tanto più e in modo completo un soggetto che da cittadino straricco diventa comandante in capo della nazione più potente al mondo sa - o dovrebbe sapere - che non gli sono concesse neppure piccole "deviazioni".
Donald Trump lo ha sempre saputo e nonostante il suo carattere i consiglieri sono lì apposta per ricordarglielo. O dovrebbero rammentarglielo. Eppure, eppure da un'inchiesta del New York Times emergono due anni di tentativi di intimidazioni, pressioni e condizionamenti nell'indagine che il procuratore speciale Robert S. Mueller III ha avviato per accertare se vi siano state interferenze russe nella campagna elettorale che ha portato Trump alla Casa Bianca e se da parte di quest'ultimo e/o del suo entourage si fosse a conoscenza di queste azioni o peggio ancora che fossero condivise.
Le intimidazioni, le pressioni e i condizionamenti sarebbero stati messi in atto, secondo l'inchiesta, proprio da Trump e dai suoi uomini. Se tutto ciò fosse accertato, per il presidente si arriverebbe a un'accusa, pesantissima e letale, si ostruzione alla giustizia.
L'inchiesta del NyTimes
Il NyTimes raccontas che Trump avrebbe chiamato il procuratore generale appena nominato Matthew G. Whitaker, chiedendogli di mettere Geoffrey S. Berman, procuratore per il Southern District di New York e molto vicino al presidente, a capo di un team incaricato di ampliare le indagini... sulle indagini di Mueller e sulle mosse del Dipartimento della giustizia e dell'Fbi. Whitaker avrebbe obbiettato che Berman aveva già dovuto fare un passo indietro ma l'unico risultato che il neo procuratore generale ha ottenuto è stato quello di suscitare l'ira del presidente ed essere accusato di non saper usare gli strumenti del dipartimento per difendere l'inquilino della Casa Bianca.
Ma il report del NyTimes riferisce di molte altre azioni ad ampio raggio, come le pressioni e i tentativi di condizionare gli agenti federali, le richieste ai parlamentari del Gop di aiutarlo a fronteggiare l'inchiesta di Mueller, il tutto in mezzo a un'offensiva mediatica e social tesa ad attaccare l'impianto dell'accusa e a prefigurare complotti, perfino da parte dell'Fbi.
Non va dimenticato che oltre al Russiagate su Trump incombono altre due inchieste, una sui finanziamenti esteri al comitato elettorale e una sui pagamenti in contanti dell'avvocato di Trump, Michael D. Cohen diretti a chiudere la bocca a "playmate" e pornostar che avevano avuto relazioni con il futuro presidente.
A questo punto non resta che aspettare la conclusione dell'inchiesta di Mueller e se quest'ultimo o qualcun altro deciderà di procedere contro Trump per ostruzione alla giustizia. Un'eventualità che potrebbe aprire scenari inediti e forse anche drammatici.
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