I primi sei giorni di Trump sono stati un crescendo di commenti, provocazioni, scelte e ordini esecutivi quali non se n'erano mai visti sulla scena mondiale. Soprattutto se sono arrivati, come sono arrivati, da un presidente americano appena eletto.
Eppure Donald Trump
non avrebbe dovuto essere una sorpresa. E' sempre stato così e lo ha dimostrato con la sua vincente campagna elettorale. Il problema che è se stesso, troppo se stesso, anche da eletto. Un guaio che adesso deve gestire lo staff. Non sempre vi riesce efficacemente. non sempre vi riesce e basta. In molti casi, dicono fonti interne, bisognerebbe togliergli telefono e account Twitter, come è stato fatto in alcuni momenti della campagna presidenziale. Ma oggi non si può fare, è il presidente innanzitutto.
La preoccupazione è quindi palese: cosa fare se rischiasse una brutta scivolata, una decisine avventata e pericoloso addirittura per il Paese o per il mondo? Chi lo potrebbe fermare o avvertire almeno in tempo? Pochi o nessuno anche perché da questi primi giorni emerge un Trump che vuole decidere da solo, quasi d'istinto, senza consultarsi con specialisti e consiglieri. Da non scordare che durante la campagna elettorale si vantò di imparare dagli show a trattare le questioni: bene, forse, se si amministra una piccola comunità o meglio si fa solo politica, molto, molto male se si deve guidare la più grande e potente nazionale al mondo.
Per tremare, preoccuparvi, sorridere o cercarsi un'isola lontana dove fuggire, leggete questo bel pezzo sul Washington Post. E anche questo
Eppure Donald Trump
non avrebbe dovuto essere una sorpresa. E' sempre stato così e lo ha dimostrato con la sua vincente campagna elettorale. Il problema che è se stesso, troppo se stesso, anche da eletto. Un guaio che adesso deve gestire lo staff. Non sempre vi riesce efficacemente. non sempre vi riesce e basta. In molti casi, dicono fonti interne, bisognerebbe togliergli telefono e account Twitter, come è stato fatto in alcuni momenti della campagna presidenziale. Ma oggi non si può fare, è il presidente innanzitutto.
La preoccupazione è quindi palese: cosa fare se rischiasse una brutta scivolata, una decisine avventata e pericoloso addirittura per il Paese o per il mondo? Chi lo potrebbe fermare o avvertire almeno in tempo? Pochi o nessuno anche perché da questi primi giorni emerge un Trump che vuole decidere da solo, quasi d'istinto, senza consultarsi con specialisti e consiglieri. Da non scordare che durante la campagna elettorale si vantò di imparare dagli show a trattare le questioni: bene, forse, se si amministra una piccola comunità o meglio si fa solo politica, molto, molto male se si deve guidare la più grande e potente nazionale al mondo.
Per tremare, preoccuparvi, sorridere o cercarsi un'isola lontana dove fuggire, leggete questo bel pezzo sul Washington Post. E anche questo
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