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TumPost Sunday - 28 October, 2018

TumPost Sunday

Bomba o non bomba. Siamo alla vigilia del voto di Midterm e ora sono comparse anche le bombe, tutte indirizzate a esponenti Dem (anche ai Clinton) ma soprattutto a personaggi critici con Trump. Venerdì nella Florida del Sud un convinto sostenitore del presidente  è stato incriminato per  l'invio di pacchetti esplosivi ad almeno una dozzina di critici verso Trump.
Quest'ultimo, prima dell'arresto, aveva imputato le bombe al clima di violenza contro di lui e la sua amministrazione puntando il dito in particolare verso la stampa. La vicenda però ha rilanciato le teorie sui complotti e la destra sostiene sui social che il fatto di aver colpito solo esponenti Dem sarebbe un depistaggio della sinistra per gettare la colpa sui conservatori e sul partito del presidente. (New York Times)

La Russia torna nemica. Forse. Donald Trump annuncia di voler disdire l'accordo Inf del 1987 fra Reagan e Gorbaciov sul controllo dei missili nucleari a medio e corto raggio. La Russia, per il presidente americano, non ha rispettato i termini dell'intesa e a riprova
vi sarebbero informazioni israeliane sulla costruzione di siti per vettori  9M729, missili da crociera terrestri con una gittata fra 500-5.500 chilometri, razzi che sarebbero stati in grado di raggiungere l' Europa o l'Alaska. Per gli Usa siamo in piena violazione, un'accusa a cui la la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova ha reagito giudicando le affermazioni americane come "pericolose". In realtà la mossa Usa rientra nella strategia di Trump di attaccare a fondo e con violenza per costringere l'avversario a sedersi a tavolino e cercare un compromesso.Mas soprattutto Trump avrebbe anche un altro obbiettivo: la Cina. E guarda caso nella critica agli usa il Cremlino ha citato anche la Cina. La mossa di Trump, propugnata dal falco John Bolton, nuovo consigliere per la sicurezza nazionale, lancerebbe un messaggio alla Cina sia per farla desistere dall'operare sui missili a media gittata - in grado di colpire la Russia - sia per coinvolgerla in un prossimo trattato, un vincolo a cui Pechino  non ha mai voluto sottostare, al pari di altri accordi in principal modo su temi economici. (Affari Internazionali)

Google nella trappola del #MeToo. Il licenziamento con lucrosa buonuscita (90 mln di dollari oltre a un investimento nella sua nuova impresa) per Andy Rubin, il padre di Android, ha scoperto un caso spinoso dentro il gigante della big tech economy: quello delle molestie sessuali per le quali la società, oltre a Rubin, ha cacciato altri 47 dipendenti negli ultimi due anni. Ma un'inchiesta del Nyt ha rivelato che gli alti funzionari hanno ottenuto molti soldi per uscire pur non avendo Google nessun obbligo in tal senso nei loro confronti. La società è stata però accusata di aver protetto a lungo i suoi dipendenti maschi. (New York Times)

La vendetta dei Fratelli. Recep Tayyip Erdogan. doveva esibire la pistola fumante sulla scomparsa e la morte di Jammal Khashoggi, il giornalista del Washington Post di origine saudita e noto oppositore della casa reale e del principe ereditario Mohammed bin Salman (MBS), vero uomo forte oggi del regno.Il "sultano" turco aveva promesso di chiarire tutta la vicenda, avvenuta nel consolato saudita di Istanbul. ma alla fine ha fornito qualche altro particolare, ha ricostruito l'intervento della squadra di specialisti sauditi, ma non ha tirato fuori le registrazioni dell'interrogatorio, delle torture e della eliminazione del giornalista di cui la Turchia sarebbe in possesso. Da un lato quindi Erdogan - considerato vicino ai Fratelli Musulmani fieri avversari della casa  reale saudita - ha volto attaccare a fondo MBS mettendone in discussione l'immagine di affidabilità e modernismo che gli sono serviti per attirare i capitali occidentali in cambio di un regime meno integralista, dall'altro ha lanciato un messaggio rivolto agli Stati Uniti: io non tiro fuori le prove decisive, voi tornate ad aprirvi con noi. Una forma di pressione fortissima e un tentativo di mettersi alla testa dell'indignazione mondiale che ha già portato a decine e decine di cancellazioni dalla Davos del deserto di questi questi giorni a Riad, in modo da riacquistare fama e mobilità su un versante - quello dei diritti civili e della libera espressione - particolarmente represso dal nuovo corso di Erdogan. Di fronte a tutto questo l'Arabia ha fatto un altro passo verso l'ammissione: il procuratore del regno ha detto che l'"omicidio potrebbe essere stato premeditato". (CNN , The Washington Post, New York Times)

No e ancora no. Per la prima volta la Commissione Ue ha respinto il bilancio di uno Stato membro, nella fattispecie l'Italia. Adesso Roma ha tre settimane di tempo per obbiettare e a parole tutti si dicono ottimisti, a cominciare dal premier Conte. L'Italia ha deciso, nonostante il suo debito pubblico monstre,  (2300 mld) di sfidare i parametri Ue e varare una manovra di una quarantina di mld, con un rapporto deficit/Pil al 2,4% contro lo 0,8 che l'Italia si era impegnata a fare. L'obbiettivo del governo populista gialloverde è di puntare tutto su una risalita record del Pil e nel contempo garantire benefici un po' a tutti gli strati sociali - reddito di cittadinanza per i poveri del Sud, revisione della Fornero per chi è in età da pensione, flat tax per le partite Iva del Nord, condono anche questo soprattutto rivolto al mondo produttivo del Nord - fondamentali per lanciare Lega e M5S al voto europeo del prossimo anno e forse anche in un voto nazionale. Un'autentica scommessa economica - senza alcuna prospettiva se non generica e già vista da decenni nei documenti del Def  - che dovrà fare i conti con uno spread in salita, Borse in caduta, fine del QE di Draghi ma anche i rating tagliati a un passo dalla spazzatura. Contando sul fatto che la Commissione è in scadenza, che un'eventuale procedura d'infrazione non arriverà che a primavera e che un'eventuale vittoria populista-sovranista potrebbe far cambiare di colpo il volto dell'Unione.  Con la scorta, come avvertono molti economisti, di un piano B nel quale più di qualcuno in casa leghista e non solo, potrebbe finire per inserire come garanzia l'immenso patrimonio degli italiani (almeno 4300 mld). Una prospettiva che da sola potrebbe provocare la caduta del governo. (CNN )

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