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Le paure del mondo - The fears of the world


Da Davos arriva anche il classico elenco delle paure del mondo, di quello occidentale in particolare, di quello più produttivo soprattutto, delle economie che galoppano in particolare. E' il Global Risk Report che lo scorso anno erano centrato sulle incertezze economiche e sul malcontento popolare contro il sistema politico ed economico.
Stavolta, da Davos, arrivano altre "emergenze", la crisi economica dà segnali di evoluzione positiva, ma di fronte alle nuove opportunità,  permangono indizi, anzi rischiano di crescere, di incertezza, instabilità e fragilità.
Così rileva il report se il mondo sa affrontare abbastanza bene i rischi convenzionali, oggi è meno competente quando si tratta di far fronte


... rischi complessi nei sistemi interconnessi che sono alla base del nostro mondo, come le organizzazioni, le economie, le società e l'ambiente. Ci sono segni di tensione in molti di questi sistemi: il nostro ritmo accelerato di cambiamento sta testando le capacità di assorbimento di istituzioni, comunità e individui.
Dal Global Risks Perception esce che i 


... i rischi ambientali sono cresciuti di importanza negli ultimi anni. Questa tendenza è proseguita quest'anno, con tutti e cinque i rischi nella categoria ambientale classificati al di sopra della media sia per probabilità che per impatto su un orizzonte di 10 anni. Questo segue un anno caratterizzato da uragani ad alto impatto, temperature estreme e il primo aumento di CO 2emissioni per quattro anni. Abbiamo spinto il nostro pianeta fino al limite e il danno sta diventando sempre più chiaro. La biodiversità si sta perdendo a tassi di estinzione di massa, i sistemi agricoli sono in difficoltà e l'inquinamento dell'aria e del mare è diventato una minaccia sempre più pressante per la salute umana. Una tendenza verso l'unilateralismo dello stato nazionale può rendere più difficile sostenere le risposte multilaterali a lungo termine che sono necessarie per contrastare il riscaldamento globale e il degrado dell'ambiente globale.
Ma allarme particolare suscita la Cybersecurity, nei rischi e nella sua capacità dirompente. Gli attacchi alle aziende  sono raddoppiati in 5 anni, aumentano le violazioni  e salgono i costi: ad esempio il 64% di tutte le mail dannose  sono di attacchi ramsomware. Il WannaCry ha colpito 300 mila pc in 150 nazioni e il NotPetya che ha provocato 300 milioni di dollari di danni sono due dei maggiori attacchi dello scorso anno. Anche se le tensioni  legate alla crisi sono compare nel report precedente, gli aspetti economici all'origine non sono risolti nel quadro dell'economia globale. Si parla di rischi familiari con l'indebitamento, anche nelle nazioni emergenti, ma anche i problemi indotti dalle policy in caso di un'altra crisi globale attraverso i processi intensificatisi di automazione e digitalizzazione. Senza contare le tendenze protezionistiche che spesso vengono a coincidere con le istanze populiste e nazionaliste.
Tratto dal Global Risks Report
Su questa scia aumentano le tensioni geopolitiche dove il sistema di approccio multilaterale si sta scolorando a vantaggio delle intese bipolari in un quadro di riferimento di incertezza  e maggiori difficoltà a stabilire rapporti tra Stati.
Sostiene il report che
"Il Global Risks Report di quest'anno presenta tre nuove serie: Future Shocks, Hindsight e Risk Reassessment.

Future Shocks è un avvertimento contro l'autocompiacimento e ricorda che i rischi possono cristallizzarsi con una velocità disorientante. In un mondo di sistemi complessi e interconnessi, i cicli di retroazione, gli effetti soglia e le interruzioni a cascata possono portare a guasti improvvisi e drammatici. Presentiamo 10 di tali potenziali disfunzioni - dai crolli democratici ai conflitti cibernetici a spirale - non come previsioni, ma come spunti di riflessione: quali sono gli shock che potrebbero rovinare radicalmente il vostro mondo?
In Hindsight guardiamo indietro ai rischi che abbiamo analizzato nelle precedenti edizioni del Global Risks Report , tracciando l'evoluzione dei rischi stessi e le risposte globali a loro. Rivisitare in questo modo le nostre passate relazioni ci consente di valutare gli sforzi per mitigare il rischio e di evidenziare i rischi persistenti che potrebbero giustificare una maggiore attenzione. Quest'anno ci concentriamo sulla resistenza antimicrobica, sulla disoccupazione giovanile e sugli "incendi digitali", che abbiamo descritto nel 2013 su fenomeni che hanno una stretta somiglianza con ciò che è ora noto come "notizia falsa".
Nella valutazione del rischio, esperti di rischio selezionati condividono le loro opinioni sulle implicazioni per i responsabili delle decisioni nelle imprese, nei governi e nella società civile di sviluppi nella nostra comprensione del rischio. Nel rapporto di quest'anno, Roland Kupers scrive sulla promozione della resilienza nei sistemi complessi, mentre Michele Wucker chiede alle organizzazioni di prestare maggiore attenzione ai pregiudizi cognitivi nei loro processi di gestione del rischio".

Leggere qui 

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