7 marzo - 12esimo giorno/ 8 marzo- 13esimo giorno
Si muore e si muore. Si scappa e si piange. Si soffre e non si dimentica. L'esercito russo avanza, lentamente, e distrugge con l'artiglieria e i jet per cercare di rendere meno sanguinosa l'avanzata di terra e la conquista delle città.
Le novità. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, conscio che il suo paese è l'agnello sacrificale per Russia e anche per l'Occidente che non vuole certo la terza guerra mondiale, apre alla prima vera, reale, proposta di mediazione. E venerdì' il tema sarà sul tappeto dell'incontro fra Lavrov e il suo corrispondente ucraino. In un'intervista all'Abc Zelensky ha aperto a un possibile compromesso su Donbass, le repubbliche indipendentiste, la Crimea e il no alla Nato. Basterà? Zelensky a questo punto vuole evitare la capitolazione, il bagno di sangue, la conquista dell'intera ucraina e la futura possibile adesione alla Ue (senza Nato per la quale però servirebbe uno strappo ai trattati). Zelensky: «Su Donbass e Crimea possiamo trovare un compromesso. Putin? Un criminale di guerra» - Il video - Open - President Zelenskyy's exclusive interview with David Muir: ABC News - YouTube
👉👉👉Sul versante gas, al di là delle corse di Di Maio a implorare più combustibile dagli attiuali fornitori extraRussia, i segnali più eloquenti e interessanti arrivano da oltreoceano. Biden ha deciso di vietare l''importazione di 🛢🛢🛢petrolio russo e il Congresso bipartisan è dello stesso avviso. Il WSJ osserva però che si tratta di un gesto poco più che simbolico in quanto
....la Russia ha rappresentato solo l'8% delle importazioni di petrolio degli Stati Uniti e il 3% del consumo di petrolio l'anno scorso. Non sarebbe difficile per gli Stati Uniti sostituirlo o per la Russia trovare un altro acquirente. (Hitting Putin Where It Hurts by Sanctioning Russia’s Oil Exports - WSJ)
Biden sta però anche riallacciando i rapporti con il Venezuela e prepara un viaggio in Arabia Saudita per garantire afflussi sostitutivi. Un paio di mosse "costose" sul piano etico e politico, considerate le politiche attuate verso Maduro e MBS, personaggi in fondo non troppo diversi da Putin in quanto a rispetto dei diritti, democraticità e per questo finiti, in particolare il primo per nulla pericoloso verso gli Usa, nella lista dei cattivi. Ma non troppo, evidentemente, visto ciò che si prepara. Forse l'amministrazione Usa si muove anche per conto dell'Europa o meglio dei suoi futuri affari con l'Europa. Non sarebbe un cattivo affare per gli Usa rimpiazzare l'oil russo con l'oro nero di Venezuela e Arabia veicolato però attraverso gli intermediari e i prezzi americani. L'Europa importa circa il 25% del suo petrolio e il 40% del suo gas naturale dalla Russia. Sostiene ancora il WSJ che
"la preoccupazione è che le sanzioni petrolifere manderebbero il prezzo globale del greggio a un'impennata persino superiore alla chiusura di venerdì di $ 118 al barile. Quanto potrebbero salire i prezzi? Nessuno sa. Dipenderà da quanto tempo saranno in vigore le sanzioni e da quanto durerà la guerra in Ucraina. Il greggio russo sta già vendendo a prezzi scontati e la scorsa settimana il 70% delle esportazioni petrolifere russe non è riuscito a trovare un acquirente a causa di sfide logistiche e rischio di sanzioni."
La palla adesso finisce nel campo europeo che per il momento non è pronto a rinunciare all'approvvigionamento russo anche se la direzione è segnata: in capo a un paio d'anni - ipotesi più favorevole - il Vecchio Continente conta di rendersi indipendente con le fonti energetiche. The European Union Seeks Independence From Russian Oil and Gas - The New York Times. Intanto mentre la Gran Bretagna rinuncerà già entro quest'anno al petrolio di Mosca, la Shell ha deciso di non acquistare più petrolio e gas dalla Russia. Shell Says It Will Quit Buying Oil and Gas From Russia - The New York Times
👉La diplomazia langue. Ma non troppo. O piuttosto cerca uno spiraglio nei combattimenti per inserirsi. La possibilità residua fra i due schieramenti - Russia da un lato, Ucraina con il sostegno di mezzo mondo e dell'Occidente in particolare dall'altro - è che si muova la Cina.
Pechino non sta ferma, tutt'altro. Ma precisa bene i contorni delle sue eventuali manovre che tengono presente gli interessi nazionali di oggi ma soprattutto quelli futuri. Non per niente, tanto per citare un particolare, la Cina accumula e fa scorte di 🌽mais e grano. Un indizio dall'impennata dei prezzi nei mesi scorsi e adesso si ipotizza che a Pechino si sapesse delle intenzioni di Putin e come fossero state prese ben in considerazione. La Cia e l'amministrazione Usa lanciavano l'allarme da tempo, però le intelligence e i governi Ue non l'aveva colto. La Cina compra (e stocca) mais e grano da mesi. Sapeva dell'invasione in Ucraina?- Corriere.itPerò sul piano diplomatico alcuni segnali arrivano. E proprio dalla Cina che pure riconferma il patto di ferro con Mosca, si fa filtrare che non occorre andare troppo avanti, tirare la corda oltre ogni limite. per gli umani, almeno ufficialmente, per gli equilibri finanziari geopolitici con le conseguenze delle sanzioni che finiranno per investire anche la Cina. Che non ci sta sebbene offra una sponda all'export russo e alle sue manovre per uscire dall'isolamento tecno-finanziario delle sanzioni. Russian Banks Turn to China to Sidestep Cutoff From Payments Systems - WSJ
Come italiani tuttavia non va passato sotto silenzio un particolare che forse sfugge anche al grande pubblico:👉 il ruolo irrilevante dell'Italia in questa crisi che pure vede in prima fila, tra minacce e preoccupazioni, energetiche e non solo, l'Europa. Al vertice con Biden vanno (on line) Francia, Germania, Gran Bretagna (che pure è fuori della Ue). Draghi è lasciato fuori della porta, sarà contattato successivamente. E martedì sarà la stessa cosa con i cinesi. La colpa è che, come ben si sa, che manca una politica estera comune, che la Ue anche per i vari nazionalismi, storici o no, non sa parlare con una sola voce. Tuttavia l'assenza della voce italiana - che non vada oltre la sicurezza stereotipata del paese che corre in soccorso di altri, aiuta, è solidale, accoglie (gli ucraini, ora, sugli altri ci sono perfino politici che fanno distinzioni pelose e false per mascherare il razzismo) - si nota, eccome. Nonostante il profilo internazionale e la conoscenza vasta di Mario Draghi che però più di tanto non può. Per ora l'attivismo italiano si fa notare sul versante 🛢energetico, della grande paura. Così il ministro degli Esteri Di Maio è corso in Algeria, Draghi si è rivolto al Qatar e si sondano tutti gli latri Paesi produttori nel timore di restare a piedi. Nel frattempo si scopre che, con una dipendenza come la mostra, al pari di quanto NON è stato fatto in campo sanitario pre-pandemia, anche qui non ci sono piani di emergenza e sicurezza. Draghi e l'Italia nel complesso paiono stranamente sterilizzati, immobili e se scontiamo la cronica debolezza della nostra politica estera fin troppo agganciata sempre e comunque, anche con poca dignità, all'America (date un'occhiata alla Germania, pure sconfitta nella seconda guerra mondiale e centro del dell'inferno, eppure in gradi parlare oggi con un tono alto, autorevole e farsi ascoltare. A differenza di Roma) lo di deve alla nostra ridotta potenza economica sul piano globale, alle nostre incertezze, all'indifferenza sui legami con chiunque paghi, porti soldi e investa qui, senza interrogarsi su chi, come, perché lo fa e pretende. Atteggiamenti come questi si pagano e molto come, forse, da parte altrui vi è anche un legittimo sospetto per la presenza al governo di leader e partiti che con Putin avevano molto più che un semplice rapporto d'amicizia, qualcuno era pure pagato indirettamente e altri manifestano da sempre simpatia o condivisione della lettura geopolitica .Fenomenologia degli intellettuali italiani filo russi - Linkiesta.it - Manlio di Putin, la conversione del grillino Di Stefano | Il Foglio
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