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Fake Trump

Non è vero perché lo dico io. Non è la verità? Poco importa perché se lo dico è la verità. Altrimenti lo sarà. La dottrina Trump
sulla trasparenza, sull'effettivo controllo del popolo su chi lo governa si è delineata nella contestazione  del Portavoce della Casa Bianca Sean Spicer al calcolo sul numero dei partecipanti alla cerimonia del giuramento e su quante persone (molte e molte di più) che sono scese in strada per contestare il neo presidente.
Secondo l'opinionista del Washington Post Greg Sargent da parte di Trump vi è il puro disprezzo della stampa e del suo ruolo.
"Rather, what Trump and his advisers are doing is explicitly stating their contempt for the press' institutional role as a credo, as an actionable doctrine that will govern not just how they treat the press, but how they treat factual reality itself."
E non fa nulla per nasconderlo, anzi lo riafferma cercando di far passare il principio che la sola verità è quella della Casa Bianca. O meglio come ha spiegato la consigliera Kellyanne Conway di fronte alle prove delle foto aeree, la versione di Trump e dei suoi sono "fatti alternativi". E anche di fronte alle contestazioni la linea è quella di ribattere all'infinito lo storytelling soprattutto attraverso i social. Come dire: vediamo i cittadini a chi crederanno.

I primi provvedimenti
Una linea di scontro frontale che fa il paio con i primi provvedimenti adottati e in particolare con lo stile scelto per queste decisioni. L'avvio della cancellazione dell'Obamacare, ad esempio, anche se piuttosto si tratta di un ordine alle agenzie e agli enti federali di tagliare, ridurre e cancellare finanziamenti e permessi relativi al programma di assistenza sanitaria, è stato lanciato in pompa magna per dare ai cittadini la sensazione di aver rispettato le promesse elettorali. In realtà l'Obamacare non è facile da cancellare e toccherà al Congresso, a guida repubblicana, dare concretezza all'intento presidenziale. Una mossa condivisa dai repubblicani i quali però oltre ai tagli dei costi e al controllo degli Stati, vogliono anche mantenere la copertura per chi in questi ultimi anni ha goduto della copertura grazie all'espansione  dell' Affordable Care Act. Una cosa molto difficile da fare e contraddittoria: la realtà è che, di fronte alla soppressione annunciata dell'Obamacare, Trump e i suoi non hanno ancora trovato un'alternativa che non sia un allargamento del Medicaid destinato ai più poveri, con un ritocco della flessibilità dello stesso. Quindi per il momento ci si muove sul blocco dei finanziamenti agli Stati su un loro ridimensionamento.

Il Ttp (Che cosè il Ttp)
Analoga confusione in senso alla nuova amministrazione si profila sull'abolizione del Tpp, che comunque non era ancora stato ratificato dal Congresso. La linea del "comprare americano, assumere americano" dovrebbe essere il faro, ma se effettivamente i trattati dovessero essere denunciati in cambio di una futura rinegoziazione, è praticamente certo che i Paesi interessati, quelli orientali in particolare, ma forse anche il Canada reagiranno con dazi verso le merci americane e contemporaneamente per maggiori incentivi alle aziende Usa che vorranno andare a produrre da loro per esportare nei mercati altrimenti non graditi a Trump.
Non solo, il danno maggiore (per gli Usa) sarà che l'abolizione del Ttp farà un grosso favore alla Cina che diventerà il referente per chi si trova fuori dall'accordo.

A host of foreign policy luminaries in Washington, including this former U.S. ambassador below, panned Trump's decision to gift China the upper hand:
"Trump has single-handedly given away an enormous source of leverage over China," Edward Alden, of the Council on Foreign Relations, told CNN. "The first rule of negotiating is don't give away something for nothing, and he's done that right off the bat." 
(Dal Today's WorldView del Washington Post)
Il prodromo a una guerra commerciale che a breve penalizzerà le aziende del mercato interno Usa che riusciranno ad esportare molto meno, ma soprattutto i consumatori che per avere gli stessi prodotti di prima dovranno pagare di più.

“This abrupt action so early in the Trump administration puts the world on notice that all of America's traditional economic and political alliances are now open to reassessment and renegotiation,” said Eswar Prasad, trade policy professor at Cornell University. “This could have an adverse long-run impact on the ability of the US to maintain its influence and leadership in world economic and political affairs.” Ylan Q. Mui, January 23, Wp
Tuttavia questa decisione come molte altre potrebbe non avere la via spianata e la vita facile auspicata da Trump. Ampi settori del Partito repubblicano giudicano la scelta disastrosa e pfemiante proprio per il principale avversario del hivo presidente, colui che viene giudicato un pericolo: La Cina. Esemplare l'analisi dell'ex candidato alla presidenza John McCain:
“I believe that this is harmful. And over time, it will give the Chinese a greater domination economically.”

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  Photo by  Abhinav Bhardwaj  on  Unsplash Rieccomi… felice di rivedervi. Grazie per aver letto Umberto’s Substack! Iscriviti gratuitamente per ricevere nuovi post e supportare il mio lavoro. Iscritto Dove eravamo rimasti? (Per usare una famosa frase conseguente a un enorme errore giudiziario consumato in Italia negli anni 80). Eravamo rimasti alla rielezione di Donald Trump alla Casa Bianca, E alle previsioni sui ciò che sarebbe succo. Ebbene, abbiamo sbagliato tutti. Sbagliato a pensare che sarebbe stata una presidenza simile al Trump 1, magari temperata dalla esperienza e dall’età del soggetto. Sbagliato a pensare che, grazie al suffragio pesante conseguito, sarebbe stata un’America più salda, un po’ più chiusa in se stessa, impegnata a ripartire dai suoi valori, più conservatrice anche rispetto alle ere Bush e perfino Reagan- Sbagliato a pensare che, con una presidenza annunciata come energica e meno “ideologica” (così sarebbe parso opportuno convergere visto che...