15-16 marzo - 19esimo-20esimo giorno
In estrema sintesi i temi principali di queste 36 ore. Attacchi sempre più violenti su Kiev con 🚀missili che ormai colpiscono senza troppi problemi gli edifici privati. L'Occidente, in parte, o meglio l'Est europeo spaventato e preoccupato, corre a manifestare solidarietà direttamente a casa di Zelensky - come fece, con un coup de theatre nel 1992 Francois Mitterand
recandosi a Sarajevo - attraverso i premier di Polonia, Repubblica Ceca, Slovenia mentre il resto di Europa telefona o si riunisce.👉 La Turchia rilancia e manda il ministro degli Esteri a Mosca e a Kiev. Ankara vuole giocare sui due campi per far accrescere il suo ruolo strategico e con il sogno, per ora sempre sopito di Erdogan, di ritrovare la potenza dell'impero Ottomano. Una specie di Putin in sedicesimo. 👉👉Di rilievo la dichiarazione inserita in un'altra frase del presidente Zelensky secondo cui l'Ucraina dovrà rinunciare per sempre a entrare nella Nato. Piccola ma importante apertura, un segnale inviato a Mosca sulla possibile trattativa che però vuole essere l'Ucraina a impostare. Niente Nato, quindi, ma della Ue non se ne parla. 👉A proposito di Nato, venerdì Biden parteciperà a un vertice straordinario dell'Alleanza atlantica. Sullo sfondo i continui avvertimenti/minacce fra Russia e Usa su provocazioni, armi vietate, maggiore coinvolgimento nel conflitto con il pericolo di entrare in contatto diretto. 👉L'Europa si commuove e si schiera a fianco della giornalista russa Marina Ovsyannikova che ha contestato Putin in diretta durante il tg, Intanto lei paga una piccola multa, ma il suo futuro, a meno che non trovi rifugio in un'ambasciata, è oscuro. 27) Russia TV anti-war protester has been found and is in Moscow court, according to one of her lawyers Per altri due giornalisti, uno dell'americana Fox, è arrivato il giorno della morte sul campo. Non è escluso che a che questo faccia parte della strategia dell'invasione.Russia steps up bombardment of Kyiv, civilians flee Mariupol | AP News
Latest Russia-Ukraine war news: Live updates - The Washington Post
Nella prospettiva i temi di discussione sono due: uno internazionale, l'altro locale, molto locale. Italiano.
👉👉👉Il primo nasce da un interrogativo che si è posto Tom McTague su The Atlantic e acutamente ripreso da Elena Tebano sul Corriere: la Russia può vincere e perdere al tempo stesso. Può farcela sul terreno ma perdere la guerra a causa di sanzioni, logoramento, isolamento internazionale. Ma se anche in Ucraina le cose non andassero per il verso giusto, come sta già accadendo dall'inizio del conflitto? Putin si rende conto di aver sbagliato, ma non può ammetterlo neppure con sé stesso. E se le cose andassero nel complesso sempre peggio? Il neo zar potrebbe essere tentato di essere sempre più feroce, di alzare il livello dello scontro magari senza arrivare all'atomica o "accontentandosi" di usare le armi biologiche e chimiche. La situazione potrebbe quindi sfuggire di mano, lo scontro allargarsi ulteriormente fino a coinvolgere i Paesi Nato. Per paradossale e sbagliato che possa essere, l'Occidente dovrebbe scongiurare la possibilità di una sconfitta di Putin o di ritrovarsi con il capo russo chiuso in un angolo. Come fare? Con qualche, dolorosa, concessione oltre a quelle che può pretendere l'Ucraina. Concessioni che possono permettere al dittatore di Mosca di uscire come vincitore dalla campagna d'Ucraina e di salvaguardare il suo futuro, a cominciare dalla garanzia della sua vita e della sua integrità di fronte a qualche possibile corte internazionale. Sulle sanzioni l'Occidente è difficile possa cedere, sull'integrità territoriale anche Kiev forse si è messa l'anima in pace sacrificando le repubbliche indipendentiste del Donbass e la fascia sud del paese, con sbocco sul mare. Why the West May Have to Offer Putin a Way Out - The Atlantic
👉👉👉L'altro punto interessante è l'Italia, che come ha messo in risalto Marcello Sorgi su La Stampa finora, a parte un'encomiabile ma non isolata e neppure la più grande operazione di accoglienza dei profughi, appare ferma, paralizzata quasi, appena appena accodata a qualsiasi iniziativa sviluppata in chiave europea - e mossa su proposta e impulso di Francia, Germania, Paesi dell'Est e Gran Bretagna seppure extra Ue - o americana. Gli unici segnali di attività sono i disperati viaggi di Di Maio in giro per l'Africa con il cappello in mano per elemosinare, con i buoni uffici Eni, petrolio, petrolio e petrolio. E anche più gas dall'Algeria. L'incontro fra americani e cinesi a Roma è stato più causale che altro, una piazza comoda per entrambi i soggetti ma non molto di più. Più che gli ambasciatori ha contato la location insomma.
Da Roma pochi segnali e solo rivolti alla maggiore preoccupazione italiana: quella di non avere ulteriori contraccolpi a una situazione economica già precaria anche a costo di tifare (in segreto ma neppure tanto) per una resa di Kiev. Mors tua vita mea. Senza rendersi conto che non sarebbe affatto così. A giocare sulla ulteriore debolezza diplomatica italiana più che la figura tecnica del premier Mario Draghi, pesa su qualsiasi mossa - anche solo un gesto esemplare come quello di un blitz a Kiev o una proposta forte fosse pure connotata militarmente - la compagine che lo sostiene. Con la Lega filo putiniana fino a ieri l'altro, i Cinque Stelle eternamente pencolanti su un un x-mondismo di incerta origine che li porta all'impotenza, una Forza Italia il cui capo sempre fino all'altro ieri era amico intimo dello zar e perfino un Pd che deve ingurgitare a fatica un filo-atlantismo spinto che cozza con quanto resta di sinistra nell'animo del partito.
T.U.M. Post: Il PunT.U.M. - Compromessi storici
War could be over by May, says Ukrainian presidential adviser | Reuters
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