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Obamacare forever?


Entro lunedì prossimo il Senato deve riuscire ad abrogare l'Obamacare (Aca, Affordable Care Act) altrimenti non lo potrà più fare. E potrebbe essere la peggiore sconfitta subita finora nella non esaltante carriera presidenziale di Donald Trump.

I segnali del fallimento ci sono tutti, a cominciare dai numeri: i senatori repubblicani non disponibili a votare una delle tante versioni della riforma - stavolta è la Cassidy-Graham - sono tre e potrebbero anche essere quattro. Avendo il Gop 52 seggi contro i 48 Dem, si capisce bene che sarà difficile trovare la via d'uscita, considerato anche che - naturalmente - nessun democratico voterà contro l'Obamacare.

La situazione 

La situazione ormai non appare sbloccabile anche se il presidente ostenta fiducia. O illusioni. Dice che se non viene approvata oggi questa riforma lo sarà in gennaio, febbraio... ma la verità che anche queste parole fanno intuire, è che Trump sa che non sarà in grado di cambiare , anzi abolire, l'Aca. Non in tempi brevi, nonostante la Casa Bianca assicuri di essere sul punto di emanare un ordine esecutivo che potrebbe mettere in serie difficoltà, nei suoi aspetti pratici, l'Obamacare. Il dato di fatto è che la battaglia più importante di Trump e la promessa avanzata per anni dai Repubblicani sono state perse  e ora il presidente cerca di recuperare spostando l'attenzione sulla riforma fiscale.
La ferita però è profonda, al Senato soprattutto per lo speaker repubblicano Mitch McConnell che a più riprese aveva rassicurato Trump sull'esito felice della partita e sul quale il presidente aveva riposto molte attese. Andate deluse. E ora anche il ruolo di McConnel traballa. Come del resto anche quello del suo collega al Congresso Paul Ryan.




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