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L'email veste Ivanka


Sembra  la legge del contrappasso. Una nemesi. Eppure la vicenda delle mail della figlia di Donald Trump, Ivanka, consulente senior non retribuito, ha molte cose in comune con l'analoga vicenda delle mail spedite dall'account privato da Hillary Clinton quand'era Segretario di stato.
Ora emerge, sulla scorta delle inchieste di American Oversight, che Ivanka ha usato la propria mail per scrivere agli assistenti della Casa Bianca, ai funzionari del Gabinetto e ai suoi assistenti. Un comportamento vietato e in contrasto con la legge che prevede la registrazione e la conservazione nei cataloghi federali delle conversazioni via web.
La vicenda è particolarmente fastidiosa per Trump e per i Rep che sono stati in prima fila bel puntare il dito su quanto emerso a carico di Hillary Clinton e le sue mail dall'account privato, la cui esistenza è venuta alla luce durante le indagini sull'attentato che è costato la vita all'ambasciatore statunitense e ad altri tre americani al consolato di Bengasi l'11 settembre 2012.La vicenda fu usata a mani basse per screditare nel 2016 il candidato presidenziale Hillary Clinton aggravata dal fatto che 33 mila di quelle mail furono distrutte. Anche se, a parte un richiamo alla non correttezza in seguito a un'indagine dell'Fbi promossa dai Repubblicani, nulla di penalmente rilevante emerse a carico dell'ex Segretario di Stato.
Oggi siamo in presenza di un comportamento simile che peraltro è stato difeso dalla stessa Ivanka che, al momento di assumere l'incarico alla Casa Bianca, si era impegnata a rispettare le norme etiche. Suo padre, intuendo subito il pericolo della scoperta e il parallelismo con la Clinton, ha ribadito subito come le mail non fossero  classificate, che non sono state distrutte, che non è stato usato un server in un seminterrato e che comunque sono tutte nelle registrazioni presidenziali.
Sulla vicenda però irrompono i Democratici, freschi di vittoria alla Camera e decisi ad approfittare fino in fondo della maggioranza conquistata: Elijah E. Cummings (D-Md.) ha detto che lo scorso anno è stata lanciata una indagine bipartisan sull'uso di mail private da parte di funzionari della Casa Bianca senza che quest'ultima però abbia fornito o documenti richiesti. Cummings ha detto che quei documenti sono necessari per essere sicuri che Ivanka e gli altri rispettino le leggi federali.
Ma ha anche chiarito un altro concetto, fondamentale.
“My goal is to prevent this from happening again — not to turn this into a spectacle the way Republicans went after Hillary Clinton,” (Cummings, The Washington Times

Nessuna vendetta, dunque, assicurano i Democratici.  Ma solo un necessario approfondimento sull'uso di mail private da parte di funzionari pubblici, aggiungono le stesse fonti Dem, ben diverso dall'uso di mail private della Clinton, nessuna delle quali riguardava questioni interne o ufficiali dell'Amministrazione, cosa che invece sarebbe presente nei messaggi di Ivanka. Tuttavia anche molti Rep  - di fronte alle spiegazioni di Ivanka - sono scettici o critici sul comportamento di Ivanka,  a partire da Anthony Scaramucci capo dello staff della comunicazione dalla Casa Bianca per 11 giorni lo scorso anno, prima di essere rimosso.
“Certainly, I think it’s hypocritical,” he said. “I think even Ivanka, if she was interviewed about it, she’d have to say that it was a mistake. You can’t do that in that position.” (Scaramucci, The Washington Post)

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