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Shakespeare alla Casa Bianca

Trump con Rob Porter

Più che un intrigo, che pure non mancano e non sono mancati alla "corte" di Donald Trump, questo è un pasticcio. L'ennesimo da quelle parti. E come i precedenti potrebbe costare ancora un posto alla ormai disgregata pattuglia di consiglieri e collaboratori del presidente.

Cosa è successo: Rob Porter, il segretario del personale alla casa Bianca, e uomo molto vicino al presidente fin dalla campagne elettorale, è stato accusato da due ex mogli di abusi. Il caso è emerso ancora un anno fa quando, per concedere il nulla osta sicurezza a Porter, l'Fbi fece accertamenti su di lui. E vennero alla luce le denunce delle ex mogli, una addirittura ha fatto arrivare un giornale le foto del suo occhio nero.
Il problema non potrebbe non essere mai esploso, magari con la messa di in disparte di Porter. Cosa è successo invece? Che il capo di gabinetto John F. Kelly - l'ex generale che a luglio dello scorso anno ha sostituito Reince Priebus - ha di fatto continuato a sostenere Porter manifestando in pubblico per settimane e mesi la su ammirazione per l'uomo, ignorando le accuse e quindi mantenendo lo stesso vicino, nell'orbita dello Studio Ovale e ammesso ai documenti riservati della presidenza. Solo dopo la pubblicazione della foto di una delle ex mogli con i segni dei maltrattamenti, le cose hanno cominciato a cambiare. Almeno nell'attenzione pubblica. Ma non nei comportamenti di Kelly che ha continuato fino a pochi giorni fa a difendere Porter. Finché l'altro ieri, improvvisamente con una svolta repentina, l'ex generale ha parlato contro la violenza domestica, di "essere scioccato" per le accuse e di fatto ha "mollato" Porter. Ed è emerso che solo qualche giorno fa Kelly ha informato Trump della situazione, evidentemente dopo averlo tenuto all'oscuro della vicenda fino ad ora. Non il massimo per un capo di gabinetto il quale, anche dopo aver rivelato il fatto al presidente, ha continuato a difendere il suo collaboratore. Per poi abbandonarlo poco dopo. A Trump non è rimasto che mostrare e condividere le dichiarazioni di innocenza dello stesso Porter.
Ma il caso Porter potrebbe avere una coda avvelenata: si sa che Trump non ama le polemiche a meno che non sia lui stesso a sollevarle e ad alimentarle e il fatto che Kelly per mesi lo abbia tenuto all'oscuro non depone certo a favore dell'ex generale la cui credibilità è in picchiata. Che, a questo punto, potrebbe entrare in un cono d'ombra e vedere al capolinea la fiducia pubblica del presidente nei suoi confronti. Ecco cosa dice il WaPo . Anche perché alcune fonti sostengono che il presidente in privato non sopporti Kelly e e che anche lo staff non sia dalla parte del capo di gabinetto. Le dimissioni (indotte) di questo ultimo potrebbero non essere lontane.

L'amministrazione Usa e gli abusi sulle mogli

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