Ma gli accenti sono stati ben diversi. INfatti il premier italiano Giuseppe Conte, dopo aver sostenuto che "l'apertura dei mercati globali, la libera circolazione dei capitali e la rivoluzione tecnologica hanno generato grandi profitti come promesso, ma solo per pochi" e che "tutti, con poche eccezioni, tendono a vedere che domani sarà peggio di oggi", ha sottolineato la visione del nuovo governo populista.
"Crediamo che la vera divisione risieda tra coloro che hanno e quelli che non hanno il potere di dare forma al destino della loro nazione"Il proposito del nuovo esecutivo che vuole poggiare non tanto sulla tradizionale divisione fra destra e sinistra quanto piuttosto sul fatto che la vera divisione è tra quelli che hanno il potere di fare forma al destino della propria nazione e quelli che non ce l'hanno, e in virtù di questo l'intento è riportare i cittadini al centro della scena.
"Siamo radicali ma siamo radicali perché vogliamo riportare il potere là dove doveva essere, in primo luogo, la nostra costituzione ".Il meccanismo per cominciare attuare quello che Conte ha definito il "nuovo umanesimo", con risoluzioni sociali più solide e una serie di regole più corrette, passa attraverso le misure decise nella legge di bilancio a fine anno, ovvero nell'avvio di un reddito base - chiamato in Italia reddito di cittadinanza - legato strettamente alla ricerca di un nuovo lavoro con un sistema di tutor e incentivi e un sistema previdenziale reso più flessibile.
Altri toni, più solidaristici e attento agli errori compiuti, il premier spagnolo Pedro Sanchez secondo il quale i"l crescente divario in termini di ricchezza in Europa e in altre parti del mondo sta lacerando il tessuto della società".Sanchez ha attaccato la debolezza del capitalismo globale che sta generando populismi reazionari e disuguaglianze, mettendo a rischio la stessa democrazia liberale.
"Dobbiamo cambiare ora che abbiamo un certo grado di libertà per farlo e dobbiamo fare attenzione al fatto che l'economia non è egoistica, ma serve la gente".Nella contestazione degli errori compiti, Sanchez ha osservato che "l'uguaglianza e la lotta contro il cambiamento climatico sono percepiti come vincoli all'attività economica piuttosto che offrire guadagni nel benessere sociale", ma ha concesso alla platea di Davos il riconoscimento che la stessa globalizzazione generata dal moderno capitalismo, finisce per essere messa all'indice -in primo luogo dagli Stati Uniti e da altri Paesi che si stanno allineando come il Brasile di Bolsonaro o, appunto, l'Italia di Conte - come una sorta di sfida all'identità nazionale. Globalizzazione ha aggiunto Sanchez, che invece non viene valutata per la fonte di ricchezza culturale che può essere. Idem, secondo il premier spagnolo, per un femminismo distorto che viene presentato come una competizione fra uomini e donne messi l'uno contro l'altro, invece di essere considerato per la sua valenza di offerta di uguali opportunità.
"La nostra priorità è di invertire questo modello negativo in cui le persone temono la globalizzazione, l'uguaglianza per le donne, l'energia pulita e la solidarietà. Questo può essere invertito solo se la politica e l'economia vanno di pari passo".
Di rilievo nella giornata l'intervento della cancelliera Angela Merkel che ha evidenziato una maggiore identità di vedute con il premier spagnolo. Ad esempio sul valore del multilateralismo, messo in discussione da Trump e dai governi populisti. "Le istituzioni multilaterali sono indispensabili se vogliamo vivere bene nel mondo di domani", ha sostenuto la Merkel la quale ha messo in risalto i pericoli di un mondo frammentato caratterizzato da molteplici rischi che abbracciano il cambiamento climatico, il terrorismo, i disastri naturali e gli attacchi informatici.
"Il multilateralismo - ha aggiunto - non è tutto così facile, ma devo sempre pensare alle possibili alternative. Abbiamo delle sfide populiste e nazionaliste e dobbiamo affrontarle. Con i miei colleghi, uscirò fortemente a favore di un ordine mondiale multilaterale e uno che dia buone risposte alle sfide di domani".
Tuttavia la cancelliera ha riconosciuto lentezze ed errori, in particolare nel dare le risposte adeguate alle esigenze di sviluppo e crescita dei Paesi in via di sviluppo, ma ha ribadito che solo istituzioni solide, anche se più flessibili, saranno in grado di dare le risposte attese e finora mancate.
"Dobbiamo accettare nuove realtà e riforme, e un nuovo approccio che affronterà coloro che nutrono dubbi sul sistema internazionale"E per questo è ancora valido l'assetto messo in piedi dopo la Seconda guerra mondiale. Un concetto che l'altro ieri la Merkel ha tradotto in realtà con il nuovo accordo con la Francia. Con queste premesse ed esigenze, la Merkel non vede nero il futuro prossimo anche se saranno necessari compromessi:
"Devo dire in modo inequivocabile che un'architettura globale funzionerà solo se siamo disposti a scendere a compromessi"La cancelliera ha anche indicato le tre sfide che attendono la Germania in questa Europa: la transizione energetica e il rispetto degli obiettivi climatici della Germania. Ma la Germania stessa è obbligata in fretta a modernizzare le sue piattaforme digitali, tra cui l'adempimento di un piano per digitalizzare tutti i servizi governativi entro il 2025. "La terza sfida per la Germania è il cambiamento demografico, alimentato dal movimento qualificato del lavoro e dalla migrazione forzata, come dalla Siria e dall'Africa - un continente che dovrebbe essere visto come un luogo di speranza e opportunità".
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