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Mr. Dreamer e Mr. Doom



Vuole unire ma disunisce, spezza ma assembla. Il Trump della America First ha cercato nel suo messaggio sullo Stato dell'Unione di dare un'altra visione del  Paese dopo il suo primo anno alla casa Bianca. Vi è riuscito? No. Non per volontà o incapacità. E' che Trump ha una visione univoca e monodirezionale della vita e della politica in particolare. In sostanza vuole vedere l'America attraverso solo il suo filtro, non ne conosce altri. Forse neppure ne ammette l'esistenza, pur percependola.



I contenuti del discorso (The New York Times)

Lo speech, sottolineato (The New York Times)

Dietro le affermazioni roboanti sulla nuova leadership americana nel mondo, sul suo ruolo accresciuto, sull'orgoglio patrio, sui successi rivendicati, tuttavia molte affermazioni non tornano nel discorso di Trump.

Ecco il fact checking

Amber Phillips sostiene in The 5 Minutes Fix che il discorso di Trump sarà ricordato per essere il meno "ricordabile". In effetti, rispetto al passato, di questo appuntamento resta ben poco sul piano dei contenuti, se non le rivendicazioni della narrazione trumpiana, molto muscolari, evocative, sebbene più moderate rispetto ai toni della propaganda della campagna o dei twitter presidenziali. Frutto, quest'ultima correzione nell'atteggiamento, dalla necessità di assicurarsi la compattezza del partito repubblicano per far passare le riforme annunciate e spesso avversate da importanti correnti interne.
Così alla fine Trump  ha insistito soprattutto su visioni scontate, quelle dell'America più forte, della ritrovata leadership internazionale. Al proposito ha detto che nel trattare con paesi come la Cina (Pechino è allarmata dai toni da Guerra Fredda dell'inquilino della Casa Bianca)   e la Russia "la debolezza è la via più sicura per il conflitto e il potere senza eguali è il mezzo più sicuro per la nostra difesa, aggiungendo che "lo Stato dell'Unione è forte perché il nostro popolo è forte". E via così, arrivando al dunque quando ha allungato la mano all'opposizione e all'altra America e sostenendo che il tempo delle battaglie futili è dietro le spalle, ha affermato che "stasera, invito tutti noi a mettere da parte le nostre differenze, a cercare un terreno comune e a chiamare l'unità per la quale dobbiamo essere pronti. Le persone sono state elette per servire ".
Ma i fatti sono diversi, i comportamenti dall'insediamento sono andati in un altro senso, quello della contrapposizione, e neulla fa pensare che Trump voglia cambiare. Anche se ha cercato di lanciare qualche segnale, non inedito, verso i Dem sulle questioni più spinose, dai Dreamers al budget e ai programmi di assistenza per i più deboli.
Ma se ha aperto ai Dreamers e alla loro conferma, la rilanciato la proposta ai Dem di avere in cambio il via libera al muro con il Messico. E così parlando d'immigrazione, ha sottolineato gli aspetti negativi almeno con la stessa veemenza con cui ha definito la riforma fiscale, al solito, come "il più grande taglio di tasse nella storia degli Stati Uniti". A tal proposito Cbs News ha ricordato che non è vero:


"It isn't. For months Trump has refused to recognize larger tax cuts in history, of which there have been many, or to grant that other presidents have enacted big tax cuts since Ronald Reagan in the 1980s. An October analysis by the Committee for a Responsible Federal Budget found that it would be the eighth biggest since 1918. As a percentage of the total economy, Reagan's 1981 cut is the biggest followed by the 1945 rollback of taxes that financed World War II. Trump's plan is also smaller than cuts in 1948, 1964 and 1921, and probably in other years.
Valued at $1.5 trillion over 10 years, the plan is indeed large and expensive. But it's much smaller than originally intended. Back in the spring, it was shaping up as a $5.5 trillion package. Even then it would have only been the third largest since 1940 as a share of gross domestic product".
Come non è vero che il taglio fiscale ha portato ai lavoratori bonus per "migliaia e migliaia di dollari". (Qui l'elenco delle aziende che hanno restituito in parte ai propri dipendenti i frutti dello sconto trumpiano. come ha ricostruito Usa Today).
In compenso il discorso è stato anche l'occasione per annunciare un maxipiano per le infrastrutture da 1,5 trilioni di dollari, tagliare il costo dei farmaci, rendere più difficile il rientro in società dei detenuti. Ma questi generalmente non sono argomenti da Stato dell'Unione (Max Boot osserva che dopo il discorso la politica estera rimane un mistero), si tratta solo della consueta strategia di Trump di rafforzarsi presso i propri elettori. L'esatto contrario di quando, qualche riga sopra, aveva annunciato e chiesto parlando di unità del Paese.



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