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I Grandi Fratelli - The Bigs Brothers


Nel giorno in cui Vladimir Putin diventa zar per la quarta volta segnando in modo indelebile la storia della Russia post caduta del Muro, uno scandalo mondiale viene alla luce. Ed è talmente potente e devastante che potrebbe mettere in ombra l'inchiesta Russiagate. O amplificarla fino a dimostrarne il fondamento, come se fosse spuntata la pistola fumante cercata da più di un anno dal procuratore speciale Robert S. Mueller III.

Lo scandalo ha un nome, Cambridge Analytica e un cognome, Facebook.  Cosa sia successo è facile dirlo: nell'estate 2016 la campagna Trump assume Cambridge Analytica, una società di dati che usa Facebook per fornire alle campagne politiche informazioni precise su quali elettori scegliere. Campagne politiche e commerciali non sono molto diverse. Ci sono aziende che forniscono a politici e imprese i nostri dati/preferenze  digitali tirati fuori dalla navigazione sui social, Fb in particolare. (Un sacco di aziende di dati estraggono i nostri percorsi digitali pubblici per vendere informazioni su di noi a società e campagne).
Secondo la prima ricostruzione del New York Times fin dal 2014 Cambridge Analytica potrebbe aver adottato questa strategia per ottenere l'accesso a informazioni personali di 50 milioni di utenti di Facebook senza il loro permesso. A dirlo è il rapporto Guardian 2015.
La svolta avverrebbe però nell'estate del 2016, quando il team di Trump investe molto nella pubblicità su Facebook, guarda caso proprio quando gli hacker e i troll russi stanno cercando di influenzare gli americani sui sociale su Facebook in particolare. E su questa strategia di controllo/indirizzo delle informazioni si basa buona parte della campagna di Trump.
Con questa ricostruzione semplificata non è arduo leggere il Russiagate in un'altra prospettiva e un diverso punto di vista assumono i sospetti dell'interesse di Putin nella nomina del tycoon miliardario.

Lo scoop del New York Times

... e quello de The Observer


Siamo ai primi passi, ma intanto la prima vittima, nonostante la sospensione del rapporto, è Facebook che in Borsa ha perso il 7%. E dai primi dati sta emergendo  che con i dati di Cambridge Analytica, oltre alla campagna americana, potrebbe essere stata influenzata anche quella per la Brexit. Se tutto fosse vero saremmo di fronte a una Datagate si proporzioni planetarie, a un piano diabolico per decidere le scelte geopolitiche dell'Occidente attraverso i comportamenti delle opinioni pubbliche nelle democrazie europee e americana.


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