforma fiscale. Vedere il grafico qui sotto da quale si evince che perla classe media i vantaggi sono soprattutto nel 2019 per poi scendere negli anni successivi e addirittura segnare un aumento della tassazione nel 2027. (Leggere qui)
Quindi, è il ragionamento , perché buttare i benefici della crescita senza dar loro uno sbocco con una ricandidatura. E ciò vale anche per le altre riforme conservatrici di cui Trump si è fatto capofila rispettando, in questo sì, i temi cari all'ala più ortodossa dei Repubblicani. In questo modo, secondo il ragionamento dei fautori della ricandidatura Trump potrebbe offrire ai sui avversari interni la chiave per dimostrare che è anche capace di non eseere un incendiario fino al punto da mettere a repentaglio la pace mondiale (in questo senso si può leggere la rarefazione della contrapposizione con la Corea del Nord di Kim Il Sun attraverso la silenziosa condiscendenza alla ripresa dei contatti tra Pyongyang e Seul). 
Tuttavia proprio trovare un equilibrio fra le sue posizioni iniziali, le sue proposte ispirate dai suprematisti stile Steve Bannon, quelli dell'America First e gli altri, la maggiornza dei conservatori moderati, concentrati soprattutto sull'economia, potrebbe essere la prova più difficile da risolvere. Il gioco della doppia strategia che si integra e si risolve nel candidato "anti-sistema" pur essendone un alfiere, può riuscire solo una volta.
In questo senso Trump sta imparando quanto essere il candidato fuori dall'establishment può costare in termini di governo. 
E quindi ha bisogno di una squadra affidabile e coesa, preparata, non improvvisata e pronta alla guerra di invidie interne come quella che ha sperimentato. E che ha di fatto cambiata quasi in toto. Anche in questa prospettiva, secondo Mike Allen Trump sa che deve provare a ingaggiare qualcuno di veramente "alto", un talento al top.
Getting top-shelf candidates to consider coming in. One well-known Washington power broker says he can't give the West Wing the name of a single top talent who'd be willing to go in, now or later. (Mike Allen)
Last but not least , il problema principale: quest'anno ci sono le elezioni di Midterm e se i Democratici riuscissero a prendere la maggioranza al Senato (contendibile, si rinnova un terzo dell'assemblea e ora il Gop può contare su appena 51-52 seggi su 100, ma quelli in rinnovo sono 33 anzi 34 per un dimissionario di cui però 26 Dem e solo 8 Rep) e magari alla Camera (più complicato visto il rinnovo totale e la distanza fra i due schieramenti, 241 a 194) gli ultimi due anni di Trump sarebbero infernali. Anche se alla fine, come ogni mossa in questi mesi, a decidere potrebbe essere il Russiagate. Di nuovo.

Chi non ci crede

E chi ci crede

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  Photo by  Abhinav Bhardwaj  on  Unsplash Rieccomi… felice di rivedervi. Grazie per aver letto Umberto’s Substack! Iscriviti gratuitamente per ricevere nuovi post e supportare il mio lavoro. Iscritto Dove eravamo rimasti? (Per usare una famosa frase conseguente a un enorme errore giudiziario consumato in Italia negli anni 80). Eravamo rimasti alla rielezione di Donald Trump alla Casa Bianca, E alle previsioni sui ciò che sarebbe succo. Ebbene, abbiamo sbagliato tutti. Sbagliato a pensare che sarebbe stata una presidenza simile al Trump 1, magari temperata dalla esperienza e dall’età del soggetto. Sbagliato a pensare che, grazie al suffragio pesante conseguito, sarebbe stata un’America più salda, un po’ più chiusa in se stessa, impegnata a ripartire dai suoi valori, più conservatrice anche rispetto alle ere Bush e perfino Reagan- Sbagliato a pensare che, con una presidenza annunciata come energica e meno “ideologica” (così sarebbe parso opportuno convergere visto che...