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Il muro della disperazione - The wall of despair


"Non ho avuto bisogno di farlo, ma preferirei farlo più velocemente. Voglio farlo più velocemente, tutto qui." La forzatura, la rottura costituzionale di Donald Trump, ma anche la sua frustrazione-disperazione sta tutta in questa dichiarazione, fatta per spiegare la sua decisione di dichiarare l'emergenza nazionale al confine sud in modo da ottenere, liberandoli, i fondi necessari alla costruzione del suo muro, circa 8 mld di dollari.
Non l'avrebbe dovuto dire, alla fine il presidente ha tradito la sua stessa affermazione, dimostrando che si tratta solo di un misero trucchetto, un imbroglio vero e proprio ai danni di tutti gli americani, un atto di disprezzo verso le regole, la legge, la Costituzione. E, in ultima analisi, una dichiarazione che potrebbe facilitare il lavoro di chi si oppone a questa decisione.
Mentre sembrava che il presidente, a malincuore e conscio che si trattava comunque di una sconfitta, avesse accettato l'intesa bipartisan per una rete di confine, 55 miglia circa vicino ai mille km di recinzione già esistente per un costo di 1,357 mld, ebbene quando sembrava che la Casa Bianca avesse ceduto, Trump ha voluto il colpo di scena dichiarando lo stato di emergenza nazionale (NyTimes).
Quello che vorrebbe essere un colpo d'ala, una dimostrazione di forza potrebbe però tradursi in un gesto di estrema debolezza, perfino nei confronti del suo elettorato più duro. E può incrinare, forse definitivamente, il rapporto con il GOP.
POLITICO parla esplicitamente di un presidente frustrato:
"Trump blamed almost everyone but himself as he formally announced he was going around Congress to direct more than $6 billion to construct or repair as many as 234 miles of a border barrier.“People that should have stepped up did not step up,” an ornery Trump told reporters in the Rose Garden. “They didn’t step up and they should have. ... We are stepping up now.”
Appare evidente in effetti che  in questa scelta il  presidente è solo, isolato, vittima della freddezza di alleati e amici che si rendono conto del peso e del rischio di uno strappo tanto eclatante su un tema dalla valenza solo elettorale. Anche perché è palese che le argomentazioni, i fatti e perfino i numeri che escono dalla Casa Bianca sono fasulli e inattendibili come spiega bene sempre il NyTimes.
Lo stesso esce da un fact checking che inchioda  le affermazioni provenienti dallo studio ovale sul bagnasciuga delle fake news (CNN).
Adesso il nodo è se Trump possa o no fare ciò che ha deciso e la battaglia politico-legale si annuncia già intensa e senza risparmio di colpi. Secondo i calcoli di POLITICO, 600 mln di dollari arriveranno dal Dipartimento del Tesoro da sequestri di droga e altri 2,5 mld da un fondo per la prevenzione della droga, fondo che fa capo al Dipartimento della Difesa; infine, ed è il capitolo più spinoso, 3,6 mld saranno prelevati  da fondi militari non finanziati per la costruzione, o MILCON. Secondo una direttiva, il presidente può accedere a questi ultimi fondi per un progetto che "richiede l'uso delle forze armate" e supporta quelle forze. Ma quasi tutti gli esperti sono concordi che non sia questo il caso della cosiddetta emergenza al confine con il Messico, dove pure Trump ha di recente spostato migliaia di militari.

Nessuna emergenza: i numeri degli arresti al confine del 2018 inferiori a quelli del 2017 (POLITICO)

"... illegally raiding” the MILCON fund "because the Section 2808 authority requires that, in a declared national emergency, the money be used in support of the military. Here it’s the military supporting the building of the wall — it’s completely reversed".(Sam Berger, vicepresidente American Progress)
La questione è comunque solo all'inizio e la battaglia legale ha già tutti i presupposti per dilagare. Ecco qui alcuni dei punti critici (POLITICO)
I punti chiave della decisione (New York Times)

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