la stretta (relativa) che l'amministrazione Obama era riuscita a stringere attorno a Wall Street e alle banche d'affari dopo la Grande Crisi. La principale è la graduale sterilizzazione dei punti più vincolante della Dodd-Frank prima con due ordini esecutivi del febbraio scorso e poi con una serie di raccomandazioni per modificarne gli aspetti più vincolanti.
Il risultato è che, complice la ripresa, la Borsa americana macina record e utili come mai negli ultimi anni (è in rialzo continuo dal 2009) e adesso, con il taglio fiscale deciso dalla maggioranza repubblicana, le prospettive sono ancora più rosee. Ma soprattutto sono le banche d'affari a festeggiare in prospettiva, pur dovendo scontare il momentaneo colpo della tassazione una tantum dei guadagni esteri. E' sufficiente dare un'occhiata al grafico di Bloomberg qui sotto per avree un'idea degli incrementi che le banche si attendono già nel 2018 rispetto a quanto guadagnato nei tre anni passati. Il tto grazie alla riforma fiscsle di Trump.
Grafico tratto da Bloomberg
Le banche sentono profumo di miliardi e sono pronte a ricompensare gli azionisti e i manager, naturalmente. E come numerose aziende (Wallmart o la stessa Bank of America) hanno previsto premi e bonus per i propri dipendenti. A limitare i riacquisti vi sono solo, appunto, le tassazioni sui guadagni esterni. Anche i prestiti si annunciano rosei, pur con i tassi in risalita. E le banche sono pronte ad affrontare al meglio una stagione di concessione di mutui anche a chi ha redditi bassi. (Osservazione: la stagione dei subprime non è iniziata così, la bolla immobiliare non è stata all'origine della Grande Depressione?). A frenare sono i ricavi da negoziazioni e l'immobilismo sostanziale del commercio che nel semestre appesantirà i conti. Tuttavia come abbiamo visto, l'orizzonte è azzurro e libero. Per le banche d'affari.
Dopo la Grande Crisi la Grande Caccia può ricominciare. Con meno regole.
|
Commenti
Posta un commento