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Trump, (e)missione pericolosa

L'uscita dell'America dal patto di Parigi sul clima potrebbe non essere una brutta notizia per il resto del mondo. Mentre la potrebbe essere per i lavoratori delle miniere di carbone  di Kentucky, Illinois e Indiana ma anche del Montana e Wyoming. Un paradosso...
se si ascoltano le parole di Trump e del "falco" anti-ambiente Scott Pruitt. Ma per lui che ha definito l'accordo appena stracciato "solo un mucchio di parole" dovrebbe essere interessante sapere che sono i numeri a parlare. Contro i minatori. Leggete qui
La decisione di Trump lascia ampia margini d'incertezza, tanto che sono molti a chiedersi quanto lo stesso presidente sia realmente convinto dei cambiamenti climatici e delle loro influenze, nonché dell'eventualità che gli stessi possano essere negati o depotenziati. La realtà è che non si può sapere cosa pensi realmente il presidente il quale in passato aveva parlato di riscaldamento globale, e non certo per negarlo. E così crescono i dubbi attorno alla decisione. Leggete qui


Anche perché il fronte dei Paesi che si sono schierati decisamente contro Washington è rimasto compatto ed è comunque rilevante soprattutto nel rapporto con le emissioni di ciascun Stato. Oltre al fatto, non trascurabile, che con questa scelta Trump consegna la leadership del rispetto ambientale alla Cina. 
Ma anche sul piano interno le cose non vanno meglio. I sindaci democratici delle maggiori città e i molti governatori hanno annunciato che attueranno una politica in linea con i dettami del protocollo di Parigi, contro la scelta della Casa Bianca dunque. E con loro si sono schierati anche i Ceo delle più importanti aziende, dalla Apple alla Tesla. Leggi qui e qui. Senza contare che Bloomberg ha annunciato da donerà15 milioni di dollari all'agenzia dell'Onu che si occupa di cambiamenti climatici.
La vicenda comunque ha rivelato il ruolo crescente del nuovo numero 1 dell'Epa, Scott Pruitt, sull'amministrazione e molte delle sue scelte.


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  Photo by  Abhinav Bhardwaj  on  Unsplash Rieccomi… felice di rivedervi. Grazie per aver letto Umberto’s Substack! Iscriviti gratuitamente per ricevere nuovi post e supportare il mio lavoro. Iscritto Dove eravamo rimasti? (Per usare una famosa frase conseguente a un enorme errore giudiziario consumato in Italia negli anni 80). Eravamo rimasti alla rielezione di Donald Trump alla Casa Bianca, E alle previsioni sui ciò che sarebbe succo. Ebbene, abbiamo sbagliato tutti. Sbagliato a pensare che sarebbe stata una presidenza simile al Trump 1, magari temperata dalla esperienza e dall’età del soggetto. Sbagliato a pensare che, grazie al suffragio pesante conseguito, sarebbe stata un’America più salda, un po’ più chiusa in se stessa, impegnata a ripartire dai suoi valori, più conservatrice anche rispetto alle ere Bush e perfino Reagan- Sbagliato a pensare che, con una presidenza annunciata come energica e meno “ideologica” (così sarebbe parso opportuno convergere visto che...