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Il ministro estraneo

Il personaggio più incredibile del governo italiano, prima quello Renzi ora con quello Gentiloni, è il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan: l'uomo è preparato, non c'è dubbio, gode di grande stima internazionale, probabilmente sarebbe un buon ministro seppure sempre sul versante del globalismo finanziario e dei grandi poteri sovrannazionali.
Eppure non si spiega come fa a resistere alle non-politiche economiche di questo governo, alle bugie che da anni vengono ammannite per gli italiani. E non solo, anche per le grandi istituzioni europee. E' un professionista e in quanto tale rispetta il suo ruolo. E forse confida che si possa ancora fare qualcosa, pur senza i tecnicismi "austeri" di Monti. Però a tutto c'è un limite e non a caso qualcuno nei giorni scorsi ha parlato di possibili dimissioni dopo che Renzi dal palco della Direzione gli ha impartito "l'ordine" di non aumentare le accise, di non tagliare, di non privatizzare e di tener testa alla Ue e alla sua sempre più probabile procedura d'infrazione se non verrà portata a termine la manovra di rettifica di circa 3,5 miliardi. 
Eppure Padoan non può non sapere e non sapere che la manovra Ue di 3,4 mld è solo il minimo che possiamo fare. E, anche senza eccedere in pessimismo, è solo l'inizio perché abbiamo sprecato questi ultimi anni post crisi senza risolvere un po' di nostri problemi, limiti e ritardi. E le vere riforme non sono certo quelle simil-Trojka o all'italiana come quelle costituzionali o dello jobs act. Padoan non può non essersene conto. Di cosa? Leggete qui di seguito. 

  •  Il  debito pubblico italiano nel 2016 è arrivato a 2.218 miliardi, 45 in più rispetto al 2015. Come si può ridurlo, visto che secondo il ministro si sarebbe già cominciato a farlo?
  • Il debito in rapporto al Pil ha ormai superato il 133%, 133,3 per quest'anno e 133,2% per il 2018, secondo le stime Ue. 
    Da Infodata del Sole 24 Ore
  • Fra l'altro dal 2012 siamo stati gli unici nell'area euro a non aver migliorato il saldo primario (la differenza fra entrate e uscite al netto della spesa per interessi delle amministrazioni pubbliche), che anzi è peggiorato dello 0,58%. Nello stesso periodo nella Grecia umiliata e prostrata l'ha migliorato del 6%, la Spagna del 5,6% e la Francia del 0,78%.
  • Le sofferenze delle banche salgono  del 24,6%, a fine anno siamo arrivati a 86,8 miliardi, il montante globale degli Npl è ancora oltre 200 mld. Cosa può fare il decreto da 20 mld? Il fondo Atlante non attira altri capitali, ? E per Mps, le banche venete e le altre in pratica fallite, qual è il piano?
  • Abbiamo la crescita più bassa d'Europa, +0,9% , addirittura meno di quella greca. Secondo le previsioni anche il 2018 dovrebbe riservare uno stitico + 1,2%, (l' 1% quest'anno) troppo poco per parlare di crescita e ripresa. 
  • Lo spread ha ricominciato a salire, quasi 200 punti, vista l'incertezza politica, le previsioni (come quelle che stiamo facendo noi, semplificando) , il nuovo raffreddamento che si muove nel mondo. 
  • Il prezzo del petrolio tre-quattro anni fa era sui 100 dollari al barile, poi la caduta a 30 e ora siamo attorno a 50. Grazie a questa contrazione  siamo stati fra i Paesi più "aiutati. Fra il 2012 e il 2016  il costo dell’energia è sceso del 17,18% contro una media europea del -2,24%.
  • L'euro fra la metà del 2014 e l'inizio del 2015 ha perso il 20% del suo valore contro il dollaro. e questo ha aiutato l'export, soprattutto italiano. Il  surplus commerciale italiano nel 2016 è arrivato a  51,6 miliardi con un aumento percentuale rispetto al 2010  del 16,4%: nell'area euro solo Irlanda e Germania ci hanno battuto. 
    Da Infodata de Il Sole 24 Ore
  • A darci una mano sostanziale è stato però il quantitative easing dopo il "whatever it takes" del luglio 2012 di Mario Draghi. Secondo i calcoli ci avrebbe fatto risparmiare 47 mld di interessi sul debito, 17 mld solo per quest'anno. Ma il Qe  sta per finire, l'inflazione nella zona euro si sta dirigendo verso quota 2%, così a fine anno i falchi del Nord Europa, ma anche l'analisi dei dati di crescita complessivi, potrebbero costringere la Bce a fermare il programma di acquisto di titoli di debito pubblici e privati da 80 mld al mese. Anche perché in Germania cresce l'avversione dei risparmiatori per il prolungarsi  degli interessi in negativo sui risparmi e sui fondi pensione.
  • Negli ultimi tre anni la Ue ci ha concesso 19 mld di flessibilità sui conti concordati, 19 mld spesi in bonus e mancati tagli, altra dotazione però sprecata. Così ora la commissione Ue non ci ha concesso l'ulteriore flessibilità di 3,4 mld richiesta con l'alibi di terremoto o migranti. 
  • Il deficit del 2018 dovrebbe posizionarsi all'1,2%, ma siamo al 2,4% secondo l'accordo con Bruxelles per il 2016


  • .
D'accordo l'ottimismo e la fiducia in una ripresa sempre annunciata e mai arrivata sul serio, ma perché Padoan deve continuare a ignorare questa realtà?





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