Passa ai contenuti principali

Pietre contro fucili, il film di Trump


Sarà la forza della disperazione, sarà forse la conoscenza del suo elettorato e la volontà di motivarlo in una prova difficile che potrebbe segnare il futuro dei prossimi due anni di presidenza americana. Ma lo sforzo che Donald Trump sta compiendo in questi giorni,
con un tour nelle zone più a rischio in vista del voto di Midterm non si spiega solo con la volontà di evitare che la Camera e magari anche il Senato (ma qui la partita per i Dem è complessa, quasi impossibile pare da vincere) cambino maggioranza. La scommessa sul tavolo è molto più grossa, è legata alla possibilità di arrivare a stravolgere il voto democratico sulla base di un metodo di propaganda che batte ogni precedente di diffusione di notizie false su avversari o sui temi di un Paese.
Il presidente americano in questo tour e in questi giorni sta cercando di convincere gli elettori degli Stati più in bilico e quelli del Sud in particolare, che una massa di migranti illegale e composta soprattutto da banditi sta cercando di dare l'assalto nientedimeno che agli Stati Uniti. E questo con una marcia pacifica, con una massa d'urto composta in gran parte da famiglie con mogli e bambini al seguito, percorrendo decine di chilometri al giorno a piedi, in condizioni precarie e spesso disumane. Ma tutto questo a Trump non importa e non lo dice come non spiega che il lungo serpentone è ancora molto lontano dal confine e le il paventato assalto non è altro che un brutto sogno immaginato dai teorici sovranisti e dallo stesso presidente. Che però, per fare ancora più peso alla sua denuncia, non ha esitato a mandare la bellezza di 15 mila soldati al confine - più di quanti ne sono schierati in Afghanistan, zona a ben altro indice di pericolosità - e ha aggiunto di aver dato l'ordine di sparare - sì, sparare su migliaia di indifesi - se costoro eo qualcuno di essi, sempre nello storytelling trumpiano, dovesse lanciare pietre contro i soldati allo scopo di irrompere negli States.
La realtà è ben diversa: sui tre cortei, il più grosso e il primo che contava fino a 7 mila persone, avrebbe già perse (con il ritorno a casa nella grande maggioranza) più di 3 mila. E gli altri sono formati da 1500-2000 persone, ancora lontani dal confine e rallentati dall'indecisione sul percorso e dalle operazioni della polizia messicana.
Ma l'attacco di Trump a questa marcia è solo parte della sceneggiata allestita che però dimentica gli ultimi fatti - reali, questi - piuttosto imbarazzanti per la narrazione della Casa Bianca. "Dimenticato" o messo volutamente all'angolo è il fatto che un estremista di destra vicino alle parole trumpiane, sarebbe responsabile dlelle bombe mandate a esponenti Dem in giro per l'America. "Dimenticato" il fatto che un bianco ha ucciso una coppia di neri, "dimenticato" l'altro fatto, ovvero l'assalto alla sinagoga di Pittisburgh sempre da parte di un estremista di destra, anch'esso sostenitore delle tesi trumpiani. Il presidente e i suoi suggeritori - siamo sempre dalle parti di Steve Bannon - calcolano che la paura della percezione piuttosto che dei fatti reali possa convincere l'elettorato a votare contro gli aperturisti  (sul caso immigrazione) Dem. In più a Washington guardano oltre: se la strategia dovesse mostrarsi  vincente, ci sarebbero la volontà popolare e i numeri a sostenere la possibilità di mettere mano alle questioni essenziali dell'America dei diritti, a cominciare dalla possibile revisione della Costituzione.
La realtà, ancora essa e non una fake, però potrebbe essere diversa pur facendo la tara sul numero di sostenitori su cui il presidente può contare e che hanno portato alla sua elezione due anni fa. Infatti non sempre chi ha parlato contro le migrazioni, chi ha cercato di sollevare la paure attraverso fake news, l'ha avuta vinta. Anzi. Un recente sondaggio sui 60 seggi più contesi dimostra che la maggioranza non condivide la politiche e le dichiarazioni xenofobe di Trump, un altro poll Wapo-ABC evidenzia il fatto che ci si fida più dei Dem che dei Rep sulle questioni legate all'immigrazione. E a giocare in particolare contro la Casa Bianca e il GOP sono state le scelte dell'Amministrazione sui bambini separati dai genitori immigrati illegali, bimbi poi avviati a campi di detenzione nel deserto. Una politica che ha sollevato indignazione e proteste. Che ora potrebbero presentare il conto nelle urne.

Commenti

Post popolari in questo blog

Il Sabato Del Villaggio Globale - 3 giugno 2023

  🌍Clima & Ambiente🌴 👉  INC2 Parigi. La guerra della plastica.  UN lays out blueprint to reduce plastic waste 80% by 2040 | Reuters Plastic recycling in focus as treaty talks get underway in Paris | Reuters Paris to ban single-use plastic at 2024 Games | Reuters 👉 Energie rinnovabili .  The world is finally spending more on solar than oil production | MIT Technology Review 👉 Acciaio verde.   How green steel made with electricity could clean up a dirty industry | MIT Technology Review

Il Sabato Del Villaggio Globale - 5 giugno 2021

  In Bielorussia la democrazia ha il volto di donna - VoxEurop Front Page Il mondo ha finito le scorte  Global Shortages During Coronavirus Reveal Failings of Just in Time Manufacturing - The New York Times Economy & Pandemic  Cosa manca al super budget di Biden: la forte espansione della crescita  Here's One Thing Missing from President Biden's Budget: Booming Growth - The New York Times Il futuro dell'ufficio? Ibrido. Forse  How Employers Can Build a Successful Hybrid Workplace Il lavoro da casa resterà  Working from home is here to stay, reports NBER | World Economic Forum Come risolvere il paradosso disoccupati e posti di lavoro scoperti  7 chief economists: how to solve the labour market paradox | World Economic Forum Pandemic & Pandemic I primi giorni della pandemia nelle mail di Fauci  Tony Fauci’s emails from April 2020 released under FOIA - Washington Post Se la fuga del virus dal laboratorio cinese fosse vera, si prepara un terremoto politico If the Wuhan

Il Sabato Del Villaggio Globale - 10 giugno 2023

  💣Guerra & dintorni 👉   Senza limiti. La distruzione parziale o meno, della diga di Kakhovka con il suo strascico di morti, devastazione e crimine anche ambientale, segna l'ennesimo salto di qualità, in negativo, nella disgraziata guerra d'invasione scatenata dalla Russia contro l'Ucraina. Una riprova, seppure ve ne fosse bisogno, che Putin pare intenzionato a non fermarsi davanti a nulla soprattutto ora che, lo si avverte anche da quest'ultimo evento, è messo all'angolo dalle sconfitte, dall'isolamento internazionale - dal mondo che conta comunque, perché sul piano numerico fra Cina, India, in parte Brasile che fanno la parte del leone, metà della popolazione terrestre è arruolata dai governi al suo fianco - e dalle montanti critiche nonché attacchi partigiani al proprio interno.