Ma soprattutto entrerebbero in crisi i rapporti fin troppo stretti che gli Usa hanno con l'Arabia Saudita, rapporti che risalgono agli anni Settanta quando era forte la competizione con l'Urss nell'area.
Eppure la possibilità di uno stop al sostegno americano è più concreta dopo il caso dell'uccisione del giornalista dissidente - rifugiato in Usa e opinionista del Washington Post - Jamal Khashoggi, omicidio compiuto nel consolato saudita di Istanbul da parte di una squadra di 18 killer specializzati che avrebbero agito, come stanno rivelando sempre più inchieste ufficiali turche, i rapporti della ìCia e molti reportage dei giornali americani, dal principe ereditario Mohammed bin Salman (MBS). verso il fronte del no e che hanno appoggiato la risoluzione. Alla fine il risultato è disastroso per l'Amministrazione Trump e per i segretario di Stato Mike Pompeo che pure aveva incontrato con il Segretario alla Difesa Jim Mattis, in un'audizione segreta, i senatori al fine di convincerli a non "sparare" contro l'alleato arabo: la risoluzione che, prevedeva per ora la limitazione dei poteri presidenziali sull'appoggio militare alla campagna saudita, ha ottenuto 63 sì contro 37 no. E alla Casa Bianca è scoppiata l'ira.
Infatti in queste ore i senatori hanno votato una risoluzione per il blocco degli aiuti americani alle forze saudite nello Yemen. L'eventualità che passasse si è fatta più concreta per i dubbi che hanno portato alcuni senatori repubblicani sul versante
Si tratta solo di un primo passo e infatti Trump conta di recuperare i senatori del Gop, messi di fronte al rischio di perdere l'alleato di ferro nel confronto con il nemico n.1, l'Iran. Molti sono quindi gli ostacoli sulla strada dello stop, ma il segnale - pesantissimo (fra l'altro promosso da Bernie Sanders, il senatore indipendente, socialista, Dem del Vermont oltre che dal Rep Mike Lee (Rep, Utah) - è stato lanciato. Inoltre, se difficilmente arriverà alla Camera entro la fine dell'anno, con la prossima sessione la composizione dell'assemblea sarà nettamente a maggioranza Dem: quindi l'eventuale voto finale per lo stop agli aiuti potrà contare su questo ramo su una maggioranza solida.
A convincere 13 senatori del Gop a votare contro la Casa Bianca è stato soprattutto il caso Khashoggi, le mancate risposte/ammissioni saudite e la supina accettazione dei Trump delle motivazioni di Riad. Un sentimento, quello fra i Rep, che si è accentuato dopo il report della Cia che chiama in causa direttamente il principe bin Salman nel via libera all'efferato omicidio e alla successiva sparizione del cadavere del giornalista. A convincere poi i Rep a votare con l'opposizione è stato altresì il fatto che l'Amministrazione non ha ritenuto che il capo della Cia, Gina Haspel partecipasse al briefing di Pompeo e Mattis per rispondere alle domande dei senatori sull'effettiva responsabilità di MBS.
Che la guerra - forse la più invisibile in Occidente - contro i ribelli Houthi (sostenuti dall'Iran) nello Yemen sia particolarmente cruenta (si stima che dal 2015 almeno 85 mila bambini siano morti di fame, 2 milioni i malnutriti 400 mila dei quali in modo grave grave, 14 milioni di persone sull'orlo della fame. Ma un altro milione è stato colpito dal colera ) e sia fitta di episodi contrari al diritto internazionale da parte delle forze saudite, non è un mistero.
Il report del NyTimes sulla tragedia umanitaria
La tragedia umanitaria in una cartina del NyTimes |
Tuttavia che si arrivi a uno stop, soprattutto dopo le sempre i più pressanti interventi dell'Amministrazione Trump sui senatori Rep, non tutti sono concordi nel crederlo possibile: rispetto al WSJ, più possibilista, POLITICO ritiene invece che alla fine prevarrà il desiderio di non mettere in ulteriore difficoltà il proprio presidente, sostenendo che i senatori finiranno per chiudere un occhio su ciò che accade nello Yemen.
Commenti
Posta un commento