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Varoufakis revolution

L'Europa non sa come uscirne. E dall'altra parte dell'oceano sono talmente impegnati nella campagna elettorale che i problemi del Vecchio Continente. Anche perché sembra che i suggerimenti sui cambi di rotta, magari solo sussurrati da Obama, qui non hanno trovato molte orecchie disposti ad ascoltarli. A Berlino soprattutto.



Eppure le alternative  all'austerità monetaria, anzi al monetarismo assoluto, ci sono, eccome. E vanno ben al di là del pannicello caldo del quantitative easing di Mario Draghi, una sorta di metadone che una volta smesso, costringerà l'intossicato a ripiombare ancora nel tunnel dal quale si era affacciato o dove aveva visto un barlume di luce. Sempre più esperti ed economicti, anche di area liberale, dimostrano come la strategia fin qui adottata dopo lo scoppio della crisi nel 2008, abbia fallito. L'esempio è la Grecia che nonostante si sia piegata ai diktat della Troika e di Berlino, sta neppure tanto lentamente scivolando nella recessione e nella tragedia sociale dove era finita lo scorso anno. A luglio dovrà avere un'altra tranche di aiuto, ma le condizioni di erogazione - secondo la stessa Troika e i "falchi" del Nord - non ci sono: cosa farà stavolta Tsipras, porterà il suo popolo all'annientamento totale? Forse finirà per riconoscere che far fuori Janis Varoufakis non è stata una mossa provvida, seppure quasi imposta dall'ostilità dei salotti di Francoforte  & C. timorosi che le alternative venissero portate alla luce da un ministro dotato anche di carisma oltre che di intelligenza politica e preparazione economica.
Proprio per capire quanto il "rivoluzionario" Varoufakis fosse "pericoloso", ascoltiamo qui davanti alla "sovversiva" platea di manager ed economisti dl Workshop Ambrosetti di Cernobbio (Como)  il 5 e 6 aprile 2016. Ecco il suo intervento : esemplare!

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