14-15 marzo - 18esimo-19esimo giorno
Vladimir Putin non si ferma. Parola di Emmanuel Macron. E non tornerà indietro. Il giudizio sintetico ma efficace del presidente francese nonché presidente di turno della Ue dà il quadro di quanto è preoccupante la situazione in Ucraina al al 18esimo giorno di guerra. Che, al netto della generica disponibilità a un portare la trattativa a Gerusalemme, segna un'ulteriore e preoccupante evoluzione della situazione sul terreno.
A cominciare dalla possibilità di un incidente con la Nato che ora diventa molto probabile. Se non è addirittura cercato. Magari, e in modo diverso chiaramente, da entrambe le parti. Non tanto per giungere allo scontro finale, ma per misurare le forze nel bluff estremo.
La giornata comunque dimostra quanto ha ragione Macron quanto quella di Putin e dei suoi generali sarà una Lunga marcia. Che comunque non finirà come quella di Mao, almeno nei suoi aspetti strategici visto che si fermerà nelle sue tappe tattiche.
L'incidente nascerà dalle rettifiche che la Russia sta facendo alla sua strategia. A cominciare dalla comprensione di quanto è pericoloso e lo sarà ancora di più in prospettiva, l'aiuto occidentale con armi e volontari, nonché informazioni e addestratori, a Zelensky. Così ieri Putin ha scatenato i suoi missili sul centro di addestramento (e smistamento delle armi) di Yavoriv, 35 morti e decine di feriti Russia bombarded a Ukrainian military range near Polish border, killing 35 - The Washington Post. Molti soldati ucraini, ma soprattutto a restare sul campo (morti o feriti, il dato non è noto) volontari olandesi e addestratori occidentali. Le spie di Mosca hanno riferito di cosa accadeva lì e i missili sono piovuti con precisione. A 25 km dalla Polonia, meno di tiro di schioppo dall'incidente totale. Avvertimento più chiaro non poteva esserci. E adesso? Le armi devono continuare ad arrivare ai soldati ucraini stremati e ora in difficoltà, i volontari internazionali servono ,a gli addestratori ancora di più. Per non sospettare altro di più insidioso come corpi speciali o mercenari stile Blackwater, (oggi Academi) già indiziati di essere in Ucraina da tempo e coinvolti in progetti economici con il governo Zelensky. Un imprenditore americano ha un piano da 10 miliardi per creare un esercito privato in Ucraina - Linkiesta.it - La Blackwater è nel Donbass col battaglione Azov | il manifesto
La Nato ha reagito con rabbia e non è difficile ipotizzare che l'addestramento avverrà oltre frontiera, in piena Ue. Mentre i trasporti di armi si organizzeranno attraverso altri corridoi, quelli che Putin vorrebbe tagliare in fretta. Ma per farlo dovrà arrivare a Leopoli, chiudere le frontiere ucraine con la Ue. Come farlo? Conquistando l'intero Paese. la Lunga Marcia, appunto. Di cui anche i rapimenti di amministratori locali e loro sostituzione con compiacenti filo russi è parte del progetto territoriale di annessione.
Uno sbocco imprevisto, forse, all'inizio. Ma questo conferma l'escalation come le minacce reciproche sulla possibilità di uso di armi chimiche e via di questo passo, sempre più in basso verso l'abisso. Segnato, sempre domenica, dall'uccisione di un giornalista americano, anche questo un avvertimento russo a chi racconta la guerra a un mondo sempre più convinto di una Russia al bando. Award-winning journalist Brent Renaud was killed in Irpin on Sunday by Russian forces - The Washington Post
Sul terreno è solo questione di tempo. Settimane, un mese o poco più, mezza Ucraina sarà una maceria unica, la capitale probabilmente rasa al suolo con il metodo adottato in Siria verso le roccaforti dell'Isis - non va scordato che lì, lontano dagli occhi dell'Occidente distratto e menefreghista i russi usarono le peggiori armi a disposizione, dalle bombe al fosforo a quelle a grappolo e probabilmente anche gas letali - le forze lealiste e milioni di profughi asserragliati attorno a Leopoli. Solo allora Putin deciderà se chiudere la partita o fermarsi permettendosi di dettare le condizioni, stavolta sì al tavolo in cintri diplomativi veri e al massimo livello, per la resa di fatto. Gettando sul tappeto la rinuncia a ogni fuoco di guerriglia e soprattutto la rinuncia dell'Occidente alle sanzioni.
E qui scatterà il problema. perché se l'Ucraina sarà costretta a cedere e nella sua porzione nazionale garantire una paradossale neutralità, Europa e America non potranno fare un passo indietro. Senza rinunciare, inoltre, ad alimentare la resistenza, molto romantica, ma devastante per l'Ucraina russificata e quella "neutrale". Qui emergerà con forza il problema di Putin, finora ignorato o trascurato dal dittatore: il suo Paese parzialmente in ginocchio, più passa il tempo e peggio sarà, costretto ad accettare le condizioni di aiuto e sostegno cinesi (e non solo), con parte dell'opinione pubblica ma soprattutto dei suoi generali e degli amici oligarchi decisa a sbarazzarsi di lui, e obbligato a lasciare decine, centinaia di migliaia di uomini e mezzi in un'Ucraina che li odierà, cercherà di usurarli e logorarli e tutta da ricostruire.
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