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Quelli che i migranti...

In Parlamento ci si picchia sullo ius soli per questioni di bassa bottega e incertissime capacità di comprensione addirittura della parola straniero. Intanto vediamo qui come ci si regola in Europa e nel mondo e scopriamo che siamo in ritardo - tanto per cambiare - culturale e legislativo salvo dopo accorgersi che "siamo invasi dagli stranieri" (frase tipica della destra): ma se lo fossimo veramente non sarebbe il caso di disciplinare un po' la materia in particolare per i più giovani, autentica risorsa del futuro in un Paese come l'Italia che invecchia vista d'occhio?

Intanto serve un po' di onestà intellettuale di chi ha dato il via ai tumulti: senza immigrati, regolari e anche un po' anche quelli no, saremmo ancora più in coda nella catena dello sviluppo e dell'economia. Intanto saremmo in emergenza demografica, con le relative ricadute sul mercato del lavoro meno specializzato, e perfino sui contributi contributivi che permettono di pagare anche le pensioni degli italiani che se ne vanno in quiescenza in età abbordabili.

Gli ultimi dati Istat

All'interno di queste dinamiche ve ne sono altre allarmanti, relative all'età degli italiani e degli stranieri. Lo dimostra anche nelle cause e nelle conseguenze, questo articolo del sito http://www.lavoce.info/archives/47403/fragilita-un-paese-demograficamente-sbilanciato/
A fronte, infatti, di un numero di anziani che aumenta grazie ai miglioramenti delle condizioni di vita in età avanzata, la riduzione delle nascite porta a una diminuzione del numero di giovani. Tanto per fare un esempio, negli anni Sessanta la fascia 65-69 anni contava meno di 2 milioni di abitanti ed era circa la metà rispetto alla fascia 20-24 anni, mentre oggi ci troviamo con 650mila abitanti in più nella classe 65-69 rispetto alla classe 20-24.
Ma torniamo nel dibattito e nel Paese attanagliato dalla paura dello "straniero" alimentata dalla propaganda ipocrita e belluina delle tv e dei giornalisti comodi nei loro privilegi (mentre altri "si sporcano le mani" indagando e spiegando come sta la situazione, senza fermarsi di fronte ai gruppi urlanti raggruppati ad hoc davanti alle telecamere).
Un dibattito che alla fine, se prende a pretesto lo ius soli, finisce sempre nel cuore della crisi mondiale: il lavoro. Quel lavoro che manca per tutti, italiani e stranieri (non per niente le immigrazioni - i migranti  per questioni di guerra o economiche sono un'altra cosa - sono diminuite e molti stanno tornano nei Paesi d'origine sulla rampa di lancio dello sviluppo ) ma sulle cui cause sono i secondi additati come i presunti responsabili.
Anche qui è meglio andare a leggere i dati reali, ufficiali che danno una risposta diretta sia sul fatto che non è vero che lo straniero porta via l'occupazione all'italiano (va a occupare quei settori che il locale in gran parte rifiuta sia per le caratteristiche del lavoro stesso, per gli orari, per la fatica, per la paga e i ridotti o inesistenti diritti) sia sul fatto che c'è una spiegazione anche nell'afflusso di stranieri verso le occupazioni a più bassa specializzazione. 
L’Italia  spicca tra i Paesi che hanno la più bassa percentuale di “nativi” (così vengono definiti nella ricerca) con istruzione terziaria e infatti accoglie meno immigrati con istruzione terziaria: appena il 12%, contro un 47% che ha concluso studi primari.Ma se a determinare la scelta di arrivare in Germania invece che in Spagna sarà il livello di istruzione della persona rispetto a quello del Paese, le possibilità di integrazione lavorative sono opposte. A maggiori competenze corrispondo infatti meno possibilità di lavorare per i non residenti rispetto ai nativi nei Paesi del nord. Diversa la situazione nei Paesi meridionali, nei quali si registra più richiesta di lavoro non qualificato e con bassa retribuzione, che porta ad un tasso di occupazione dei nativi basso (mentre quello dei migranti è più alto). (Tratto dal sito altreconomia.it . Questo l'articolo completo )
Tradotto significa che un Paese di persone poco preparate e con scorsi studi alle spalle attira soprattutto stranieri che sanno di poter puntare solo a lavori a bassa specializzazione. Nessuno si chiede, nella canea anti-immigrati, del perché alto numero di migranti che considera l'Italia solo un Paese di passaggio e vuole andare verso Germania, Francia e il Nord  Europa?

Cosa fa la Francia

E lo ius soli: la bassa preparazione, la propaganda mediale e il calcolo elettorale (i figli degli immigrati sarà difficile che votino contro chi oggi non li vuole o chi ha discriminato i loro genitori) è il solo motivo che ispira un no talmente  stupido che non merita neppure di essere affrontato, ma solo spiegato per bene e senza propaganda alla gente. Ma non ai loro rappresentanti beceri.



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