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May win or not May win

Ci siamo, giovedì Gran Bretagna al voto, forse uno dei più difficili della sua storia recente. Non solo per l'incertezza sul risultato quale appare dagli ultimi sondaggi, ma dalla complessità del passaggio che il Paese si troverà ad affrontare nei prossimi mesi e anni per gestire la trattativa di uscita dalla UE.

La premier Theresa May ha convocato le elezioni convinta di stracciare gli avversari laburisti e poter gestire l'hard Brexit disegnando un Paese secondo le linee del conservatorismo più accentuato. Complice anche il fatto che il leader della sinistra Jeremy Corbyn appariva debole, troppo estremista, perfino sfiduciato dal suo gruppo parlamentare tanto che il distacco fra conservatori e laburisti in aprile superava i 20 punti.
Poi è accaduto ciò che i leader delle elite di destra e di sinistra non sanno più capire nel mondo attuale: che la gente a sul concreto, non si fida delle "verità alternative " costruite dai giornali e dalle TV, s'informa e dialoga sui social ma anche al supermercato, nelle scuole, negli ospedali, sui treni. E questa stessa gente valuta le scuole, i treni, gli ospedali. E oltretutto sa ben distinguere ciò che di destra, le sue ricette, da ciò che è di sinistra.
Così il rosso Corbyn, un uomo che da una vita parla casa per casa, pacato preparato, concreto ed esperto ha cominciato a prendere per mano i suoi concittadini, anche con proposte demagogiche o difficilmente applicabili in un'economia di mercato e fortemente liberista come quella inglese, ma mostrandosi forte nella sua umiltà e coerenza e soprattutto avanzando idee che andavano verso la riduzione della disuguaglianza selvaggia che è cresciuta in questi anni, la tutela dei più deboli, di chi ha sempre pagato le tasse, di chi vuole il welfare statale e non quello aziendale, di chi non vuole più pagare con la disoccupazione per gli errori dei manager,. E cosi si è portato dietro giovani e non, donne, lavoratori e disoccupati, immigrati e artigiani fino ad arrivare, dicono i sondaggi, a 4-6 punti dai conservatori agganciati a una leader fredda, distaccata, pavida e impreparata perfino sul tema della sicurezza.
I sondaggi qui sopra sono ripresi dal sito ukpollingreport
Difficile vinca (leggi qui), ma i conservatori possono non vincere e non avere una maggioranza nonostante lo sforzo si giocare sulla paura che la May sta producendo dopo l'attentato di sabato sera con l'ipotesi di ridurre alcuni diritti a vantaggio dell'antiterrorismo. Una mossa che paradossalmente ma non troppo potrebbe addirittura ritorcersi contro di lei viste anche le reazioni laburiste e liberaldemocratich .
Se i conservatori non arrivassero alla maggioranza a quel punto i giochi si riaprirebbero perché  i 305 seggi accreditati ai conservatori potrebbero non bastare di fronte a un'intesa sui contenuti - quindi non un'alleanza - fra i 268 seggi attribuiti ai laburisti (e sarebbe comunque una grande vittoria per Corbyn viste le premesse) e i 42 degli scozzesi dello Snp. Uno scenario imprevisto che potrebbe addirittura riaprire il capitolo Brexit con il sostegno degli europeisti liberal democratici accreditati fra il 7 e il 9 %.

Ecco cosa potrebbe accadere: i tre scenari secondo il sito FiveThirtyEight

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