Ai massimi livelli, l'Onu dopo la denuncia di Medici senza frontiere chiede un intervento urgente e vorrebbe mobilitarsi se i Paesi interessati mettessero a disposizione delle Nazioni Unite i mezzi e gli uomini necessari. Cosa che si guardano bene dal fare, concedendo così alla destra internazionale il motivo per mettere la stessa organizzazione del Palazzo di vetro sul banco degli accusati e degli ipocriti.
La realtà è comunque sotto gli occhi di tutti e il ruolo ambiguo e criminale della Libia, delle sue milizie e dei suoi governi fantasma o fantoccio, a seconda che li si guardi da Occidente o da Oriente, è palese, ormai ricostruita da decine di reportage. E la replica è poco convincente e tradisce l'imbarazzo dei Paesi europei e dell'Italia in particolare: si gioca sul fatto che non vi sarebbero o vi sarebbero molti meno morti sui barconi, ma si dimentica di dire che come tanti dei primi avvenivano lontano dagli occhi dell'opinione pubblica, così ora i lager libici sono un fenomeno distante, per lo più nascosto, appena accennato dai telegiornali. Ma nessuno dei governi occidentali è in grado di dire, con dati e cifre precisi, se i morti - nei centri di detenzione, la maggior parte dei quali sconosciuti e segreti a tutti, e soprattutto nel deserto, respinti, trasportati o rinchiusi vicino alle frontiere meridionali - sono di meno o di più: in quei lager si muore, si soffre in maniera indicibile, si è vittime di stupri e violenze che nessuno sa/vuole immaginare.
Le rotte e i centri di detenzione (tratto da L'Espresso) |
Il problema presto, con buona pace dei soliti illusi italiani, si ripresenterà: perché le rotte passeranno altrove, in altri punti della Libia (non si potranno sempre mandare i nostri 007 a inseguire tutti i trafficanti, magari quelli vicini all'Isis), della Tunisia, del Marocco, dall'Algeria ci saranno le brigate che faranno il doppio gioco e i doppi affari, scoppieranno le dispute con i pagamenti occulti e le strategie che talvolta s'incastreranno male nel gioco delle alleanze sul delicato scacchiere. Dove, oltre tutto, in nome del petrolio e degli affari monopolio dell'Eni, Francia e Gran Bretagna si muovono non proprio in coincidenza con le mosse degli agenti italiani. Qualche incidente, prima o poi, accadrà, i flussi riprenderanno, il razzismo di destra e sinistra riprenderà vigore. Gli austriaci e gli svizzeri rafforzeranno i controlli alla frontiera, la Francia chiuderà ancora di più il confine a Ventimiglia.
Esemplare l'intervento di Emma Bonino ha messo sull'avviso di chi potrebbe dire "non sapevamo", e ha detto chiaro e tondo che il modello Minniti ci si ritorcerà contro quando dovremo finanziare (con i cosiddetti falsi aiuti ai municipi!) anche altre milizie oltre a quella di Sabratha, quella di zio Dabbashi o la Brigata 48, e le forniture di armi e munizioni magari un giorno saranno usate contro i nostri agenti.
E quel giorno sarà bene pensare a una commissione d'inchiesta e a una incriminazione per complicità in crimini contro l'umanità per chi oggi gestisce questa "soluzione" e per chi ha fatto lo stesso attraverso gli accordi con Gheddafi nel 2008 . Senza che venga invocata la solita Ragione di Stato che in Italia ha coperto sempre i peggiori esercizi di potere e le trame più vergognose.
Approfondimenti
Coscienze migranti 3
Coscienze militanti 2
Coscienze militanti
Commenti
Posta un commento